La scelta di Michele Abbaticchio
Intervista al Sindaco di Bitonto, candidato alle elezioni europee per +Europa-Italia in Comune
venerdì 17 maggio 2019
07.00
Michele Abbaticchio, Sindaco di Bitonto e leader di Italia in Comune, è candidato alle ormai imminenti elezioni europee. Il 26 maggio si potrà scegliere anche il suo nome, in lista per +Europa-Italia in Comune, la formazione che mette insieme l'esperienza di Emma Bonino e della composita area che la segue, fortemente europeista, e quella di tanti amministratori locali che si sono spesso confrontati con fondi e vincoli di derivazione comunitaria.
Questo è ciò che ci ha raccontato in una intervista.
Come è maturata questa scelta di scendere in campo in questa tornata elettorale per le europee?
E' una candidatura di servizio. Il partito me lo ha chiesto perché era importante partecipare anche alla tornata elettorale europea, come sta partecipando alle tante amministrative di Puglia e d'Italia. Il mio nome è stato frutto di una decisione partecipata. Forse per questo motivo ancora maggiormente sento la responsabilità di rappresentare i tanti sindaci, amministratori e aderenti che mi hanno deputato per la corsa europea.
Da Sindaco a candidato per il Parlamento di Bruxelles e Strasburgo: qual è a suo avviso il trait d'union più evidente che collega l'Ente da lei guidato all'UE?
Beh, non ho fatto mai mistero di prediligere una politica all'interno della mia amministrazione che guardasse con particolare attenzione alle opportunità offerte dall'Unione Europea. Non poteva essere diversamente, vista la mia formazione professionale come dirigente esperto nella intercettazione dei fondi europei. Da sindaco, non ho fatto altro che portare la mia 'vision' all'interno della macchina amministrativa e, finora, devo dire che gli obiettivi raggiunti ci hanno dato ragione visto che siamo uno dei Comuni che maggiormente è riuscito a candidarsi con successo e ad attingere alle risorse europee, in questi anni.
Facciamo un salto indietro. Come nasce la sua esperienza con Italia in Comune?
Non sono mai stato iscritto a nessun partito, sono sempre stato un civico puro. Quando ho saputo che un sindaco, Alessio Pascucci di Cerveteri, stava organizzando un 'ritrovo' di Primi Cittadini che formassero una 'rete delle buone prassi' e una sorta di organismo di mutuo soccorso fra amministratori d'Italia, ho convintamente sposato il progetto. La volontà di fondare un vero e proprio partito è arrivata dopo, quando ci siamo resi conto dell'entusiasmo che l'idea aveva riscosso fra tanti amministratori.
Quanto è stretto il suo attuale legame con Tommaso Depalma e Michele Sollecito?
Ovviamente, conoscevo e avevo già collaborato con Tommaso e tutta la sua Giunta in passato per normali questioni amministrative. Essendo vicesindaco metropolitano, ad esempio, negli ultimi anni ho curato come delegato alla pianificazione strategica, tutto l'iter che ha condotto, poi, a ottenere gli oltre due milioni per Giovinazzo per il nuovo waterfront e la candidatura di Bari città metropolitana al Bando Periferie Aperte che ha poi permesso di far arrivare ulteriori 650 mila euro a Giovinazzo per la riqualificazione di alcuni spazi nella zona 167. Con l'adesione allo stesso partito la collaborazione con Tommaso e Michele non ha potuto che rafforzarsi, visto anche l'obiettivo comune di voler far crescere i nostri territori, peraltro attigui.
Bitonto e Giovinazzo sembrano avere l'intento comune di fare un salto in avanti in chiave turistica, vista come opportunità ineludibile per una crescita a tutto tondo: quali rivendicazioni di questi territori porterebbe in Europa se ne avesse l'opportunità?
La vocazione turistica delle nostre città si declina a 360 gradi: Giovinazzo, come Bitonto, non ha solo un ricchissimo patrimonio architettonico e paesaggistico ma anche eno-gastronomico, ad esempio. Nel nostro programma, una delle priorità che abbiamo è quella della tutela del nostro made in Italy a cominciare dalle nostre eccellenze locali. Ma siamo intenzionati a portare avanti tutta una serie di battaglie per le città del sud. Da eurodeputato, ad esempio, mi piacerebbe vedere avviata una analisi del divario esistente non solo fra Nord e Sud ma anche fra Comuni montani in via di spopolamento, quelli delle aree deindustrializzate, quelli dell'entroterra o delle aree più ricche del Paese con un organismo creato ad hoc e che avvii tale controllo monitorando analiticamente i dati. Quindi, ipotizzare una sorta di meccanismo premiale incentrato sugli Enti locali, che 'gratifichi' quelli virtuosi e penalizzi i municipi spreconi e inefficienti, di modo che la redistribuzione delle risorse avvenga sulla scorta della definizione dei livelli essenziali delle prestazioni ma anche di requisiti di merito e non, come accaduto in questi anni, con finanze ingiustamente sottratte in modo più accentuato ai Comuni del Sud. Giovinazzo e Bitonto, come altri comuni amministrati da sindaci di Italia in Comune, hanno già iniziato questo tipo di battaglia. Non si potrebbe, poi, tralasciare il problema del nostro tempo: la disoccupazione - giovanile e non -nel mezzogiorno. C'è da elaborare un piano per la formazione professionale che qualifichi o ri-qualifichi i nostri cervelli. E poi abbiamo bisogno di un piano di assunzioni che si ponga in netta alternativa al reddito di cittadinanza: penso che assumere un disoccupato sia molto più produttivo che regalare uno stipendio.
Bitonto, Giovinazzo, appunto, ma anche Terlizzi, Ruvo di Puglia, Corato, Andria. Tutte terre dell'olio. Come pensa di affrontare a Bruxelles il problema xylella che, come amministratore, l'ha vista al fianco dei gilet arancioni e che ora fa paura al nostro comparto oleario?
Io penso che la vera medicina contro la xylella si chiami 'agricoltura'. L'idea che portiamo avanti con Italia in Comune è quella di un piano, di cui si faccia carico l'Unione Europea, che preveda la manutenzione degli uliveti e delle campagne nelle aree colpite e nelle aree ancora indenni per fermare, rallentare, ridurre al minimo l'avanzata del vettore. In sostanza, la nostra proposta è di mettere in campo servizi di "buone pratiche agricole" contro la xylella nei terreni incolti e abbandonati o pubblici e demaniali, oltre ad attività di controllo e monitoraggio dell'applicazione delle stesse, da affidare a cooperative agricole che forniscano servizi di potatura, aratura, fresatura e altri trattamenti, e a consorzi e società di vigilanza campestre da selezionare mediante bando pubblico, con la possibilità di utilizzare disoccupati che beneficiano del reddito di cittadinanza. Un piano del genere darebbe lavoro a molti disoccupati e consentirebbe un significativo ritorno all'agricoltura ma raggiungerebbe anche altri obiettivi come la realizzazione di un database delle aree incolte, l'istituzione di forme di vigilanza ecologica e la manutenzione costante del territorio rurale non più coltivato.
Chiuda gli occhi ed immagini una possibile elezione. Siamo nella notte tra il 26 ed il 27 maggio prossimi e Michele Abbaticchio è un nuovo eurodeputato italiano: a chi andrebbero i suoi primissimi ringraziamenti?
I miei ringraziamenti, a prescindere dal risultato, vanno alla squadra di Italia in Comune Puglia che è chiamata a una prova davvero dura e che sta lavorando duramente, avendo compreso che il risultato non sarebbe solo mio ma di tutti noi e darebbe dimostrazione della nostra compattezza e unione a dispetto delle pochissime risorse a disposizione, visto che non siamo un grande partito. Poi, a tutti i pugliesi e, in special modo, ai bitontini. Significherebbe che avranno capito le mie intenzioni: continuare a 'servire' la mia città, le città del circondario, tutto il sud, da un livello più alto, con risorse maggiori, strumenti più adeguati, con la possibilità di fare la differenza.
Chiosa d'obbligo col quesito che la accompagna dal momento della notizia della candidatura: lascerà la carica di Sindaco di Bitonto? Riuscirà in caso contrario a tener fede sino in fondo al suo impegno con gli elettori ed essere anche a Bruxelles?
I due incarichi sono incompatibili. Dovrò necessariamente scegliere ma credo di aver risposto nella domanda precedente: il mio impegno come amministratore non cambierà. Anzi, al massimo sarà maggiore alla luce del 'livello' diverso in cui andrei a operare. E' indubbio che i sindaci oggi non abbiano grandi risorse per operare e che tutte le loro idee, progetti di città, proposte devono scontrarsi con la durissima realtà degli strumenti che hanno. E che sono tragicamente inadeguati.
Ultimissimo passaggio: ha facoltà di fare un appello a loro, a quelli che a Bitonto, come a Giovinazzo o in altre parti della Puglia vuol rappresentare. Cosa sente di dire?
Il nostro progetto è genuino e non è un caso che tanti amministratori, ovvero proprio coloro che conoscono burocrazia, dinamiche amministrative, problemi quotidiani della gente, lo abbiano convintamente sposato. Siamo la alternativa ai partiti storici che hanno chiaramente fallito nelle loro proposte per l'Italia in Europa, al punto che oggi il nostro Paese, pur essendo uno dei fondatori, non è trattato nell'Unione con il rispetto che merita, e anche al pressapochismo e alla incompetenza dei partiti di recente formazione o che recentemente hanno solo cambiato la propria denominazione per una ragione di marketing territoriale. Rappresentiamo il cambiamento ma abbiamo la competenza. Quello che posso dire è: metteteci alla prova.
Questo è ciò che ci ha raccontato in una intervista.
Come è maturata questa scelta di scendere in campo in questa tornata elettorale per le europee?
E' una candidatura di servizio. Il partito me lo ha chiesto perché era importante partecipare anche alla tornata elettorale europea, come sta partecipando alle tante amministrative di Puglia e d'Italia. Il mio nome è stato frutto di una decisione partecipata. Forse per questo motivo ancora maggiormente sento la responsabilità di rappresentare i tanti sindaci, amministratori e aderenti che mi hanno deputato per la corsa europea.
Da Sindaco a candidato per il Parlamento di Bruxelles e Strasburgo: qual è a suo avviso il trait d'union più evidente che collega l'Ente da lei guidato all'UE?
Beh, non ho fatto mai mistero di prediligere una politica all'interno della mia amministrazione che guardasse con particolare attenzione alle opportunità offerte dall'Unione Europea. Non poteva essere diversamente, vista la mia formazione professionale come dirigente esperto nella intercettazione dei fondi europei. Da sindaco, non ho fatto altro che portare la mia 'vision' all'interno della macchina amministrativa e, finora, devo dire che gli obiettivi raggiunti ci hanno dato ragione visto che siamo uno dei Comuni che maggiormente è riuscito a candidarsi con successo e ad attingere alle risorse europee, in questi anni.
Facciamo un salto indietro. Come nasce la sua esperienza con Italia in Comune?
Non sono mai stato iscritto a nessun partito, sono sempre stato un civico puro. Quando ho saputo che un sindaco, Alessio Pascucci di Cerveteri, stava organizzando un 'ritrovo' di Primi Cittadini che formassero una 'rete delle buone prassi' e una sorta di organismo di mutuo soccorso fra amministratori d'Italia, ho convintamente sposato il progetto. La volontà di fondare un vero e proprio partito è arrivata dopo, quando ci siamo resi conto dell'entusiasmo che l'idea aveva riscosso fra tanti amministratori.
Quanto è stretto il suo attuale legame con Tommaso Depalma e Michele Sollecito?
Ovviamente, conoscevo e avevo già collaborato con Tommaso e tutta la sua Giunta in passato per normali questioni amministrative. Essendo vicesindaco metropolitano, ad esempio, negli ultimi anni ho curato come delegato alla pianificazione strategica, tutto l'iter che ha condotto, poi, a ottenere gli oltre due milioni per Giovinazzo per il nuovo waterfront e la candidatura di Bari città metropolitana al Bando Periferie Aperte che ha poi permesso di far arrivare ulteriori 650 mila euro a Giovinazzo per la riqualificazione di alcuni spazi nella zona 167. Con l'adesione allo stesso partito la collaborazione con Tommaso e Michele non ha potuto che rafforzarsi, visto anche l'obiettivo comune di voler far crescere i nostri territori, peraltro attigui.
Bitonto e Giovinazzo sembrano avere l'intento comune di fare un salto in avanti in chiave turistica, vista come opportunità ineludibile per una crescita a tutto tondo: quali rivendicazioni di questi territori porterebbe in Europa se ne avesse l'opportunità?
La vocazione turistica delle nostre città si declina a 360 gradi: Giovinazzo, come Bitonto, non ha solo un ricchissimo patrimonio architettonico e paesaggistico ma anche eno-gastronomico, ad esempio. Nel nostro programma, una delle priorità che abbiamo è quella della tutela del nostro made in Italy a cominciare dalle nostre eccellenze locali. Ma siamo intenzionati a portare avanti tutta una serie di battaglie per le città del sud. Da eurodeputato, ad esempio, mi piacerebbe vedere avviata una analisi del divario esistente non solo fra Nord e Sud ma anche fra Comuni montani in via di spopolamento, quelli delle aree deindustrializzate, quelli dell'entroterra o delle aree più ricche del Paese con un organismo creato ad hoc e che avvii tale controllo monitorando analiticamente i dati. Quindi, ipotizzare una sorta di meccanismo premiale incentrato sugli Enti locali, che 'gratifichi' quelli virtuosi e penalizzi i municipi spreconi e inefficienti, di modo che la redistribuzione delle risorse avvenga sulla scorta della definizione dei livelli essenziali delle prestazioni ma anche di requisiti di merito e non, come accaduto in questi anni, con finanze ingiustamente sottratte in modo più accentuato ai Comuni del Sud. Giovinazzo e Bitonto, come altri comuni amministrati da sindaci di Italia in Comune, hanno già iniziato questo tipo di battaglia. Non si potrebbe, poi, tralasciare il problema del nostro tempo: la disoccupazione - giovanile e non -nel mezzogiorno. C'è da elaborare un piano per la formazione professionale che qualifichi o ri-qualifichi i nostri cervelli. E poi abbiamo bisogno di un piano di assunzioni che si ponga in netta alternativa al reddito di cittadinanza: penso che assumere un disoccupato sia molto più produttivo che regalare uno stipendio.
Bitonto, Giovinazzo, appunto, ma anche Terlizzi, Ruvo di Puglia, Corato, Andria. Tutte terre dell'olio. Come pensa di affrontare a Bruxelles il problema xylella che, come amministratore, l'ha vista al fianco dei gilet arancioni e che ora fa paura al nostro comparto oleario?
Io penso che la vera medicina contro la xylella si chiami 'agricoltura'. L'idea che portiamo avanti con Italia in Comune è quella di un piano, di cui si faccia carico l'Unione Europea, che preveda la manutenzione degli uliveti e delle campagne nelle aree colpite e nelle aree ancora indenni per fermare, rallentare, ridurre al minimo l'avanzata del vettore. In sostanza, la nostra proposta è di mettere in campo servizi di "buone pratiche agricole" contro la xylella nei terreni incolti e abbandonati o pubblici e demaniali, oltre ad attività di controllo e monitoraggio dell'applicazione delle stesse, da affidare a cooperative agricole che forniscano servizi di potatura, aratura, fresatura e altri trattamenti, e a consorzi e società di vigilanza campestre da selezionare mediante bando pubblico, con la possibilità di utilizzare disoccupati che beneficiano del reddito di cittadinanza. Un piano del genere darebbe lavoro a molti disoccupati e consentirebbe un significativo ritorno all'agricoltura ma raggiungerebbe anche altri obiettivi come la realizzazione di un database delle aree incolte, l'istituzione di forme di vigilanza ecologica e la manutenzione costante del territorio rurale non più coltivato.
Chiuda gli occhi ed immagini una possibile elezione. Siamo nella notte tra il 26 ed il 27 maggio prossimi e Michele Abbaticchio è un nuovo eurodeputato italiano: a chi andrebbero i suoi primissimi ringraziamenti?
I miei ringraziamenti, a prescindere dal risultato, vanno alla squadra di Italia in Comune Puglia che è chiamata a una prova davvero dura e che sta lavorando duramente, avendo compreso che il risultato non sarebbe solo mio ma di tutti noi e darebbe dimostrazione della nostra compattezza e unione a dispetto delle pochissime risorse a disposizione, visto che non siamo un grande partito. Poi, a tutti i pugliesi e, in special modo, ai bitontini. Significherebbe che avranno capito le mie intenzioni: continuare a 'servire' la mia città, le città del circondario, tutto il sud, da un livello più alto, con risorse maggiori, strumenti più adeguati, con la possibilità di fare la differenza.
Chiosa d'obbligo col quesito che la accompagna dal momento della notizia della candidatura: lascerà la carica di Sindaco di Bitonto? Riuscirà in caso contrario a tener fede sino in fondo al suo impegno con gli elettori ed essere anche a Bruxelles?
I due incarichi sono incompatibili. Dovrò necessariamente scegliere ma credo di aver risposto nella domanda precedente: il mio impegno come amministratore non cambierà. Anzi, al massimo sarà maggiore alla luce del 'livello' diverso in cui andrei a operare. E' indubbio che i sindaci oggi non abbiano grandi risorse per operare e che tutte le loro idee, progetti di città, proposte devono scontrarsi con la durissima realtà degli strumenti che hanno. E che sono tragicamente inadeguati.
Ultimissimo passaggio: ha facoltà di fare un appello a loro, a quelli che a Bitonto, come a Giovinazzo o in altre parti della Puglia vuol rappresentare. Cosa sente di dire?
Il nostro progetto è genuino e non è un caso che tanti amministratori, ovvero proprio coloro che conoscono burocrazia, dinamiche amministrative, problemi quotidiani della gente, lo abbiano convintamente sposato. Siamo la alternativa ai partiti storici che hanno chiaramente fallito nelle loro proposte per l'Italia in Europa, al punto che oggi il nostro Paese, pur essendo uno dei fondatori, non è trattato nell'Unione con il rispetto che merita, e anche al pressapochismo e alla incompetenza dei partiti di recente formazione o che recentemente hanno solo cambiato la propria denominazione per una ragione di marketing territoriale. Rappresentiamo il cambiamento ma abbiamo la competenza. Quello che posso dire è: metteteci alla prova.