Le donne, dalle tragedie della lirica alla poesia di De André

Se ne è parlato al St.Martin attraverso la presentazione dell’ultimo libro della giornalista Carmela Formicola

domenica 26 giugno 2016 10.59
A cura di Giuseppe Dalbis
Si è parlato di donne in un modo insolito ieri sera presso l'Hotel St. Martin. Nel chiostro dell'ex convento benedettino Carmela Formicola, capocronista de La Gazzetta del Mezzogiorno ha presentato il suo ultimo libro intitolato "Sinfonia dell'odio - Donne sterminate, dall'opera lirica alle canzonette" e pubblicato da Florestano Edizioni.

A far gli onori di casa l'assessora alla cultura Marianna Paladino mentre Raffaele Pellegrino, ricercatore di filosofia e cultore della materia presso l'Università degli Studi di Bari, ha introdotto l'ospite ricordando come il linguaggio usato quotidianamente sia fortemente sessuato, con una netta prevalenza del genere maschile anche a livello sintattico. Poi il giovane filosofo e vero appassionato di musica ha attinto alla sua sconfinata conoscenza dei grandi pensatori per porre, con entusiasmo contagioso, domande che hanno permesso di sviscerare il libro.

«Non ho voluto generalizzare – ha risposto Carmela Formicola – ma nella società c'è una fascia grigia trasversale che odia le donne, il male è dentro tutti noi però viene quasi sempre tenuto a bada tramite sovrastrutture. La musica, come il cinema e la tv, trasmette messaggi subliminali che ci influenzano inconsciamente».

E parlando proprio della grande musica, che è parte della nostra formazione culturale, e della storia ha ricordato: «Nell'Illuminismo alla donna viene riconosciuto un protagonismo con regole maschili, nell'800 invece la donna interpreta il cambiamento del mondo per cui nelle opere o si doveva suicidare, o veniva uccisa dall'uomo o dalla tubercolosi, o impazziva».

«Violetta della Traviata – per esempio - era una ribelle, sfruttava sessualmente l'uomo, e quindi doveva per forza morire. Gilda del Rigoletto si sacrifica dopo un'esistenza travagliata. La Carmen di Bizet, donna moderna e ribelle, si fa uccidere».

Le note delle arie più celebri, e più contestabili, suonate dal maestro Francesco Giancaspro al pianoforte, hanno intervallato l'analisi del testo.

E ripercorrendo la storia della musica si è giunti a De André, che con "Via del Campo" o "La canzone di Marinella" è riuscito a mettere in poesie delle tragedie, con una indulgenza possibile solo nel '900. Ma il nostro secolo ha offerto anche canzoni fortemente sessiste, dal Trio Lescano fino al «pericoloso rap di Fabri Fibra e tanti altri così intriso d'odio e violenza».

«Oggi l'indifferenza nei confronti della violenza colpisce in maniera indiscriminata verso donne e uomini – ha sostenuto il sindaco Tommaso Depalma, definendo speciale la serata -. Per fortuna riescono ugualmente ad emergere figure femminili straordinarie e si lavora, come stiamo facendo qui a Giovinazzo, per difendere e sostenere le donne».

E il messaggio di speranza è stato sottolineato in conclusione dalla chitarra suonata da Raffaele Pellegrino e dalla dichiarazione d'amore in musica di "She", che tutti ricordano cantata da Aznavour, eseguita al pianoforte.