La nostra lingua cambia, ma sta bene
Iera sera l’intervento di Vera Gheno sull’italiano contemporaneo
domenica 12 febbraio 2017
10.46
Troncamenti, fusioni di parole, anglismi, acronimi, parole con nuovi significati dai social media. È l'italiano di oggi, ma niente paura, è in ottimo stato di salute. Questa è la radiografia della lingua italiana fatta da Vera Gheno, sociolinguista, docente universitaria e curatrice del profilo Twitter dell'Accademia della Crusca, intervenuta ieri sera in un incontro intitolato "Sono cambiamenti solo se spaventano: l'italiano alle prese con la contemporaneità" ed organizzato dall'Associazione culturale "Tracce" e dalla Rete Scolastica cittadina.
Con un piccolo excursus, dalle primissime iscrizioni e dalla lingua cinquecentesca di Pietro Bembo, passando per l'Unità d'Italia, fino all'influenza dalla TV e dei giornali negli anni '50 ed al "neostandard" degli anni '80, Vera Gheno ha ripercorso la storia della nostra lingua per analizzare i tratti che la caratterizzano attualmente. Dal suo punto di vista, l'italiano «è una lingua sensata ed è sana, perché adattata alla varietà dei contesti in cui è parlata». Per questo, l'"italiano elettronico", contaminato dai nuovi strumenti telematici e di comunicazione, non è da condannare, perché fotografa un mondo in evoluzione.
La norma, intesa come un insieme di regole che struttura una lingua in un determinato momento storico e culturale, di cui è portatrice l'istituzione stessa della Crusca, deve adattarsi ai cambiamenti, non rimanendo monolitica. È necessario, allora, valutare caso per caso, senza stigmatizzare a priori, distinguendo tra quelli che la Gheno ha definito «vezzi» ed «errori» veri e propri.
Come per il caso del "piuttosto che", diffusosi di recente con il significato di "o, oppure" e contro cui si sono mobilitati i difensori della grammatica, che abbiamo ricordato in una nostra domanda indirizzata alla sociolinguista. Per la docente universitaria, non ci sono dubbi: è un errore, perché non solo viola la norma, ma crea ambiguità che lede all'interpretazione generale.
«Con incontri importanti come questo, la scuola ha l'opportunità di rivedere la propria azione e di intervenire per dare il proprio contributo decisivo alla formazione dei nostri ragazzi», ha affermato Michele Bonasia, Dirigente Scolastico dell'I.C. "San Giovanni Bosco-Buonarroti", soddisfatto di aver incoraggiato l'incontro, moderato dalla docente di scuola secondaria superiore, Carmen Tarantino, ed introdotto dalle considerazioni di Michele Sollecito, Assessore alla Pubblica Istruzione.
A quasi un anno dall'incontro con il prof. Francesco Sabatini, la collaborazione tra linguisti ed insegnanti continua a trovare terreno fertile a Giovinazzo e promette altri interessanti momenti di riflessione, che coinvolgeranno gli attori della didattica e della formazione e le scolaresche giovinazzesi.
Con un piccolo excursus, dalle primissime iscrizioni e dalla lingua cinquecentesca di Pietro Bembo, passando per l'Unità d'Italia, fino all'influenza dalla TV e dei giornali negli anni '50 ed al "neostandard" degli anni '80, Vera Gheno ha ripercorso la storia della nostra lingua per analizzare i tratti che la caratterizzano attualmente. Dal suo punto di vista, l'italiano «è una lingua sensata ed è sana, perché adattata alla varietà dei contesti in cui è parlata». Per questo, l'"italiano elettronico", contaminato dai nuovi strumenti telematici e di comunicazione, non è da condannare, perché fotografa un mondo in evoluzione.
La norma, intesa come un insieme di regole che struttura una lingua in un determinato momento storico e culturale, di cui è portatrice l'istituzione stessa della Crusca, deve adattarsi ai cambiamenti, non rimanendo monolitica. È necessario, allora, valutare caso per caso, senza stigmatizzare a priori, distinguendo tra quelli che la Gheno ha definito «vezzi» ed «errori» veri e propri.
Come per il caso del "piuttosto che", diffusosi di recente con il significato di "o, oppure" e contro cui si sono mobilitati i difensori della grammatica, che abbiamo ricordato in una nostra domanda indirizzata alla sociolinguista. Per la docente universitaria, non ci sono dubbi: è un errore, perché non solo viola la norma, ma crea ambiguità che lede all'interpretazione generale.
«Con incontri importanti come questo, la scuola ha l'opportunità di rivedere la propria azione e di intervenire per dare il proprio contributo decisivo alla formazione dei nostri ragazzi», ha affermato Michele Bonasia, Dirigente Scolastico dell'I.C. "San Giovanni Bosco-Buonarroti", soddisfatto di aver incoraggiato l'incontro, moderato dalla docente di scuola secondaria superiore, Carmen Tarantino, ed introdotto dalle considerazioni di Michele Sollecito, Assessore alla Pubblica Istruzione.
A quasi un anno dall'incontro con il prof. Francesco Sabatini, la collaborazione tra linguisti ed insegnanti continua a trovare terreno fertile a Giovinazzo e promette altri interessanti momenti di riflessione, che coinvolgeranno gli attori della didattica e della formazione e le scolaresche giovinazzesi.