La storia della Camorra barese nel libro di Domenico Mortellaro
Presentato a Giovinazzo "Bari calibro 9", in una serata con il magistrato Giuseppe Volpe ed il giornalista Leonardo Zellino
giovedì 6 giugno 2019
0.29
Una ricostruzione storica, quasi una mappa GPS per orientarsi e capire l'attualità dell'intera mafia pugliese oggi, è questo e molto di più "Bari Calibro 9 – Storia della camorra barese", l'ultimo libro che l'ormai noto criminalista Domenico Mortellaro, al suo quinto lavoro, ha finalmente presentato sabato scorso, 1° giugno, anche nella sua città, grazie alla Pro Loco Giovinazzo e al Progetto Socrate Associazione Culturale che hanno curato l'evento.
Né d'altronde si potrebbe definire diversamente questo appuntamento , considerando la presenza al tavolo del Procuratore Capo della Repubblica di Bari con delega all'Antimafia, Giuseppe Volpe, e del giornalista Leonardo Zellino, inviato del Tg2 RAI ed autore, tra l'altro, di memorabili servizi su alcuni episodi eclatanti della mafia pugliese.
Attento moderatore della serata il presidente dell'Associazione Socrate, Savino Alberto Rucci. Più che di un' illustrazione di questo volume che sta già riscuotendo un suo meritato successo, si è trattato in realtà di un vero e proprio report a trecentosessanta gradi sulla complessa fenomenologia della criminalità nella nostra regione, compresa una breve relazione del dr. Volpe sull'attività della Procura e gli ottimi risultati finora conseguiti, anche per il metodo da lui introdotto ed applicato dai suoi valenti collaboratori e da tutte le forze dell'ordine in sinergia tra loro.
Circa questo "Bari Calibro 9", non ha certo esitato il collega Zellino a definirlo «la fotografia che mancava alla narrazione di questa Città»; ancora più netto il giudizio del sempre molto misurato procuratore Volpe che però, stavolta, non ha certo lesinato un giustificato apprezzamento a Domenico Mortellaro per questo «lavoro di 15 anni di studio approfondito… da sociologo, criminilogo e storico… di densità incredibile» per una «… pubblicazione di valore scientifico elevatissimo».
Un ritratto a tinte fosche di un'attualità che spesso ripropone scene alla "Gomorra" , soprattutto nelle zone più abbandonate a se stesse dallo Stato, chiaro e forte è suonato l'appello dell'autore a riappropriarsi del destino del nostro territorio rompendo «il muro del silenzio» e quello dell'indifferenza grazie al quale sopravvivono le mafie che stanno soffocando economia e società di una "Terra di Bari" e di un'intera Puglia che peraltro è stata pure universalmente definita "La Regione più bella del Mondo".
Una Sala San Felice piena come solo negli avvenimenti più importanti, con due ex sindaci tra il pubblico, e l'unica nota stonata rappresentata dall'assenza di almeno qualche rappresentante della Giunta, ha tributato il giusto omaggio al giovane autore.
E comunque, unicuique suum, non ne ha certo risentito l'auditorium, non ne ha risentito la processione della Madonna delle Grazie.
Né d'altronde si potrebbe definire diversamente questo appuntamento , considerando la presenza al tavolo del Procuratore Capo della Repubblica di Bari con delega all'Antimafia, Giuseppe Volpe, e del giornalista Leonardo Zellino, inviato del Tg2 RAI ed autore, tra l'altro, di memorabili servizi su alcuni episodi eclatanti della mafia pugliese.
Attento moderatore della serata il presidente dell'Associazione Socrate, Savino Alberto Rucci. Più che di un' illustrazione di questo volume che sta già riscuotendo un suo meritato successo, si è trattato in realtà di un vero e proprio report a trecentosessanta gradi sulla complessa fenomenologia della criminalità nella nostra regione, compresa una breve relazione del dr. Volpe sull'attività della Procura e gli ottimi risultati finora conseguiti, anche per il metodo da lui introdotto ed applicato dai suoi valenti collaboratori e da tutte le forze dell'ordine in sinergia tra loro.
Circa questo "Bari Calibro 9", non ha certo esitato il collega Zellino a definirlo «la fotografia che mancava alla narrazione di questa Città»; ancora più netto il giudizio del sempre molto misurato procuratore Volpe che però, stavolta, non ha certo lesinato un giustificato apprezzamento a Domenico Mortellaro per questo «lavoro di 15 anni di studio approfondito… da sociologo, criminilogo e storico… di densità incredibile» per una «… pubblicazione di valore scientifico elevatissimo».
Un ritratto a tinte fosche di un'attualità che spesso ripropone scene alla "Gomorra" , soprattutto nelle zone più abbandonate a se stesse dallo Stato, chiaro e forte è suonato l'appello dell'autore a riappropriarsi del destino del nostro territorio rompendo «il muro del silenzio» e quello dell'indifferenza grazie al quale sopravvivono le mafie che stanno soffocando economia e società di una "Terra di Bari" e di un'intera Puglia che peraltro è stata pure universalmente definita "La Regione più bella del Mondo".
Una Sala San Felice piena come solo negli avvenimenti più importanti, con due ex sindaci tra il pubblico, e l'unica nota stonata rappresentata dall'assenza di almeno qualche rappresentante della Giunta, ha tributato il giusto omaggio al giovane autore.
E comunque, unicuique suum, non ne ha certo risentito l'auditorium, non ne ha risentito la processione della Madonna delle Grazie.