L'arresto di un pusher. Poi il blitz nel droga market con le telecamere

Smantellata una piazza di spaccio protetta da videosorveglianza. Sequestrati stupefacenti e contanti

mercoledì 11 aprile 2018 11.24
Un'articolata attività investigativa nel territorio di Giovinazzo, ha consentito ai Carabinieri della locale Stazione, agli ordini del luogotenente Dino Amato, e sotto il coordinamento della Compagnia di Molfetta, diretta dal capitano Vito Ingrosso, di individuare due centrali dello spaccio.

Nella prima, un continuo andirivieni di giovani del posto e non, che in diverse ore della giornata si muovevano frettolosamente in alcune stradine adiacenti via Molfetta, aveva attirato l'attenzione dei militari, lasciando ipotizzare che nella zona ci fosse una attività di smercio di sostanze stupefacenti.

La conferma si è avuta, nel cuore della notte, quando verso le ore 03.00 un giovane, avvedutosi dell'arrivo dei Carabinieri, ha lanciato in aria uno zaino, per poi darsi alla fuga. Il soggetto è stato bloccato in via Cattaro, dopo un centinaio di metri e all'interno dello zaino, prontamente recuperato, sono stati trovati quasi 90 grammi di droghe, fra hashish, cocaina e marijuana, un bilancino di precisione e materiale atto al confezionamento: un vero bazar mobile.

Il 40enne di Giovinazzo, Francesco Sfarzetta, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, è stato tratto in arresto e sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del giudizio. Stessa situazione, nel prosieguo dell'attività, non è sfuggita ai militari, questa volta in via Molfetta, all'interno di una stalla. Infatti, dopo un lungo periodo di abbandono, i Carabinieri della locale Stazione hanno notato alcuni giovani, in tutte le ore del giorno e della notte, entrare ed uscire da quel manufatto.

Deciso il blitz, i militari si sono introdotti all'interno e con sorpresa hanno trovato una vera e propria "cupa", una centrale dello spaccio, con cabina di regia, composta da un impianto di sorveglianza con monitor da 16 pollici, DVR e 4 telecamere, tutte di ultima generazione ad infrarossi, posizionate accuratamente all'esterno; il tutto finalizzato a monitorare l'arrivo dei clienti nonché ad allertare i pusher in caso giungessero le forze dell'ordine.

Insomma i pusher si erano organizzati come la camorra napoletana, proprio come a Scampia, o come la vicinissima Bitonto. Invece delle vedette minorenni che controllano gli accessi al quartiere delle forze di polizia o dei clan rivali, utilizzavano le telecamere per mettersi al riparo dai controlli. Un trucco geniale, in una zona, quella di via Molfetta, divenuta meta di un incessante pellegrinaggio di assuntori di sostanze stupefacenti.

Il locale, dotato di divano e di un tavolo, con finestra, coperta da una tendina rossa, luogo dove avveniva lo scambio denaro-droga, era quindi organizzato ed attrezzato per l'utilizzo come luogo di spaccio. Sul tavolo, difatti, diversi quaderni con su scritte indicazioni di clienti, turni di spaccio (dalle ore 08.00 alle ore 04.00) e somme di denaro, quali proventi dell'attività illecita.

Anche in questo caso, a seguito di accurata perquisizione, sono stati ritrovati diversi quantitativi di droghe e denaro contante, prova che all'arrivo dei militari l'immobile era occupato e solo la presenza delle telecamere aveva consentito ai pusher di darsi alla fuga e sottrarsi alla cattura. Le indagini proseguono per identificare il gruppo degli spacciatori.