La soddisfazione a 5 stelle
I grillini analizzano con orgoglio il risultato raggiunto ma trovano la competizione regionale poco corretta
giovedì 4 giugno 2015
02.10
«Giovinazzo è ancora viva». È questo il primo commento che lunedì mattina, verso le ore 04.30, gli attivisti 5 Stelle di Giovinazzo sussurravamo assonnati ed al contempo elettrizzati, mentre erano ancora intenti a raccogliere i dati dalle sezioni sotto le prime luci del giorno.
«Un commento forse affrettato, forse troppo nobile rispetto a quello che è lo scenario politico giovinazzese, pugliese ed italiano. Tuttavia, la sorpresa è stata grande ed inaspettata, e lo diciamo senza presunzione». Questa invece la riflessione che, un paio di giorni dopo e a mente fredda, compie il Movimento 5 Stelle locale.
«Il M5S pugliese in questi due anni - scrivono - ha lavorato in silenzio, presentandosi alla scena pubblica non più di 5 mesi fa; utilizzando la rete ed i gruppi di lavoro, abbiamo realizzato un programma completo e ponderato, senza fantasie e davvero rivoluzionario per la nostra regione. Nel frattempo, c'è stata la scelta online dei nostri candidati, che ha partorito una rosa di nomi dove hanno prevalso l'onestà, la competenza e l'umiltà. Ne è venuta fuori una lista di giovani preparati e motivati, con un alta incidenza di laureati e donne, fattori non imposti ma nati spontaneamente da opinioni incondizionate. Abbiamo scelto una candidata presidente di 28 anni, laureanda in architettura, guida turistica per passione. I nostri candidati hanno girato la Puglia in lungo e in largo, raccogliendo opinioni, suggerimenti e critiche, raccontando la nostra visione di Puglia e denunciando il malaffare».
«Arrivati al voto – proseguono nel racconto i pentastellati - ci siamo trovati davanti ad una macchina del consenso inimmaginabile. Abbiamo raccolto e speso circa 8.000 euro per la campagna elettorale, grazie alle donazioni di simpatizzanti e attivisti autofinanziati. Dall'altra parte, i nostri avversari hanno finanziato le loro campagne con centinaia di migliaia di euro, utilizzando soldi pubblici e privati. Hanno schierato candidati impresentabili, indagati e coinvolti in reati di ogni genere, dalla corruzione all'estorsione, dal traffico internazionale di stupefacenti al voto di scambio. Ci siamo trovati ad affrontare degli sfidanti supportati dai baroni dell'università e della sanità, da imprenditori, palazzinari e lobbisti, che hanno sfruttato le proprie posizioni di potere per dirottare il voto, quasi sempre facendo leva sulla precarietà delle condizioni sociali del popolo pugliese».
E il racconto assume il tono della denuncia: «Dall'altra parte della barricata si sono preparate grandi coalizioni formate da liste eterogenee, dove correvano insieme liste di centrosinistra e centrodestra, comunisti e fascisti, moderati ed estremisti, tutti che terranno il vincitore appeso come un burattino, in attesa di ricevere il proprio tornaconto. Abbiamo trovato il voto di scambio radicato nei territori, delineato dall'avanzata inspiegabile di nomi mai visti prima nelle nostre piazze, ma che hanno collezionato centinaia di preferenze. Ci sono stati casi in cui davanti alle resistenze di cittadini intenzionati a sostenere il Movimento, i nostri avversari hanno suggerito il famoso "voto disgiunto" (tra liste) facendo annullare oltre 140.000 schede. Abbiamo visto il successo di candidati sponsorizzati dai soliti noti, divisi in decine di comitati elettorali ma uniti attorno allo stesso nome. Siamo stati derisi dalla politica locale, ignorati o sottovalutati dalla stampa. Abbiamo rifiutato accordi, compromessi, apparentamenti e proposte indecenti».
«Nonostante tutto ciò - proseguono orgogliosi gli attivisti - la nostra candidata presidente Antonella Laricchia, si è piazzata in seconda posizione; il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica in Puglia, ed è riuscito da solo ad eleggere 7 Consiglieri Regionali, di cui 4 donne (neanche una nella coalizione vincente di Emiliano). Abbiamo consolidato una media complessiva di preferenze pari a circa il 20%, dimostrando che il M5S non era solo una bolla di sapone che sarebbe scoppiata con la stessa velocità con cui è nata. A Giovinazzo, la nostra candidata presidente è stata scelta oltre 1.600 volte, la lista M5S è stata votata oltre 1.300 volte, i nostri candidati consiglieri hanno ricevuto quasi 500 preferenze. Se questi numeri non sono un successo, al netto della situazione più sopra descritta, non sapremmo descriverli diversamente. E per questo, non possiamo che ringraziare tutti i cittadini liberi che nonostante le promesse ricevute hanno avuto il coraggio di andare controtendenza, scegliendo delle persone davvero fuori dai giochi di potere, magari accontentandosi di votare la nostra presidente ma preferendo i candidati di altre liste, nella speranza di ricevere soldi o lavoro».
«Al netto di tutto questo - insistono i grillini - non possiamo però non rimarcare, seppur banalmente, come l'astensionismo sia il vero vincitore di queste elezioni. La metà dei pugliesi non è andata a votare, e questo è sintomo del grande disinteresse e della sfiducia che i cittadini provano verso le istituzioni e la politica. Da nostro canto abbiamo provato a proporci come alternativa a questo desolante scenario, coerenti nelle parole e nei fatti. Evidentemente non siamo però stati capaci di deviare, anche in minima parte, questa discesa libera verso la non-partecipazione. I fattori in campo sono tanti e variabili, ci sarebbe ancora spazio per un analisi più approfondita ma in questo momento sarebbe inopportuno farlo».
A questo punto il M5S conclude l'analisi, e il messaggio di ringraziamento, con una promessa, «una di quelle vere, di quelle che la politica non è mai stata capace di mantenere: saremo una volta la sabbia ed una volta l'olio negli ingranaggi della Regione Puglia, a seconda di quello che la maggioranza farà. Qualunque provvedimento positivo verrà accolto e favorito dal nostro gruppo. Ma il malaffare, la corruzione e il clientelismo, saranno contrastati con qualsiasi mezzo».
«Un commento forse affrettato, forse troppo nobile rispetto a quello che è lo scenario politico giovinazzese, pugliese ed italiano. Tuttavia, la sorpresa è stata grande ed inaspettata, e lo diciamo senza presunzione». Questa invece la riflessione che, un paio di giorni dopo e a mente fredda, compie il Movimento 5 Stelle locale.
«Il M5S pugliese in questi due anni - scrivono - ha lavorato in silenzio, presentandosi alla scena pubblica non più di 5 mesi fa; utilizzando la rete ed i gruppi di lavoro, abbiamo realizzato un programma completo e ponderato, senza fantasie e davvero rivoluzionario per la nostra regione. Nel frattempo, c'è stata la scelta online dei nostri candidati, che ha partorito una rosa di nomi dove hanno prevalso l'onestà, la competenza e l'umiltà. Ne è venuta fuori una lista di giovani preparati e motivati, con un alta incidenza di laureati e donne, fattori non imposti ma nati spontaneamente da opinioni incondizionate. Abbiamo scelto una candidata presidente di 28 anni, laureanda in architettura, guida turistica per passione. I nostri candidati hanno girato la Puglia in lungo e in largo, raccogliendo opinioni, suggerimenti e critiche, raccontando la nostra visione di Puglia e denunciando il malaffare».
«Arrivati al voto – proseguono nel racconto i pentastellati - ci siamo trovati davanti ad una macchina del consenso inimmaginabile. Abbiamo raccolto e speso circa 8.000 euro per la campagna elettorale, grazie alle donazioni di simpatizzanti e attivisti autofinanziati. Dall'altra parte, i nostri avversari hanno finanziato le loro campagne con centinaia di migliaia di euro, utilizzando soldi pubblici e privati. Hanno schierato candidati impresentabili, indagati e coinvolti in reati di ogni genere, dalla corruzione all'estorsione, dal traffico internazionale di stupefacenti al voto di scambio. Ci siamo trovati ad affrontare degli sfidanti supportati dai baroni dell'università e della sanità, da imprenditori, palazzinari e lobbisti, che hanno sfruttato le proprie posizioni di potere per dirottare il voto, quasi sempre facendo leva sulla precarietà delle condizioni sociali del popolo pugliese».
E il racconto assume il tono della denuncia: «Dall'altra parte della barricata si sono preparate grandi coalizioni formate da liste eterogenee, dove correvano insieme liste di centrosinistra e centrodestra, comunisti e fascisti, moderati ed estremisti, tutti che terranno il vincitore appeso come un burattino, in attesa di ricevere il proprio tornaconto. Abbiamo trovato il voto di scambio radicato nei territori, delineato dall'avanzata inspiegabile di nomi mai visti prima nelle nostre piazze, ma che hanno collezionato centinaia di preferenze. Ci sono stati casi in cui davanti alle resistenze di cittadini intenzionati a sostenere il Movimento, i nostri avversari hanno suggerito il famoso "voto disgiunto" (tra liste) facendo annullare oltre 140.000 schede. Abbiamo visto il successo di candidati sponsorizzati dai soliti noti, divisi in decine di comitati elettorali ma uniti attorno allo stesso nome. Siamo stati derisi dalla politica locale, ignorati o sottovalutati dalla stampa. Abbiamo rifiutato accordi, compromessi, apparentamenti e proposte indecenti».
«Nonostante tutto ciò - proseguono orgogliosi gli attivisti - la nostra candidata presidente Antonella Laricchia, si è piazzata in seconda posizione; il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica in Puglia, ed è riuscito da solo ad eleggere 7 Consiglieri Regionali, di cui 4 donne (neanche una nella coalizione vincente di Emiliano). Abbiamo consolidato una media complessiva di preferenze pari a circa il 20%, dimostrando che il M5S non era solo una bolla di sapone che sarebbe scoppiata con la stessa velocità con cui è nata. A Giovinazzo, la nostra candidata presidente è stata scelta oltre 1.600 volte, la lista M5S è stata votata oltre 1.300 volte, i nostri candidati consiglieri hanno ricevuto quasi 500 preferenze. Se questi numeri non sono un successo, al netto della situazione più sopra descritta, non sapremmo descriverli diversamente. E per questo, non possiamo che ringraziare tutti i cittadini liberi che nonostante le promesse ricevute hanno avuto il coraggio di andare controtendenza, scegliendo delle persone davvero fuori dai giochi di potere, magari accontentandosi di votare la nostra presidente ma preferendo i candidati di altre liste, nella speranza di ricevere soldi o lavoro».
«Al netto di tutto questo - insistono i grillini - non possiamo però non rimarcare, seppur banalmente, come l'astensionismo sia il vero vincitore di queste elezioni. La metà dei pugliesi non è andata a votare, e questo è sintomo del grande disinteresse e della sfiducia che i cittadini provano verso le istituzioni e la politica. Da nostro canto abbiamo provato a proporci come alternativa a questo desolante scenario, coerenti nelle parole e nei fatti. Evidentemente non siamo però stati capaci di deviare, anche in minima parte, questa discesa libera verso la non-partecipazione. I fattori in campo sono tanti e variabili, ci sarebbe ancora spazio per un analisi più approfondita ma in questo momento sarebbe inopportuno farlo».
A questo punto il M5S conclude l'analisi, e il messaggio di ringraziamento, con una promessa, «una di quelle vere, di quelle che la politica non è mai stata capace di mantenere: saremo una volta la sabbia ed una volta l'olio negli ingranaggi della Regione Puglia, a seconda di quello che la maggioranza farà. Qualunque provvedimento positivo verrà accolto e favorito dal nostro gruppo. Ma il malaffare, la corruzione e il clientelismo, saranno contrastati con qualsiasi mezzo».