L'Azione Cattolica commenta i fatti politici nelle città della Diocesi
L'associazione cita l'aggressione subita dal sindaco Tommaso Depalma
venerdì 6 maggio 2016
10.01
L'Azione Cattolica diocesana torna ancora una volta a commentare fatti politici che accadono nelle città pertinenti la diocesi. Il diverbio tra il sindaco e il presidente del consiglio comunale a Terlizzi giudicato addirittura "violento" alla stregua di una "quasi rissa"; l'elevato numero di candidati a Ruvo; le dimissioni del Sindaco Paola Natalicchio a Molfetta e l'aggressione subita dal primo cittadino Tommaso Depalma qualche giorno fa a Giovinazzo, sono tutti fatti che finiscono sotto la lente di ingrandimento dell'associazione di matrice cattolica.
Valutazioni del tutto legittime, ci mancherebbe, sebbene non sempre opportune e rispettose, almeno secondo il nostro giudizio. Per esempio, per quanto riguarda la situazione politica di Ruvo, l'Azione Cattolica cita l'elevato numero di candidati Sindaco che si sono presentati alla città insieme a «una quantità esorbitante di liste e candidati al Consiglio comunale, tanto da indurre - si legge nella nota firmata Presidenza diocesana - a chiedersi se molti di loro prenderanno almeno il proprio voto».
Un commento a nostro giudizio fin troppo severo e forse anche irriguardoso nei confronti delle persone che hanno scelto di mettersi in gioco e metterci anche la faccia nel rispetto della democrazia, della partecipazione e soprattutto della legge. Un giorno si invoca la "partecipazione", un altro giorno si fa ironia su chi vuole partecipare alla vita politica della città. E poi quale sarebbe per Azione Cattolica il numero esatto di candidati che rientrerebbe nel perimetro della buona politica?
Per quanto riguarda Molfetta, sempre l'Azione Cattolica, giudica pesantemente i Consiglieri comunali che, criticando nell'ultima Assise comunale la manovra fiscale del Sindaco Natalicchio, si sono messi fuori dalla maggioranza causando le dimissioni del sindaco. Questi avrebbero tradito una parte della città, dice in estrema sintesi l'associazione di matrice cattolica, dimenticando forse che i consiglieri comunali nel loro operato rappresentano il popolo in ogni caso.
Molto più condivisibile, ovviamente, la riflessione sulla situazione di Giovinazzo. «Non ci stancheremo di stare tra la gente a ribadire che il rinnovamento - afferma l'Azione Cattolica - non può che partire dalla nostra cultura e dai nostri stili di vita. La Politica ha il dovere certo di avere gli "ultimi" come punto di riferimento, ma questi hanno il dovere di rispettare le regole di convivenza civile, senza l'arroganza di chi ritiene che tutto possa essere giustificato dalle contingenze (perdita del lavoro, mancanza di casa…)».
«L'aggressività, fisica come verbale, - conclude - è sempre e comunque da condannare, che provenga da figure istituzionali, come dal popolo; è necessario accorciare la distanza tra politica e mondo reale e "insieme" seguire un nuovo stile nel rapporto cittadini-politica».
Valutazioni del tutto legittime, ci mancherebbe, sebbene non sempre opportune e rispettose, almeno secondo il nostro giudizio. Per esempio, per quanto riguarda la situazione politica di Ruvo, l'Azione Cattolica cita l'elevato numero di candidati Sindaco che si sono presentati alla città insieme a «una quantità esorbitante di liste e candidati al Consiglio comunale, tanto da indurre - si legge nella nota firmata Presidenza diocesana - a chiedersi se molti di loro prenderanno almeno il proprio voto».
Un commento a nostro giudizio fin troppo severo e forse anche irriguardoso nei confronti delle persone che hanno scelto di mettersi in gioco e metterci anche la faccia nel rispetto della democrazia, della partecipazione e soprattutto della legge. Un giorno si invoca la "partecipazione", un altro giorno si fa ironia su chi vuole partecipare alla vita politica della città. E poi quale sarebbe per Azione Cattolica il numero esatto di candidati che rientrerebbe nel perimetro della buona politica?
Per quanto riguarda Molfetta, sempre l'Azione Cattolica, giudica pesantemente i Consiglieri comunali che, criticando nell'ultima Assise comunale la manovra fiscale del Sindaco Natalicchio, si sono messi fuori dalla maggioranza causando le dimissioni del sindaco. Questi avrebbero tradito una parte della città, dice in estrema sintesi l'associazione di matrice cattolica, dimenticando forse che i consiglieri comunali nel loro operato rappresentano il popolo in ogni caso.
Molto più condivisibile, ovviamente, la riflessione sulla situazione di Giovinazzo. «Non ci stancheremo di stare tra la gente a ribadire che il rinnovamento - afferma l'Azione Cattolica - non può che partire dalla nostra cultura e dai nostri stili di vita. La Politica ha il dovere certo di avere gli "ultimi" come punto di riferimento, ma questi hanno il dovere di rispettare le regole di convivenza civile, senza l'arroganza di chi ritiene che tutto possa essere giustificato dalle contingenze (perdita del lavoro, mancanza di casa…)».
«L'aggressività, fisica come verbale, - conclude - è sempre e comunque da condannare, che provenga da figure istituzionali, come dal popolo; è necessario accorciare la distanza tra politica e mondo reale e "insieme" seguire un nuovo stile nel rapporto cittadini-politica».