L’arte della costruzione presepiale per l’integrazione sociale
Al II corso hanno partecipato gli utenti Anthropos e Sert
domenica 28 settembre 2014
11.25
È tornato a distanza di tre anni il corso di costruzione Presepistica, voluta dai maestri Angelo Sterlacci Gino Ribatti dell'associazione italiana "Amici del Presepio".
Obiettivo prefissato, quello di promuovere la cultura e l'arte presepiale nel rispetto delle sue origini storiche ed antichissime. Il corso è tornato con una novità rispetto al passato: alle lezioni che si sono svolte negli ambienti dell'Istituto Vittorio Emanuele, hanno partecipato anche gli utenti dell'Anthropos e del Sert. «Perché – questo lo scopo – attraverso la costruzione dei presepi e attraverso il lavoro manuale che bada molto ai dettagli e ai particolari, si favorisce la condivisione e l'integrazione». Rametti, sassolini, bastoncini di legno, cassette della frutta, polistirolo, pezzetti di sughero, erbetta, tutti materiali di recupero, assemblati con colla vinilica e colla a caldo. Questi gli ingredienti per la costruzione del presepio.
«Abbiamo posto attenzione – ha affermato Sterlacci - ai particolari costruiti con elementi differenti dalla manualità dell'arte presepiale napoletana. Abbiamo usato per la costruzione delle scenografie, tecniche che fanno riferimento alla nostra tradizione popolare». Perché un presepio risponde proprio alla tradizione popolare regionale e i dettagli ne confermano la provenienza. «Abbiamo avuto un approccio diverso con la costruzione del presepe – hanno commentato gli utenti dell'Anthropos che hanno partecipato al corso – abbiamo anche usato materiali diversi da quelli che solitamente abbiamo sin qui utilizzato». Materiali che si trovano in natura e che possono da soli suggerire una specifica scenografia.
«Sarebbe bello – ha concluso Sterlacci – poter avere tra noi anche un maestro presepista napoletano. Potremmo così confrontarci sulle diverse tecniche costruttive. Per il futuro ci si può pensare».
Obiettivo prefissato, quello di promuovere la cultura e l'arte presepiale nel rispetto delle sue origini storiche ed antichissime. Il corso è tornato con una novità rispetto al passato: alle lezioni che si sono svolte negli ambienti dell'Istituto Vittorio Emanuele, hanno partecipato anche gli utenti dell'Anthropos e del Sert. «Perché – questo lo scopo – attraverso la costruzione dei presepi e attraverso il lavoro manuale che bada molto ai dettagli e ai particolari, si favorisce la condivisione e l'integrazione». Rametti, sassolini, bastoncini di legno, cassette della frutta, polistirolo, pezzetti di sughero, erbetta, tutti materiali di recupero, assemblati con colla vinilica e colla a caldo. Questi gli ingredienti per la costruzione del presepio.
«Abbiamo posto attenzione – ha affermato Sterlacci - ai particolari costruiti con elementi differenti dalla manualità dell'arte presepiale napoletana. Abbiamo usato per la costruzione delle scenografie, tecniche che fanno riferimento alla nostra tradizione popolare». Perché un presepio risponde proprio alla tradizione popolare regionale e i dettagli ne confermano la provenienza. «Abbiamo avuto un approccio diverso con la costruzione del presepe – hanno commentato gli utenti dell'Anthropos che hanno partecipato al corso – abbiamo anche usato materiali diversi da quelli che solitamente abbiamo sin qui utilizzato». Materiali che si trovano in natura e che possono da soli suggerire una specifica scenografia.
«Sarebbe bello – ha concluso Sterlacci – poter avere tra noi anche un maestro presepista napoletano. Potremmo così confrontarci sulle diverse tecniche costruttive. Per il futuro ci si può pensare».