L'appello delle Aggregazioni Laicali della Diocesi ad un voto consapevole dei cattolici
Il monito: «Libertà di coscienza, non dell’indifferenza»
venerdì 23 settembre 2022
Pubblichiamo di seguito l'appello al voto consapevole della Consulta delle Aggregazioni Laicali della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.
«Il 25 settembre prossimo ci aspetta l'appuntamento elettorale per il rinnovo del nostro Parlamento. Un appuntamento con la previa estiva campagna elettorale, che mai ci saremmo aspettati di vivere in questo momento, vista la faticosa costituzione, a febbraio dello scorso anno, di un governo di garanzia a larga maggioranza che avrebbe dovuto traghettare l'Italia in questo tempo così aspro, forse il più complesso dal secondo dopoguerra, a causa della recessione, del travaglio sociale, della guerra in Ucraina.
Una prima riflessione la riserviamo ad un invito al buon senso che riguarda l'impellente necessità, in questo frangente, di recarsi tutti alle urne. Sicuramente vanno evidenziate le criticità e la conseguente palese sfiducia, generata da una classe politica dirigente che non ha saputo adempiere ai propri compiti.
Inoltre, l'attuale sistema elettorale "blindato", laddove consente a livello centrale e a tavolino di decidere candidature e seggi certi, è una pregiudiziale per la reale rappresentatività dei territori. Tuttavia, proprio perché la situazione attuale è grave e complessa, nonostante la deriva della politica e la conseguente oggettiva difficoltà nel decidere, quello presente è il tempo della responsabilità civica invocata da Papa Francesco, il tempo di un rinnovato impegno dei cattolici, il tempo di esprimere un voto consapevole ed etico.
"La Chiesa è per la libertà di coscienza, non per la libertà dell'indifferenza" come ha più volte ribadito il card. Zuppi. Votare in questo tempo difficile è un atto di coraggio indispensabile, perché pensiamo ancora che la democrazia sia un bene fondamentale del nostro Paese da preservare. Votare oggi significa darsi la possibilità di esprimere, con il proprio voto, un atto di indirizzo che riporti finalmente al centro degli interessi e dell'agenda del Palazzo il Paese vero, quello di carne ed ossa, che paga di persona scelte politiche avventate, visioni miopi, prospettive di corto respiro, irresponsabilità e giochi di potere.
Siamo quindi tutti chiamati a dare il nostro contributo, ad esprimere il nostro voto, pur se limitati nella scelta, consapevoli che la politica è lo strumento per raggiungere il bene possibile, non la perfezione. Siamo chiamati ad esprimere la nostra preferenza per i candidati che abbiano competenza, coerenza etica e appartenenza al territorio; al discernimento sui candidati va aggiunto quello sul partito e/o schieramento con criteri simili e con un'attenta valutazione dei relativi programmi, optando per quelli che ci consentano di aderire il più fedelmente possibile ai valori che professiamo. Al di là dei proclami e delle demagogie, nette sono le diverse posizioni e chiare le dichiarazioni d'intento che raccontano in prospettiva visioni di Paese decisamente alternative tra loro.
Vale a dire che le nostre scelte politiche, in questo delicato momento, avranno un riverbero non indifferente sul volto del nostro futuro, in termini di politica interna, ma anche in termini di politica estera. Il risparmio energetico, la riconversione ecologica e di contro il ritorno al nucleare, la posizione dell'Italia rispetto alla guerra, le politiche relative all'immigrazione, la gestione della crisi economica post pandemia, la questione dell'equità fiscale, una seria revisione del sistema scolastico e sanitario, sono solo alcuni dei temi caldi sul tavolo, di cui occorre essere consapevoli e rispetto ai quali esprimersi, votando con responsabilità. Fare bene la propria parte per questo nostro "difficile Paese" comincia di qui, dal voto espresso, ragionato, pesato, libero, ma non si esaurisce con esso.
Sarà dunque indispensabile un'ulteriore riflessione, un discernimento serio e approfondito specialmente nel post elezioni affinché, partendo innanzitutto dalla formazione socio-politica dei cristiani laici, in particolare dei giovani, si creino cittadini maturi e competenti, capaci di intervenire attivamente nei luoghi di partecipazione democratica e di elaborare e promuovere proposte che mettano al centro dell'agenda politica il bene comune».
«Il 25 settembre prossimo ci aspetta l'appuntamento elettorale per il rinnovo del nostro Parlamento. Un appuntamento con la previa estiva campagna elettorale, che mai ci saremmo aspettati di vivere in questo momento, vista la faticosa costituzione, a febbraio dello scorso anno, di un governo di garanzia a larga maggioranza che avrebbe dovuto traghettare l'Italia in questo tempo così aspro, forse il più complesso dal secondo dopoguerra, a causa della recessione, del travaglio sociale, della guerra in Ucraina.
Una prima riflessione la riserviamo ad un invito al buon senso che riguarda l'impellente necessità, in questo frangente, di recarsi tutti alle urne. Sicuramente vanno evidenziate le criticità e la conseguente palese sfiducia, generata da una classe politica dirigente che non ha saputo adempiere ai propri compiti.
Inoltre, l'attuale sistema elettorale "blindato", laddove consente a livello centrale e a tavolino di decidere candidature e seggi certi, è una pregiudiziale per la reale rappresentatività dei territori. Tuttavia, proprio perché la situazione attuale è grave e complessa, nonostante la deriva della politica e la conseguente oggettiva difficoltà nel decidere, quello presente è il tempo della responsabilità civica invocata da Papa Francesco, il tempo di un rinnovato impegno dei cattolici, il tempo di esprimere un voto consapevole ed etico.
"La Chiesa è per la libertà di coscienza, non per la libertà dell'indifferenza" come ha più volte ribadito il card. Zuppi. Votare in questo tempo difficile è un atto di coraggio indispensabile, perché pensiamo ancora che la democrazia sia un bene fondamentale del nostro Paese da preservare. Votare oggi significa darsi la possibilità di esprimere, con il proprio voto, un atto di indirizzo che riporti finalmente al centro degli interessi e dell'agenda del Palazzo il Paese vero, quello di carne ed ossa, che paga di persona scelte politiche avventate, visioni miopi, prospettive di corto respiro, irresponsabilità e giochi di potere.
Siamo quindi tutti chiamati a dare il nostro contributo, ad esprimere il nostro voto, pur se limitati nella scelta, consapevoli che la politica è lo strumento per raggiungere il bene possibile, non la perfezione. Siamo chiamati ad esprimere la nostra preferenza per i candidati che abbiano competenza, coerenza etica e appartenenza al territorio; al discernimento sui candidati va aggiunto quello sul partito e/o schieramento con criteri simili e con un'attenta valutazione dei relativi programmi, optando per quelli che ci consentano di aderire il più fedelmente possibile ai valori che professiamo. Al di là dei proclami e delle demagogie, nette sono le diverse posizioni e chiare le dichiarazioni d'intento che raccontano in prospettiva visioni di Paese decisamente alternative tra loro.
Vale a dire che le nostre scelte politiche, in questo delicato momento, avranno un riverbero non indifferente sul volto del nostro futuro, in termini di politica interna, ma anche in termini di politica estera. Il risparmio energetico, la riconversione ecologica e di contro il ritorno al nucleare, la posizione dell'Italia rispetto alla guerra, le politiche relative all'immigrazione, la gestione della crisi economica post pandemia, la questione dell'equità fiscale, una seria revisione del sistema scolastico e sanitario, sono solo alcuni dei temi caldi sul tavolo, di cui occorre essere consapevoli e rispetto ai quali esprimersi, votando con responsabilità. Fare bene la propria parte per questo nostro "difficile Paese" comincia di qui, dal voto espresso, ragionato, pesato, libero, ma non si esaurisce con esso.
Sarà dunque indispensabile un'ulteriore riflessione, un discernimento serio e approfondito specialmente nel post elezioni affinché, partendo innanzitutto dalla formazione socio-politica dei cristiani laici, in particolare dei giovani, si creino cittadini maturi e competenti, capaci di intervenire attivamente nei luoghi di partecipazione democratica e di elaborare e promuovere proposte che mettano al centro dell'agenda politica il bene comune».