L'Amministrazione replica al Comitato per la Salute Pubblica
Palazzo di Città rivendica i propri meriti
giovedì 25 febbraio 2016
06.00
Le riflessioni sull'attività amministrativa maturate dal coordinamento del Comitato per la Salute Pubblica, pubblicate da diverse testate, tra cui la nostra, negli scorsi giorni, sono l'oggetto di una replica da parte di Palazzo di Città, inviata a tutte le redazioni dall'Ufficio Stampa comunale.
Con riferimento alle operazioni di preparazione alla bonifica delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi, l'Amministrazione guidata da Tommaso Depalma ribadisce la volontà di proseguire con la bonifica dell'intera area «compresa quella non pubblica e appartenente a privati. Il tutto secondo gli strumenti di legge. Del resto questa verità è scritta nei verbali delle conferenze di servizio tenutesi in Regione. Il buon operato dell'Amministrazione comunale - è il parere espresso nel comunicato - ha permesso che si riutilizzassero importanti risparmi ottenuti in sede di gara, per continuare l'opera di bonifica che è andata a buon fine. Nessuno ha "pasticciato" in sede di gara, i ricorsi dell'azienda che risulta essere seconda in una gara ad evidenza pubblica sono all'ordine del giorno». La squadra di Tommaso Depalma rivendica quindi il merito di aver accelerato notevolmente l'iter e ricorda anche che l'Ente si è candidato «per ulteriori fondi (circa 3 milioni di euro) per il completamento delle altre opere di bonifica necessarie e per la riqualificazione dell'intero sito».
Quanto alla questione discarica, su cui il Comitato aveva ricordato il ritiro dell'ordinanza sindacale firmata da Depalma circa l'innalzamento dei primi tre lotti, grazie all'azione portata avanti da movimenti spontanei di cittadini, gli amministratori scrivono: «la Regione Puglia ha confermato che per la chiusura e rigenerazione della discarica occorre allineare la quota altimetrica del sesto lotto (diventato più alto di tutti grazie all'Amministrazione Natalicchio e al Presidente Nichi Vendola) con le quote dei lotti I-II-III. Di conseguenza ci sarà il sopralzo di questi lotti con altro materiale e quindi viene definitivamente meno il cavallo di battaglia di quanti hanno strumentalizzato la vicenda dell'ordinanza sindacale: non si capisce perché la guaina di fondo dovesse cedere sotto il peso dei rifiuti, mentre ora può reggere carichi ancora più gravi! Si ribadisce anche che, in merito alla vicenda di emergenza del novembre 2014, tutti i pareri erano positivi (anche e soprattutto l'Arpa), seppure con prescrizioni. Quando gli Enti preposti al controllo non hanno rilevato le predette prescrizioni si è proceduto con la revoca dell'ordinanza. Si sono agitati tanti spettri e si sono lanciate accuse gravi pur di colpire la figura del Sindaco. Ma - è la conclusione a cui giunge la missiva - la realtà dei fatti è un'altra».
La querelle prosegue con il riferimento al geosito, su cui i geologi, secondo gli amministratori, danno ragione alla loro azione. Non entriamo nello specifico solo perché ce lo siamo imposti come linea redazionale e, nelle prossime settimane, speriamo di riuscire a farne un reportage completo.
Sul Campo "De Pergola" l'Amministrazione comunale ricorda che «nel 2012, appena la Giunta si è insediata, è arrivata la notifica da parte della Lega Nazionale Dilettanti circa l'esclusione del nostro campo per le gare ufficiali in quanto "impraticabile" (la vecchia Amministrazione spese ben 140.000 euro - tre volte più di quanto speso dalla nostra - dimenticandosi del campo di gioco e concentrandosi su spogliatoi e altri lavori meno utili e che tra l'altro non hanno risolto il problema dell'autorizzazione a giocare in presenza di pubblico). Oggi - ribadiscono dalla maggioranza -, dopo i lavori eseguiti, il campo ha ri-ottenuto l'omologazione per il gioco (quanto scritto è tutto documentato carte alla mano). Nessun "campo di patate" - sottolineano nella missiva -, semplicemente con le cifre a disposizione si è potuto solo "ricaricare" di polvere il campo che ora necessita di essere calpestato e battuto. Nelle more - concludono sul punto gli amministratori -, è stato affidato allo stesso tecnico che aveva seguito una prima parte del progetto di riqualificazione del campo con la passata Amministrazione, un incarico per un progetto definitivo per l'intera struttura. In tal modo sarà più agevole partecipare a bandi pubblici per ottenere un buon campo da gioco (magari in erbetta sintetica) e una struttura autorizzata per le partite in presenza di pubblico». Un vicenda su cui i tifosi e la società del Giovinazzo calcio attendono un epilogo lieto da tempo.
Un altro passaggio importante della nota a cura del coordinamento del Comitato per la Salute Pubblica era quello su via Marina. Il Comitato rimarcava il passo indietro fatto dall'Amministrazione scrivendo: «Il risultato è che, dopo tre anni di transenne, è dovuto ritornare (il Sindaco, ndr) alla soluzione minimale di intervento sulle sole balaustre. Nel frattempo però ha buttato all'aria soldi per progettazione, scavi, perizie archeologiche e assistenza legale per un ricorso al TAR, per un importo totale di circa 60.000 euro, ed esposto il Comune al rischio di forti risarcimenti alla ditta vincitrice dell'appalto».
Gli amministratori replicano in questi termini: «le conclusioni del Comitato sono del tutto erronee e non basate sugli atti. Il lavoro svolto in sinergia con la Soprintendenza (sorveglianza di un archeologo, perizie e scavi archeologici) era necessario per la valenza storica e architettonica della zona e comunque sul progetto originario e poi modificato in seguito ai rilievi la stessa Soprintendenza (archeologica di Taranto) con nota prot. n° 4750 del 30.04.2015 prendeva atto che "la variazione progettuale individuata, in seguito alle risultanze delle indagine archeologiche eseguite, risultava tale da garantire la tutela delle strutture murarie esistenti e rinvenute, non ravvedendo motivi ostativi all'esecuzione dei lavori, riservandosi eventuali prescrizioni durante lo svolgimento dei lavori". Anche qui nessun "contenzioso" con l'azienda aggiudicatrice dell'appalto (non è stato sottoscritto il contratto) in virtù dell'assenza dell'oggetto del contendere. A seguito di ulteriori sopralluoghi - è la chiosa - e verifiche si procederà per un'opera di messa in sicurezza che non riguarderà solo le balaustre come erroneamente riportato». Su quest'ultimo punto, prendiamo atto che diverse testate, compresa la nostra, avrebbero preso un abbaglio, poiché avevamo interpretato anche noi una deliberazione di Giunta del 24 dicembre 2015 in tal senso.
Gli ultimi due argomenti toccati dalla lunga missiva dell'Amministrazione comunale (sintetizzata per ovvie ragioni giornalistiche) riguardano le accuse sul cantiere della ciclovia per Santo Spirito e la dolorosa vicenda legata al processo relativo alla presunta lottizzazione abusiva nella maglia denominata D1.1.
Quanto al cantiere, da Palazzo di Città evidenziano: «L'Amministrazione comunale ha espresso più volte l'indirizzo politico per una mobilità lenta, riuscendo ad aggiudicarsi un finanziamento importante conteso ad altri Comuni pugliesi. Le ciclovie di Puglia - spiegano - sono un progetto ambizioso e molto più grande del solo tratto che collega Giovinazzo a S. Spirito. Nessuna fermata verrà abolita e appena sarà possibile, (dopo l'illuminazione di tutta la strada, beneficio del progetto) a cantiere definitivamente chiuso, le fermate al momento soppresse saranno ristabilite».
Sulla D1.1 la replica è puntuale e la riportiamo per intero: «Vi sono "strafalcioni" evidenti - si legge -. L'Amministrazione Depalma non ha mai cambiato nessun "impianto difensivo" perché il Comune di Giovinazzo non figura tra gli imputati nel processo (dunque di che impianto difensivo si parla se il Comune non è tra i rinviati a giudizio? Mistero). Il Comune si è costituito parte civile nel processo con delibera della giunta Natalicchio (diverse delibere: 9 dicembre 2012; 25 gennaio 2011; 22 marzo 2011; 5 aprile 2012). Capiamo il profondo imbarazzo dell'Amministrazione Natalicchio per aver partorito il "ginepraio D1.1" e a costituirsi, nonostante tutto, parte civile: tuttavia la storiella di costituirsi parte civile per "indirizzare" il processo giuridicamente non trova logica (e ricordiamo che il Comune rappresenta tutti i cittadini ovvero anche la restante parte della città). L'Amministrazione Depalma ha cambiato l'avvocato che rappresenta l'Ente, il quale, in quanto "parte civile", non ha il compito di confutare le tesi del PM e sfidiamo chiunque a scrivere il contrario, evitando che qualche giurista abbia profonde amnesie.
Infine vogliamo anche ricordare che lo studio [...] difende il Comune di Giovinazzo per i procedimenti civili. Anche qui l'incarico è stato affidato con delibera dalla Giunta Natalicchio (delibera del 18 gennaio 2011) e l'Amministrazione Depalma non ha affatto cambiato legale».
Sin qui il virgolettato ed una parte delle lunghe riflessioni degli amministratori guidati da Depalma. Come sempre resta alto il livello di tensione tra le varie componenti del dibattito politico cittadino, nonostante la primavera 2017 sia ancora lontana. Noi restiamo, come sempre, a disposizione per eventuali controrepliche o precisazioni.
Con riferimento alle operazioni di preparazione alla bonifica delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi, l'Amministrazione guidata da Tommaso Depalma ribadisce la volontà di proseguire con la bonifica dell'intera area «compresa quella non pubblica e appartenente a privati. Il tutto secondo gli strumenti di legge. Del resto questa verità è scritta nei verbali delle conferenze di servizio tenutesi in Regione. Il buon operato dell'Amministrazione comunale - è il parere espresso nel comunicato - ha permesso che si riutilizzassero importanti risparmi ottenuti in sede di gara, per continuare l'opera di bonifica che è andata a buon fine. Nessuno ha "pasticciato" in sede di gara, i ricorsi dell'azienda che risulta essere seconda in una gara ad evidenza pubblica sono all'ordine del giorno». La squadra di Tommaso Depalma rivendica quindi il merito di aver accelerato notevolmente l'iter e ricorda anche che l'Ente si è candidato «per ulteriori fondi (circa 3 milioni di euro) per il completamento delle altre opere di bonifica necessarie e per la riqualificazione dell'intero sito».
Quanto alla questione discarica, su cui il Comitato aveva ricordato il ritiro dell'ordinanza sindacale firmata da Depalma circa l'innalzamento dei primi tre lotti, grazie all'azione portata avanti da movimenti spontanei di cittadini, gli amministratori scrivono: «la Regione Puglia ha confermato che per la chiusura e rigenerazione della discarica occorre allineare la quota altimetrica del sesto lotto (diventato più alto di tutti grazie all'Amministrazione Natalicchio e al Presidente Nichi Vendola) con le quote dei lotti I-II-III. Di conseguenza ci sarà il sopralzo di questi lotti con altro materiale e quindi viene definitivamente meno il cavallo di battaglia di quanti hanno strumentalizzato la vicenda dell'ordinanza sindacale: non si capisce perché la guaina di fondo dovesse cedere sotto il peso dei rifiuti, mentre ora può reggere carichi ancora più gravi! Si ribadisce anche che, in merito alla vicenda di emergenza del novembre 2014, tutti i pareri erano positivi (anche e soprattutto l'Arpa), seppure con prescrizioni. Quando gli Enti preposti al controllo non hanno rilevato le predette prescrizioni si è proceduto con la revoca dell'ordinanza. Si sono agitati tanti spettri e si sono lanciate accuse gravi pur di colpire la figura del Sindaco. Ma - è la conclusione a cui giunge la missiva - la realtà dei fatti è un'altra».
La querelle prosegue con il riferimento al geosito, su cui i geologi, secondo gli amministratori, danno ragione alla loro azione. Non entriamo nello specifico solo perché ce lo siamo imposti come linea redazionale e, nelle prossime settimane, speriamo di riuscire a farne un reportage completo.
Sul Campo "De Pergola" l'Amministrazione comunale ricorda che «nel 2012, appena la Giunta si è insediata, è arrivata la notifica da parte della Lega Nazionale Dilettanti circa l'esclusione del nostro campo per le gare ufficiali in quanto "impraticabile" (la vecchia Amministrazione spese ben 140.000 euro - tre volte più di quanto speso dalla nostra - dimenticandosi del campo di gioco e concentrandosi su spogliatoi e altri lavori meno utili e che tra l'altro non hanno risolto il problema dell'autorizzazione a giocare in presenza di pubblico). Oggi - ribadiscono dalla maggioranza -, dopo i lavori eseguiti, il campo ha ri-ottenuto l'omologazione per il gioco (quanto scritto è tutto documentato carte alla mano). Nessun "campo di patate" - sottolineano nella missiva -, semplicemente con le cifre a disposizione si è potuto solo "ricaricare" di polvere il campo che ora necessita di essere calpestato e battuto. Nelle more - concludono sul punto gli amministratori -, è stato affidato allo stesso tecnico che aveva seguito una prima parte del progetto di riqualificazione del campo con la passata Amministrazione, un incarico per un progetto definitivo per l'intera struttura. In tal modo sarà più agevole partecipare a bandi pubblici per ottenere un buon campo da gioco (magari in erbetta sintetica) e una struttura autorizzata per le partite in presenza di pubblico». Un vicenda su cui i tifosi e la società del Giovinazzo calcio attendono un epilogo lieto da tempo.
Un altro passaggio importante della nota a cura del coordinamento del Comitato per la Salute Pubblica era quello su via Marina. Il Comitato rimarcava il passo indietro fatto dall'Amministrazione scrivendo: «Il risultato è che, dopo tre anni di transenne, è dovuto ritornare (il Sindaco, ndr) alla soluzione minimale di intervento sulle sole balaustre. Nel frattempo però ha buttato all'aria soldi per progettazione, scavi, perizie archeologiche e assistenza legale per un ricorso al TAR, per un importo totale di circa 60.000 euro, ed esposto il Comune al rischio di forti risarcimenti alla ditta vincitrice dell'appalto».
Gli amministratori replicano in questi termini: «le conclusioni del Comitato sono del tutto erronee e non basate sugli atti. Il lavoro svolto in sinergia con la Soprintendenza (sorveglianza di un archeologo, perizie e scavi archeologici) era necessario per la valenza storica e architettonica della zona e comunque sul progetto originario e poi modificato in seguito ai rilievi la stessa Soprintendenza (archeologica di Taranto) con nota prot. n° 4750 del 30.04.2015 prendeva atto che "la variazione progettuale individuata, in seguito alle risultanze delle indagine archeologiche eseguite, risultava tale da garantire la tutela delle strutture murarie esistenti e rinvenute, non ravvedendo motivi ostativi all'esecuzione dei lavori, riservandosi eventuali prescrizioni durante lo svolgimento dei lavori". Anche qui nessun "contenzioso" con l'azienda aggiudicatrice dell'appalto (non è stato sottoscritto il contratto) in virtù dell'assenza dell'oggetto del contendere. A seguito di ulteriori sopralluoghi - è la chiosa - e verifiche si procederà per un'opera di messa in sicurezza che non riguarderà solo le balaustre come erroneamente riportato». Su quest'ultimo punto, prendiamo atto che diverse testate, compresa la nostra, avrebbero preso un abbaglio, poiché avevamo interpretato anche noi una deliberazione di Giunta del 24 dicembre 2015 in tal senso.
Gli ultimi due argomenti toccati dalla lunga missiva dell'Amministrazione comunale (sintetizzata per ovvie ragioni giornalistiche) riguardano le accuse sul cantiere della ciclovia per Santo Spirito e la dolorosa vicenda legata al processo relativo alla presunta lottizzazione abusiva nella maglia denominata D1.1.
Quanto al cantiere, da Palazzo di Città evidenziano: «L'Amministrazione comunale ha espresso più volte l'indirizzo politico per una mobilità lenta, riuscendo ad aggiudicarsi un finanziamento importante conteso ad altri Comuni pugliesi. Le ciclovie di Puglia - spiegano - sono un progetto ambizioso e molto più grande del solo tratto che collega Giovinazzo a S. Spirito. Nessuna fermata verrà abolita e appena sarà possibile, (dopo l'illuminazione di tutta la strada, beneficio del progetto) a cantiere definitivamente chiuso, le fermate al momento soppresse saranno ristabilite».
Sulla D1.1 la replica è puntuale e la riportiamo per intero: «Vi sono "strafalcioni" evidenti - si legge -. L'Amministrazione Depalma non ha mai cambiato nessun "impianto difensivo" perché il Comune di Giovinazzo non figura tra gli imputati nel processo (dunque di che impianto difensivo si parla se il Comune non è tra i rinviati a giudizio? Mistero). Il Comune si è costituito parte civile nel processo con delibera della giunta Natalicchio (diverse delibere: 9 dicembre 2012; 25 gennaio 2011; 22 marzo 2011; 5 aprile 2012). Capiamo il profondo imbarazzo dell'Amministrazione Natalicchio per aver partorito il "ginepraio D1.1" e a costituirsi, nonostante tutto, parte civile: tuttavia la storiella di costituirsi parte civile per "indirizzare" il processo giuridicamente non trova logica (e ricordiamo che il Comune rappresenta tutti i cittadini ovvero anche la restante parte della città). L'Amministrazione Depalma ha cambiato l'avvocato che rappresenta l'Ente, il quale, in quanto "parte civile", non ha il compito di confutare le tesi del PM e sfidiamo chiunque a scrivere il contrario, evitando che qualche giurista abbia profonde amnesie.
Infine vogliamo anche ricordare che lo studio [...] difende il Comune di Giovinazzo per i procedimenti civili. Anche qui l'incarico è stato affidato con delibera dalla Giunta Natalicchio (delibera del 18 gennaio 2011) e l'Amministrazione Depalma non ha affatto cambiato legale».
Sin qui il virgolettato ed una parte delle lunghe riflessioni degli amministratori guidati da Depalma. Come sempre resta alto il livello di tensione tra le varie componenti del dibattito politico cittadino, nonostante la primavera 2017 sia ancora lontana. Noi restiamo, come sempre, a disposizione per eventuali controrepliche o precisazioni.