La formazione continua come strumento per prevenire la corruzione
"Avviso Pubblico" chiede percorsi certi per i dipendenti pubblici
giovedì 5 febbraio 2015
10.04
«I piani triennali anticorruzione e dei programmi per la trasparenza sono appuntamento davvero fondamentale per "recuperare" le numerose criticità che però, in molti enti locali, sono stati adottati con la logica del mero adempimento formale ad un obbligo di legge. Senza quindi un vero coinvolgimento nello spirito della nuova normativa, e una vera consapevolezza del valore e dell'importanza che la stessa assume nel cambiamento culturale, organizzativo e funzionale degli enti locali».
Così scrive il coordinatore regionale di "Avviso Pubblico" Cosmo Damiano Stufano in una missiva indirizzata alla segreteria generale del Comune di Giovinazzo. «Rendere effettiva l'attuazione della normativa anticorruzione - scrive ancora il coordinatore regionale - è allora il vero un nodo che gli enti locali sono ora tenuti a sciogliere per raggiungere il vero risultato». Cioè quello di rendere l'azione delle pubbliche amministrazioni trasparenti. «Il mero adempimento di natura formale - si legge nella lettera - può essere rintracciato nella circostanza che moltissimi dipendenti, pur essendo stati destinatari della misura di prevenzione della formazione sul tema della legalità, integrità, etica e contrasto ad ogni forma di abuso della funzione pubblica, ancora oggi non conoscono i contenuti del piano anticorruzione sia del proprio comune che del piano nazionale anticorruzione. Addirittura non conoscono la legge n. 190/2012, i decreti attuativi e, soprattutto, il codice di comportamento nazionale e del dell'ente in cui lavorano».
La formazione continua, secondo Stufano, sarebbe l'unico strumento disponibile per rendere efficaci i piani anticorruzione. «Molti comuni - scrive - fino ad ora, hanno proposto una formazione solo formale e non effettiva posto al fine di adempiere, sotto il profilo formale, all'obbligo di legge. Si sono limitati soltanto ad acquistare lezioni teoriche on line non consentendo così ai dipendenti e al responsabile per l'anticorruzione di essere, davvero, "formati" e, quindi, in grado di contrastare efficacemente l'illegalità nelle pubbliche amministrazioni».
L'auspicio, secondo Stufano, «sarebbe quello che il piano formativo diventi uno strumento effettivo ed efficace per conseguire i risultati sperati. Per questo non si può prescindere da modelli i soggetti obbligati alla formazione, i percorsi e il calendario della formazione stessa, e una metodologia che indichi la qualità, il valore e il monitoraggio del percorso formativo».
Così scrive il coordinatore regionale di "Avviso Pubblico" Cosmo Damiano Stufano in una missiva indirizzata alla segreteria generale del Comune di Giovinazzo. «Rendere effettiva l'attuazione della normativa anticorruzione - scrive ancora il coordinatore regionale - è allora il vero un nodo che gli enti locali sono ora tenuti a sciogliere per raggiungere il vero risultato». Cioè quello di rendere l'azione delle pubbliche amministrazioni trasparenti. «Il mero adempimento di natura formale - si legge nella lettera - può essere rintracciato nella circostanza che moltissimi dipendenti, pur essendo stati destinatari della misura di prevenzione della formazione sul tema della legalità, integrità, etica e contrasto ad ogni forma di abuso della funzione pubblica, ancora oggi non conoscono i contenuti del piano anticorruzione sia del proprio comune che del piano nazionale anticorruzione. Addirittura non conoscono la legge n. 190/2012, i decreti attuativi e, soprattutto, il codice di comportamento nazionale e del dell'ente in cui lavorano».
La formazione continua, secondo Stufano, sarebbe l'unico strumento disponibile per rendere efficaci i piani anticorruzione. «Molti comuni - scrive - fino ad ora, hanno proposto una formazione solo formale e non effettiva posto al fine di adempiere, sotto il profilo formale, all'obbligo di legge. Si sono limitati soltanto ad acquistare lezioni teoriche on line non consentendo così ai dipendenti e al responsabile per l'anticorruzione di essere, davvero, "formati" e, quindi, in grado di contrastare efficacemente l'illegalità nelle pubbliche amministrazioni».
L'auspicio, secondo Stufano, «sarebbe quello che il piano formativo diventi uno strumento effettivo ed efficace per conseguire i risultati sperati. Per questo non si può prescindere da modelli i soggetti obbligati alla formazione, i percorsi e il calendario della formazione stessa, e una metodologia che indichi la qualità, il valore e il monitoraggio del percorso formativo».