“L’anniversario”, Damiano Nirchio racconta il teatro senza pubblico
L’esperimento del Teatro Pubblico Pugliese in streaming dall'Odeion. L’attore: «Manca qualcosa». 255 spettatori collegati. L’Assessora Piscitelli: «Sostegno al settore»
martedì 9 marzo 2021
12.36
Un pubblico che non arriva mai. Al suo posto solo il frinire delle cicale. E alla fine inevitabile resta l'amarezza.
Così "L'anniversario", la performance a metà tra musica e teatro di "Senza Piume" e "Bembè", ha provato a descrivere lo "spirito dei tempi" dei lavoratori dello spettacolo. Sabato sera in diretta streaming dal teatro Odeion della Fondazione De Feo-Trapani di Giovinazzo, è andata in onda, nell'ambito dell'iniziativa "Indovina chi viene a (s)cena" promossa dal Teatro Pubblico Pugliese, la pièce scritta e diretta da Damiano Nirchio, arricchita da una preziosa partitura musicale curata da Leo Cicala, Aldo D'Introno e Tommaso Scarimbolo.
«È stata una emozione duplice - confessa Nirchio -. Da un lato ci sono giunti i complimenti degli spettatori intrisi di nostalgia per la mancanza del teatro. Ma dall'altro l'inevitabile sensazione che manchi qualcosa, rappresentata, non a caso, dalla frase finale della rappresentazione: "Per lo spettacolo bisogna esserci in carne ed ossa"». Una sensazione che diventa ancora più netta grazie alla scelta di citare nel finale De André e la sua "La domenica delle salme".
«È un testo molto attuale - spiega Nirchio - c'è un po' il senso della protesta che manca, su uno sfondo che resta tragico: i ristori per i lavoratori dello spettacolo mancano da novembre e le prospettive future non sono affatto buone». Sui toni malinconici della vicenda si staglia però l'immagine di Giovinazzo, o per lo meno un suo racconto mitico, incentrato su persone (Don Saverio Bavaro), luoghi (la piazza) e momenti (la festa patronale) in cui la narrazione di Nirchio (che ha fatto ricorso ai suoi ricordi personali e alle testimonianze) si sublima. «Ho provato a raccontare con cose semplici, come per esempio i volti dei lavoratori o la cassa armonica, come è nata la mia passione per la musica e lo spettacolo», conclude l'attore.
Ma l'esperimento sembra essere stato apprezzato dal pubblico. Sono 255 gli spettatori che hanno acquistato il biglietto simbolico (la trasmissione era completamente gratuita) per assistere allo spettacolo. Così, nella struttura giovinazzese, ci sarebbero stati ben tre spettacoli se il pubblico fosse stato in presenza, segno che c'è voglia di teatro e di appassionarsi a trame e personaggi, di respirare di nuovo l'aria buona della cultura.
Di questo avviso è anche l'Assessora alla cultura Cristina Piscitelli: «Un importante e qualificante esempio di grande collaborazione tra pubblico e privato per guardare con ottimismo all'avvenire - è il commento di Piscitelli -. L'amministrazione ha voluto dare un sostegno concreto a un comparto sofferente per le restrizioni a cui è stato giocoforza sottoposto dalla pandemia, ma anche e soprattutto una occasione di visibilità cittadina che speriamo possa restituire ossigeno e vigore a questo fondamentale settore culturale».
Così "L'anniversario", la performance a metà tra musica e teatro di "Senza Piume" e "Bembè", ha provato a descrivere lo "spirito dei tempi" dei lavoratori dello spettacolo. Sabato sera in diretta streaming dal teatro Odeion della Fondazione De Feo-Trapani di Giovinazzo, è andata in onda, nell'ambito dell'iniziativa "Indovina chi viene a (s)cena" promossa dal Teatro Pubblico Pugliese, la pièce scritta e diretta da Damiano Nirchio, arricchita da una preziosa partitura musicale curata da Leo Cicala, Aldo D'Introno e Tommaso Scarimbolo.
«È stata una emozione duplice - confessa Nirchio -. Da un lato ci sono giunti i complimenti degli spettatori intrisi di nostalgia per la mancanza del teatro. Ma dall'altro l'inevitabile sensazione che manchi qualcosa, rappresentata, non a caso, dalla frase finale della rappresentazione: "Per lo spettacolo bisogna esserci in carne ed ossa"». Una sensazione che diventa ancora più netta grazie alla scelta di citare nel finale De André e la sua "La domenica delle salme".
«È un testo molto attuale - spiega Nirchio - c'è un po' il senso della protesta che manca, su uno sfondo che resta tragico: i ristori per i lavoratori dello spettacolo mancano da novembre e le prospettive future non sono affatto buone». Sui toni malinconici della vicenda si staglia però l'immagine di Giovinazzo, o per lo meno un suo racconto mitico, incentrato su persone (Don Saverio Bavaro), luoghi (la piazza) e momenti (la festa patronale) in cui la narrazione di Nirchio (che ha fatto ricorso ai suoi ricordi personali e alle testimonianze) si sublima. «Ho provato a raccontare con cose semplici, come per esempio i volti dei lavoratori o la cassa armonica, come è nata la mia passione per la musica e lo spettacolo», conclude l'attore.
Ma l'esperimento sembra essere stato apprezzato dal pubblico. Sono 255 gli spettatori che hanno acquistato il biglietto simbolico (la trasmissione era completamente gratuita) per assistere allo spettacolo. Così, nella struttura giovinazzese, ci sarebbero stati ben tre spettacoli se il pubblico fosse stato in presenza, segno che c'è voglia di teatro e di appassionarsi a trame e personaggi, di respirare di nuovo l'aria buona della cultura.
Di questo avviso è anche l'Assessora alla cultura Cristina Piscitelli: «Un importante e qualificante esempio di grande collaborazione tra pubblico e privato per guardare con ottimismo all'avvenire - è il commento di Piscitelli -. L'amministrazione ha voluto dare un sostegno concreto a un comparto sofferente per le restrizioni a cui è stato giocoforza sottoposto dalla pandemia, ma anche e soprattutto una occasione di visibilità cittadina che speriamo possa restituire ossigeno e vigore a questo fondamentale settore culturale».