L'irresponsabilità dei vostri figli mette a rischio non solo loro
Cosa non hanno capito (ragazzi e genitori) dei divieti?
giovedì 12 marzo 2020
17.31
Bisogna stare a casa. A casa.
Se non per lavorare, per necessità di carattere sanitario oppure per motivi particolarissimi. Si può uscire per una breve passeggiata muniti da oggi di autocertificazione, sempre ad un metro di distanza da altri soggetti con cui ci dovessimo accompagnare ed evitando assembramenti, all'aperto o peggio al chiuso.
Cosa c'è di tanto difficile da capire? Me lo chiedo senza ironia: cosa non è chiaro di queste poche e lineari norme di buon senso?
Quasi 900 morti per il Coronavirus, non tutti anziani e non tutti con patologie pregresse, non hanno insegnato nulla ai ragazzini che ieri sera, tra le 18.30 e le 19.00 giocavano a calcio in piazza San Salvatore (in una foto volutamente sfocata) e ad altri che intorno alle 20.00 facevano la stessa cosa appena sotto il cavalcaferrovia di via Daconto.
La partita di pallone con contrasti, contatti ravvicinati e sudate annesse. Che avrebbe anche del romantico, se non fossimo nell'era buia del Coronavirus e di una nazione mai così impaurita negli ultimi decenni.
Non daremo giudizi su genitori più o meno attenti o più o meno permissivi, ma una cosa vogliamo scriverla chiaramente: tutto questo è da irresponsabili nella sera in cui l'OMS ha dichiarato la pandemia. Quei ragazzi potrebbero ammalarsi e potrebbero (peggio) far ammalare loro cari o parenti anziani. E sarebbe una sciagura.
Non c'è spazio per regole da eludere, per sorrisetti ebeti ad un richiamo, come se la malattia e la morte facessero cernite. Non c'è tempo, non c'è più tempo.
Sono questi comportamenti che il Governo sta disperatamente tentando di frenare, come la calca fuori ai supermercati di gente attempata che pensa si tratti di un imminente bombardamento nemico e si approvvigiona senza alcun senso di ogni bene alimentare possibile, come la linea di sicurezza non rispettata in farmacia con derisione del personale per l'eccessivo zelo o come il non rispetto delle distanze (fino a ieri) in qualche bar, i cui gestori avevano deciso di fare di testa loro prima che la Polizia Locale facesse rispettare la legge.
Responsabilità non è una parola vuota. Mai. Non lo è tanto più in questo momento storico. Un gesto sbagliato, un comportamento superficiale possono provocare una concatenazione di eventi dolorosi da cui non c'è ritorno.
State a casa, ragazzi: le partite di pallone, per una volta, potete giocarle alla playstation, magari dopo aver fatto lezione on line con i vostri professori. Se sarete attenti, risulteremo tutti vincitori nella più grande sfida che abbia mai disputato nel nostro Paese chi è nato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tenetelo a mente e non sbagliate più. Voi ed i vostri genitori.
Se non per lavorare, per necessità di carattere sanitario oppure per motivi particolarissimi. Si può uscire per una breve passeggiata muniti da oggi di autocertificazione, sempre ad un metro di distanza da altri soggetti con cui ci dovessimo accompagnare ed evitando assembramenti, all'aperto o peggio al chiuso.
Cosa c'è di tanto difficile da capire? Me lo chiedo senza ironia: cosa non è chiaro di queste poche e lineari norme di buon senso?
Quasi 900 morti per il Coronavirus, non tutti anziani e non tutti con patologie pregresse, non hanno insegnato nulla ai ragazzini che ieri sera, tra le 18.30 e le 19.00 giocavano a calcio in piazza San Salvatore (in una foto volutamente sfocata) e ad altri che intorno alle 20.00 facevano la stessa cosa appena sotto il cavalcaferrovia di via Daconto.
La partita di pallone con contrasti, contatti ravvicinati e sudate annesse. Che avrebbe anche del romantico, se non fossimo nell'era buia del Coronavirus e di una nazione mai così impaurita negli ultimi decenni.
Non daremo giudizi su genitori più o meno attenti o più o meno permissivi, ma una cosa vogliamo scriverla chiaramente: tutto questo è da irresponsabili nella sera in cui l'OMS ha dichiarato la pandemia. Quei ragazzi potrebbero ammalarsi e potrebbero (peggio) far ammalare loro cari o parenti anziani. E sarebbe una sciagura.
Non c'è spazio per regole da eludere, per sorrisetti ebeti ad un richiamo, come se la malattia e la morte facessero cernite. Non c'è tempo, non c'è più tempo.
Sono questi comportamenti che il Governo sta disperatamente tentando di frenare, come la calca fuori ai supermercati di gente attempata che pensa si tratti di un imminente bombardamento nemico e si approvvigiona senza alcun senso di ogni bene alimentare possibile, come la linea di sicurezza non rispettata in farmacia con derisione del personale per l'eccessivo zelo o come il non rispetto delle distanze (fino a ieri) in qualche bar, i cui gestori avevano deciso di fare di testa loro prima che la Polizia Locale facesse rispettare la legge.
Responsabilità non è una parola vuota. Mai. Non lo è tanto più in questo momento storico. Un gesto sbagliato, un comportamento superficiale possono provocare una concatenazione di eventi dolorosi da cui non c'è ritorno.
State a casa, ragazzi: le partite di pallone, per una volta, potete giocarle alla playstation, magari dopo aver fatto lezione on line con i vostri professori. Se sarete attenti, risulteremo tutti vincitori nella più grande sfida che abbia mai disputato nel nostro Paese chi è nato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tenetelo a mente e non sbagliate più. Voi ed i vostri genitori.