Lagunaggi in discarica, la preoccupazione di PrimaVera Alternativa
Nuova nota del movimento di opposizione dopo la denuncia video di qualche giorno fa
sabato 3 novembre 2018
05.30
Vi riportiamo integralmente il comunicato apparso sulla pagina Facebook di PrimaVera Alternativa sulla questione lagunaggi in discarica. Ad accompagnarlo due foto che vi riproponiamo in gallery e che documentano il passaggio di mezzi agricoli. Una querelle, quella legata alla situazione a San Pietro Pago, che sembra non avere termine e su cui supponiamo il confronto politico possa continuare aspro anche nei prossimi giorni. (G.B.)
«Non intendiamo replicare alle offese del Sindaco. Nemmeno deplorare la clamorosa sottovalutazione della problematica "percolato", ridotta ad "acqua sporca". Non vogliamo neanche criticare il contenuto della delibera in cui l'Amministrazione prima accusa di grave inerzia Regione ed ARPA e poi, paradossalmente, finisce per chiedere loro aiuto per risolvere il problema.
La nostra "battaglia" non è contro il Sindaco, le cui azioni e giustificazioni riteniamo comunque inadeguate e fuori luogo, ma a favore della salute dei giovinazzesi e del nostro territorio; solo questo ci ha spinti a denunciare la gravità della situazione igienico-sanitaria in discarica (di cui oggi, invece, nessuno parlerebbe).
Ed è per questo che esprimiamo tutta la nostra preoccupazione perché, dinanzi ad un fenomeno così drammatico, sarebbe stato lecito attendersi dal Sindaco l'immediata ADOZIONE di PROVVEDIMENTI URGENTI E PRECAUZIONALI che vietassero la raccolta e la commercializzazione dei prodotti delle campagne invase dal percolato.
Le foto scattate oggi documentano chiaramente i segni del passaggio di mezzi agricoli proprio in uno di quei fondi più colpiti dalla tracimazione e lagunaggio del percolato; è la prova evidente che qualcuno in quelle campagne continua a recarsi, a lavorarci o, sarebbe ancor peggio, a raccogliere olive, frutta ed ortaggi!
Anziché "andare in trincea", parlare di "acqua sporca", passare il tempo sui social, il Sindaco, massima autorità sanitaria, fornisca ai giovinazzesi dati oggettivi sullo stato delle falde e dei terreni o spieghi loro perché non dispone ancora di questi dati. Soprattutto faccia tutto quanto consentito dall'ordinamento giuridico per evitare che i prodotti di quelle terre finiscano sulle nostre tavole, indennizzando adeguatamente i proprietari che hanno subito danni per il mancato raccolto o per l'inagibilità dei fondi».
«Non intendiamo replicare alle offese del Sindaco. Nemmeno deplorare la clamorosa sottovalutazione della problematica "percolato", ridotta ad "acqua sporca". Non vogliamo neanche criticare il contenuto della delibera in cui l'Amministrazione prima accusa di grave inerzia Regione ed ARPA e poi, paradossalmente, finisce per chiedere loro aiuto per risolvere il problema.
La nostra "battaglia" non è contro il Sindaco, le cui azioni e giustificazioni riteniamo comunque inadeguate e fuori luogo, ma a favore della salute dei giovinazzesi e del nostro territorio; solo questo ci ha spinti a denunciare la gravità della situazione igienico-sanitaria in discarica (di cui oggi, invece, nessuno parlerebbe).
Ed è per questo che esprimiamo tutta la nostra preoccupazione perché, dinanzi ad un fenomeno così drammatico, sarebbe stato lecito attendersi dal Sindaco l'immediata ADOZIONE di PROVVEDIMENTI URGENTI E PRECAUZIONALI che vietassero la raccolta e la commercializzazione dei prodotti delle campagne invase dal percolato.
Le foto scattate oggi documentano chiaramente i segni del passaggio di mezzi agricoli proprio in uno di quei fondi più colpiti dalla tracimazione e lagunaggio del percolato; è la prova evidente che qualcuno in quelle campagne continua a recarsi, a lavorarci o, sarebbe ancor peggio, a raccogliere olive, frutta ed ortaggi!
Anziché "andare in trincea", parlare di "acqua sporca", passare il tempo sui social, il Sindaco, massima autorità sanitaria, fornisca ai giovinazzesi dati oggettivi sullo stato delle falde e dei terreni o spieghi loro perché non dispone ancora di questi dati. Soprattutto faccia tutto quanto consentito dall'ordinamento giuridico per evitare che i prodotti di quelle terre finiscano sulle nostre tavole, indennizzando adeguatamente i proprietari che hanno subito danni per il mancato raccolto o per l'inagibilità dei fondi».