Le mani del clan Capriati sul porto di Bari, sconti di pena in Appello

Ricalcolata la condanna per Michele Arciuli, 9 anni e 8 mesi, dopo l'annullamento con rinvio della Cassazione

sabato 9 dicembre 2023
A cura di La Redazione
Passa da 16 anni a 9 anni, 8 mesi e 20 giorni la condanna per Michele Arciuli. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Bari che ha ridotto tutte le pene nei confronti dei sette imputati per i quali la Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza nel processo sulla conduzione mafiosa del porto di Bari da parte del clan Capriati.

La sentenza dei magistrati della seconda sezione penale del capoluogo, infatti, è giunta il 4 dicembre scorso dopo che la Corte di Cassazione, a settembre 2022, aveva annullato con rinvio la precedente decisione dei giudici di secondo grado, i quali, nel nuovo appello, recependo le indicazioni degli ermellini, hanno ritenuto il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga assorbito in quello legato all'associazione mafiosa, riducendo quindi tutte le condanne inflitte.

Per lo stesso motivo sono state ricalcolate tutte le pene, fra cui quella a carico del 43enne nato e residente a Giovinazzo, assistito dall'avvocato Aurelio Gironda, in 9 anni, 8 mesi e 20 giorni e quella complessiva in 11 anni, 2 mesi e 20 giorni. Nella stessa sentenza sono state rideterminate le condanne per Filippo Capriati (16 anni), Gaetano Lorusso (8 anni e 4 mesi), Pasquale Panza (7 anni e 8 mesi) e Salvatore D'Alterio (7 anni e 4 mesi). 1 anno e 4 mesi per Giuseppe D'Abbaddo.

Nel processo si era costituita parte civile la cooperativa Ariete. Alcuni componenti del gruppo rispondevano anche di aver obbligato i commercianti del mercato di Santa Scolastica e quelli della festa di San Nicola del 2015 ad acquistare la merce da fornitori amici, utilizzando la forza di intimidazione del «brand Capriati».