Jazz, rock e altri suoni metropolitani

Ieri la serata giovinazzese di Bari in Jazz con Kristin Asbjørnsen e Luca Aquino, intervistato da Marzia Morva

domenica 5 luglio 2015 15.18
La musica jazz internazionale a Giovinazzo. È successo ieri sera con "Bari in Jazz", il Festival Metropolitano che per la prima volta sta facendo tappa in molti comuni dell'ex provincia per un'edizione, l'undicesima, che l'associazione culturale Abusuan, storica organizzatrice della rassegna, ha definito «forte, entusiasmante, nuova e di transito».

L'Istituto Vittorio Emanuele II, struttura della Città Metropolitana gestita dal delegato Nicola De Matteo, non poteva che essere il contesto più naturale per ospitare i suoni, le luci e i colori dell'evento voluto dall'Amministrazione Comunale. I primi a salire sul palco nel grande atrio monumentale sono stati Kristin Asbjørnsen & Olav Torget Duo.

Accompagnata da una sola chitarra, la Asbjørnsen, famosa e apprezzata nella sua Norvegia come in tutta Europa, ha esplorato il territorio degli spirituals afro-americani, della world e della folk music, della tradizione nordica, con la sua voce possente e malinconica allo stesso tempo, calda e intimistica ma anche appassionata, contraddistinta dall'uso del vibrating.

Nel secondo live della serata si è esibito il beneventano Luca Aquino, stella nascente del panorama europeo e beniamino del pubblico pugliese appassionato del jazz di qualità. Assieme a Dario Miranda al basso, Antonio Jasevoli alla chitarra e Lele Tomasi alla batteria, ha presentato il suo nuovo lavoro discografico intitolato "OverDoors". Si tratta del terzo album del giovane e talentuoso trombettista, prodotto dalla Tuk Music (distribuzione Ducale Music) di Paolo Fresu.

Il cd "OverDoors" è un personale tributo alla sua rock band preferita, "The Doors" e segue l'esperienza di "aQustico" dopo due anni di tour mondiale con il gruppo del batterista Manu Katché. I suoni di Aquino, ispirati all'Est e alla musica dei Ramones, Off Spring e Strangles, hanno ora una nuova direzione: il glorioso repertorio dei Doors rivive grazie alla disinvoltura stilistica del trombettista che, partendo dalle melodie originali, le scompone e le ricompone per creare qualcosa di nuovo e sperimentale con arrangiamenti freschi e pieni d'energia.

Fermatosi per fare due chiacchiere con noi, Luca Aquino ha espresso la sua soddisfazione per il tour: «Sta andando molto bene. A fine maggio la prima ufficiale all'Auditorium Parco della Musica di Roma, poi Francia, Germania, Ungheria, Spagna fino ad arrivare qui a Giovinazzo, con una band che io considero grintosa. Siamo contenti abbiamo raggiunto l'obiettivo, nel senso che il disco è un po' diverso dal jazz che ho suonato finora e sta catturando l'attenzione di un pubblico differente per età e gusti musicali. Abbiamo voluto individuare un pubblico più giovane, dai gusti più rock, spaziando dalla psichedelia alla musica elettronica».

Aquino si è detto anche «affezionato al Bari in Jazz, ci sono stato già due volte per presentare i miei dischi un po' di anni fa, prima con "Lunaria", l'anno scorso mi ha tenuto a battesimo con "aQustico" e quest'anno ritorno per il progetto "OverDoors". Ci sono anche altri festival interessanti in questa regione che dal punto di vista artistico musicale sta andando bene, mi sembra di capire da lontano che Puglia Sounds ha una funzione importante per il sostegno e la divulgazione della musica jazz e non solo, e dei musicisti pugliesi. La Puglia mi piace molto, il mare è stupendo, ci sono molte belle città e per me è sempre bello ritornare».

Naturale uno sguardo al jazz italiano: «Ha una grandissima e intensa forza melodica, è impressionante come con poche note i musicisti riescano a raccontare molto. Molti musicisti stanno rendendo omaggio alle proprie tradizioni, al proprio modo di suonare, secondo me ci stiamo caratterizzando. Il jazz italiano in questi anni è tra i più forti sia in Europa che nel mondo».

Nel concerto molto rock di ieri ha omaggiato i Doors ma il suo originalissimo jazz può rivedere melodie appartenenti ad altri repertori: «Nel mio disco "Lunaria" ho fatto un omaggio a De Andrè, ora mi sto concentrando con i Solis String Quartet ed il batterista Gianluca Brugnano su un progetto che prenderà vita tra qualche mese dedicato alla canzone classica partenopea, della Napoli del '500 partendo da De Simone agli altri compositori storici». E chissà che non torni a presentarlo ancora qui, in Terra di Bari, nella rassegna diretta da Koblan Amissah.