La grande bellezza
Le Giornate FAI di Primavera hanno portato a Giovinazzo migliaia di visitatori da tutta la regione interessati al nostro patrimonio architettonico e storico
lunedì 25 marzo 2019
05.30
Era bellissima Giovinazzo ieri. E per una volta era bella non solo per il suo grande patrimonio artistico, storico ed architettonico, così ben valorizzati dalle Giornate FAI di Primavera organizzate dal gruppo giovinazzese, ma soprattutto per i tantissimi visitatori giunti da ogni parte della regione per vedere la chiesa della Madonna degli Angeli e soprattutto Palazzo Messere.
Visitatori che hanno portato un turismo colto, rispettoso dei luoghi, niente a che vedere con la massa caciarona ed a volte molesta che si riversa per le nostre strade nei weekend e durante i mesi estivi.
Il merito è certamente di un'organizzazione che ha sfiorato la perfezione. Il Gruppo FAI guidato dall'arch. Michele Camporeale ha azzeccato ogni mossa, dal coinvolgimento di giovani storici dell'arte e architetti nella prima fase della visita, alle ottime indicazioni date agli apprendisti cicerone del Liceo Classico e Scientifico "Matteo Spinelli", mostratisi all'altezza del compito grazie anche al lavoro svolto dai docenti.
Sono state forse migliaia le persone che hanno apprezzato Giovinazzo così come non l'avevano mai vista, così come forse non la conoscevano affatto. In bici, con i (rari) mezzi pubblici domenicali, in auto, sono arrivati da tanti centri della Città Metropolitana e della Bat.
Gruppi ordinati, file rispettate, gente che davvero ama la cultura. Un toccasana per la piccola perla del basso Adriatico, spesso superata in notorietà da località che non possono offrire ai turisti il suo patrimonio storico ed artistico.
Giovinazzo è bella, si lecca qualche ferita a Levante, ma è pronta a godersi un'altra estate da tutto esaurito. A patto però, che la strada tracciata da queste Giornate FAI di Primavera possa essere seguita sempre: cultura è pane, mettiamocelo in testa, inutile un movimento votato solo alla movida. Giusto accontentare ogni palato, ma Giovinazzo deve dare tanto spazio ad iniziative programmate bene e realizzate meglio, prioprio come è accaduto in questo weekend, al fine di attirare presenze "altre" e "alte".
La grande bellezza, quella delle chiesette confraternali aperte, del romanico apprezzato, dei palazzi finalmente patrimonio della città, delle chianche qualche volta vilipese e che parlano di storia e storie, dei tramonti che solo il Mezzogiorno d'Italia sa offrire, è il miglior biglietto da visita che possiamo offrire a chi davvero può portare a questa comunità la vera opportunità di decollare.
Prima ce ne convinceremo e cesseremo di dividerci su questo, prima raggiungeremo traguardi che fino a ieri pensavamo impossibili.
Visitatori che hanno portato un turismo colto, rispettoso dei luoghi, niente a che vedere con la massa caciarona ed a volte molesta che si riversa per le nostre strade nei weekend e durante i mesi estivi.
Il merito è certamente di un'organizzazione che ha sfiorato la perfezione. Il Gruppo FAI guidato dall'arch. Michele Camporeale ha azzeccato ogni mossa, dal coinvolgimento di giovani storici dell'arte e architetti nella prima fase della visita, alle ottime indicazioni date agli apprendisti cicerone del Liceo Classico e Scientifico "Matteo Spinelli", mostratisi all'altezza del compito grazie anche al lavoro svolto dai docenti.
Sono state forse migliaia le persone che hanno apprezzato Giovinazzo così come non l'avevano mai vista, così come forse non la conoscevano affatto. In bici, con i (rari) mezzi pubblici domenicali, in auto, sono arrivati da tanti centri della Città Metropolitana e della Bat.
Gruppi ordinati, file rispettate, gente che davvero ama la cultura. Un toccasana per la piccola perla del basso Adriatico, spesso superata in notorietà da località che non possono offrire ai turisti il suo patrimonio storico ed artistico.
Giovinazzo è bella, si lecca qualche ferita a Levante, ma è pronta a godersi un'altra estate da tutto esaurito. A patto però, che la strada tracciata da queste Giornate FAI di Primavera possa essere seguita sempre: cultura è pane, mettiamocelo in testa, inutile un movimento votato solo alla movida. Giusto accontentare ogni palato, ma Giovinazzo deve dare tanto spazio ad iniziative programmate bene e realizzate meglio, prioprio come è accaduto in questo weekend, al fine di attirare presenze "altre" e "alte".
La grande bellezza, quella delle chiesette confraternali aperte, del romanico apprezzato, dei palazzi finalmente patrimonio della città, delle chianche qualche volta vilipese e che parlano di storia e storie, dei tramonti che solo il Mezzogiorno d'Italia sa offrire, è il miglior biglietto da visita che possiamo offrire a chi davvero può portare a questa comunità la vera opportunità di decollare.
Prima ce ne convinceremo e cesseremo di dividerci su questo, prima raggiungeremo traguardi che fino a ieri pensavamo impossibili.