Le mancanze di Depalma e i dubbi sulla gestione della vicenda discarica
Il Pd a muso duro contro l’ordinanza di sopraelevazione di San Pietro Pago
sabato 29 novembre 2014
10.17
Anche il Partito Democratico entra nella "vicenda discarica". Lo fa come è avvenuto in questi giorni per tutti i soggetti che si sentono coinvolti, attraverso un comunicato stampa con cui esprime il suo punto di vista. «Sulla gestione dei rifiuti da parte di Tommaso Depalma - si legge - il PD ha condotto una campagna di pubblica denuncia da 2 anni a questa parte e fino all'ultimo comizio del 2 novembre, quando sulla pubblica piazza il consigliere Giovanni Camporeale denunciò puntualmente le cose che stavano per accadere, senza trovare ascolto».
Il comunicato ricostruisce la vicenda. «Com'è noto il 6 novembre scorso il sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, ha emesso un'ordinanza con cui ha autorizzato la "sopraelevazione di circa 1,5 - 2 metri" dei vecchi lotti di discarica che furono armati negli anni '80 e '90 del secolo scorso. Le pecche macroscopiche del sindaco sono state rilevate da più parti, tanto che l'ultima ordinanza sembra aver smosso dal torpore la città e gli organi di informazione». Il comunicato entra quindi nel merito della questione. A cominciare dalla «mancata considerazione dei problemi tecnici relativi alla tenuta di impianti costruiti 30 anni fa e progettati per contenere una quantità di rifiuti che è stata poi moltiplicata dalle sopraelevazioni». E prosegue: «L'indeterminatezza del profilo finale della discarica (se non fosse tragico, farebbe ridere quel "circa 1,5 - 2 metri"). C'è un progetto sì o no? Cosa prevede? 1,5 o 2 metri?. E poi lo schiaffo al consiglio comunale che all'unanimità il 5 marzo ha deliberato la volontà di impedire ogni ulteriore ampliamento della discarica».
E poi c'è la vicenda del dirigente dell'ufficio tecnico, trasferito, secondo il Partito Democratico, per non aver voluto firmare i pareri tecnici sulle soprelevazioni dei lotti di discarica. «Il comportamento nei riguardi del dirigente del settore tecnico - scrivono i democratici - è mafioso. Il dirigente si sarebbe reso colpevole di aver scelto l'interesse collettivo, tutelato dalla legge, alle volontà di Depalma. E per questo è stato fatto oggetto di una campagna pubblica diffamatoria ed è colpito attraverso decisioni che vanno dalla negazione della dovuta tutela legale in altre vicende amministrative, al disegno di una nuova dotazione organica punitiva nei riguardi del medesimo dirigente, fino, sembra, all'apertura di risibili fascicoli di provvedimenti disciplinari». Il poi annuncia di aver «formulato un esposto alle autorità competenti perché l'ordinanza venga immediatamente annullata e perché vengano valutati gli eventuali risvolti penali della vicenda». Una presa di posizione dura. «L'esposto - è scritto nel comunicato - è fondato sulla considerazione dei fatti sostanziali brevemente sopra richiamati e sul fatto formale che Tommaso Depalma ha abusato del suo potere di ordinanza».
«Il problema dei rifiuti - continua la nota - riguarda tutti i comuni della provincia di Bari e, in questo caso, anche quelli delle province di Barletta-Andria-Trani e di Foggia. In casi del genere il potere di ordinanza è in capo al Presidente della Regione Puglia che, prima di intervenire, ha il dovere di valutare la situazione con il Ministero dell'Ambiente. Il Presidente, sulla vicenda della discarica di Giovinazzo, ha già utilizzato i suoi poteri straordinari per ben tre volte d'intesa con il Ministero. Alla quarta richiesta di intervento eccezionale da parte della Regione Puglia, il Ministero, il 18 giugno, ha risposto che mancano i requisiti (imprevedibilità, eccezionalità e impossibilità di provvedere altrimenti) necessari a giustificare un intervento eccezionale, cioè un intervento che viola le norme ordinarie. La legge prescrive che "in caso di emergenza che interessi il territorio di più comuni, ogni sindaco adotta le misure necessarie" (decreto legislativo n. 267/2000, art. 50, c. 6). La Cassazione Penale (sez. III n. 30125 del 24/07/2012) ha sentenziato che si deve escludere che il sindaco abbia potere di agire nel caso in cui l'autorità amministrativa competente abbia legittimamente ritenuto di non potere ulteriormente intervenire in via d'urgenza. Perciò questa volta Depalma non si è limitato ad amministrare male, ma ha violato la legge a danno dei cittadini di Giovinazzo».
Infine il Pd esprime un dubbio. «Straziante - è scritto nel documento - perché Depalma ha violato la legge per coprire le inadempienze di un dirigente regionale, della Daneco e di altri sindaci. Perché aveva altri motivi che non possono essere rivelati o perché, lui, la volpe per antonomasia, si lascia prendere in giro dagli altri sindaci, dalla Daneco e dai dirigenti della Regione Puglia a danno della città di Giovinazzo?».
Il comunicato ricostruisce la vicenda. «Com'è noto il 6 novembre scorso il sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, ha emesso un'ordinanza con cui ha autorizzato la "sopraelevazione di circa 1,5 - 2 metri" dei vecchi lotti di discarica che furono armati negli anni '80 e '90 del secolo scorso. Le pecche macroscopiche del sindaco sono state rilevate da più parti, tanto che l'ultima ordinanza sembra aver smosso dal torpore la città e gli organi di informazione». Il comunicato entra quindi nel merito della questione. A cominciare dalla «mancata considerazione dei problemi tecnici relativi alla tenuta di impianti costruiti 30 anni fa e progettati per contenere una quantità di rifiuti che è stata poi moltiplicata dalle sopraelevazioni». E prosegue: «L'indeterminatezza del profilo finale della discarica (se non fosse tragico, farebbe ridere quel "circa 1,5 - 2 metri"). C'è un progetto sì o no? Cosa prevede? 1,5 o 2 metri?. E poi lo schiaffo al consiglio comunale che all'unanimità il 5 marzo ha deliberato la volontà di impedire ogni ulteriore ampliamento della discarica».
E poi c'è la vicenda del dirigente dell'ufficio tecnico, trasferito, secondo il Partito Democratico, per non aver voluto firmare i pareri tecnici sulle soprelevazioni dei lotti di discarica. «Il comportamento nei riguardi del dirigente del settore tecnico - scrivono i democratici - è mafioso. Il dirigente si sarebbe reso colpevole di aver scelto l'interesse collettivo, tutelato dalla legge, alle volontà di Depalma. E per questo è stato fatto oggetto di una campagna pubblica diffamatoria ed è colpito attraverso decisioni che vanno dalla negazione della dovuta tutela legale in altre vicende amministrative, al disegno di una nuova dotazione organica punitiva nei riguardi del medesimo dirigente, fino, sembra, all'apertura di risibili fascicoli di provvedimenti disciplinari». Il poi annuncia di aver «formulato un esposto alle autorità competenti perché l'ordinanza venga immediatamente annullata e perché vengano valutati gli eventuali risvolti penali della vicenda». Una presa di posizione dura. «L'esposto - è scritto nel comunicato - è fondato sulla considerazione dei fatti sostanziali brevemente sopra richiamati e sul fatto formale che Tommaso Depalma ha abusato del suo potere di ordinanza».
«Il problema dei rifiuti - continua la nota - riguarda tutti i comuni della provincia di Bari e, in questo caso, anche quelli delle province di Barletta-Andria-Trani e di Foggia. In casi del genere il potere di ordinanza è in capo al Presidente della Regione Puglia che, prima di intervenire, ha il dovere di valutare la situazione con il Ministero dell'Ambiente. Il Presidente, sulla vicenda della discarica di Giovinazzo, ha già utilizzato i suoi poteri straordinari per ben tre volte d'intesa con il Ministero. Alla quarta richiesta di intervento eccezionale da parte della Regione Puglia, il Ministero, il 18 giugno, ha risposto che mancano i requisiti (imprevedibilità, eccezionalità e impossibilità di provvedere altrimenti) necessari a giustificare un intervento eccezionale, cioè un intervento che viola le norme ordinarie. La legge prescrive che "in caso di emergenza che interessi il territorio di più comuni, ogni sindaco adotta le misure necessarie" (decreto legislativo n. 267/2000, art. 50, c. 6). La Cassazione Penale (sez. III n. 30125 del 24/07/2012) ha sentenziato che si deve escludere che il sindaco abbia potere di agire nel caso in cui l'autorità amministrativa competente abbia legittimamente ritenuto di non potere ulteriormente intervenire in via d'urgenza. Perciò questa volta Depalma non si è limitato ad amministrare male, ma ha violato la legge a danno dei cittadini di Giovinazzo».
Infine il Pd esprime un dubbio. «Straziante - è scritto nel documento - perché Depalma ha violato la legge per coprire le inadempienze di un dirigente regionale, della Daneco e di altri sindaci. Perché aveva altri motivi che non possono essere rivelati o perché, lui, la volpe per antonomasia, si lascia prendere in giro dagli altri sindaci, dalla Daneco e dai dirigenti della Regione Puglia a danno della città di Giovinazzo?».