IVE, le idee ci sono

Presentato ieri pomeriggio il Piano preliminare di riqualificazione dell'Istituto Vittorio Emanuele II

mercoledì 12 agosto 2020
A cura di Giuseppe Dalbis
L'Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo torna sotto i riflettori.

A cercare di immaginare il suo futuro è stata Asset, l'Agenzia regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio, ovvero la nuova engineering pubblica dedicata alla pianificazione strategica, alla programmazione integrata, alla progettazione e attuazione di opere pubbliche.

Ieri pomeriggio, nell'aula consigliare di Palazzo di Città, è stato presentato il Piano preliminare di riqualificazione, frutto di un percorso lungo tre anni che ha visto seduti allo stesso tavolo Asset, Regione Puglia, Città Metropolitana di Bari, Città di Giovinazzo, Ministero dell'Istruzione con l'Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa e Università degli Studi di Bari.

L'Ing. Giuseppe Garofalo di Asset, che ha moderato l'incontro parlando di IVE come vetrina per il paese e del piano preliminare come di idee messe su carta, ha precisato: «Riqualificare non vuol dire solo trovare i soldi per fare i lavori necessari, ma trovare un utilizzo consono che crei un circolo virtuoso che consenta all'Istituto di autofinanziarsi».

Il Sindaco Tommaso Depalma ha invece ricordato che il coinvolgimento di INDIRE, che al sud ha sede solo a Napoli, è un vecchio pallino e che ora bisogna cercare di essere inclusivi, coinvolgere anche l'Associazione Quelli dell'IVE. Ha quindi rivelato che la Città Metropolitana ha messo a bilancio 300.000 € per sistemare la facciata ai lati della chiesa di San Domenico, ore recintata per rischio crolli.

Per Nicola De Matteo, Delegato del Sindaco Metropolitano, il progetto è «concreto, non virtuale ma virtuoso».

IL PROGETTO IN PILLOLE

All'Ing. Vitangelo Bavaro, che ha studiato la parte strutturale dell'immobile, è toccato ripercorrere la storia dell'IVE e fare un quadro della situazione. Dei 16.000 mq coperti (su 21.000 totali) i locali al piano terra sono in ottime condizioni tranne qualche eccezione e una serie di rifiniture, mentre il primo piano è in completo abbandono, con l'archivio situato in un locale non idoneo, presenza di infiltrazioni e la necessità quindi di intervenire con solerzia per porre rimedio alle criticità.

L'Arch. Claudia Minervini ha invece progettato l'utilizzo degli spazi: sul lato di via Marconi troverebbero posto startup, coworking e fablab, per cui verrebbe l'ala dedicata al lavoro. Il piano superiore sarebbe dedicato ad INDIRE, per cui alle aule e ai laboratori per la formazione, ma anche ad un grande spazio per conferenze, rappresentazioni teatrali e proiezioni cinematografiche, senza dimenticare la foresteria da una trentina di posti letto. A piano terra, attorno all'atrio preceduto da sorveglianza, biglietteria e bookshop, troverebbero posto una biblioteca, aule lettura e spazi espositivi, l'archivio storico e soprattutto la pinacoteca provinciale. Resterebbero attivi la falegnameria, piccoli laboratori e spazi ludici all'aperto, ma si aggiungerebbero anche due bar e un ristorante con un centinaio di coperti.

GLI INTERVENTI CONCLUSIVI

Per Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia, ciò che sembrava frutto di un passato irrecuperabile può, attraverso la cultura, la formazione e il lavoro, diventare simbolo del futuro perché sono pochi i contenitori simili a quello che completa lo spazio eventi di piazza Vittorio Emanuele II.

È intervenuto anche Saverio Nenna, Presidente di Quelli dell'IVE, per ribadire l'importanza di quei corridoi per chi ci ha trascorso la propria infanzia e per dare la disponibilità per creare un punto informativo all'interno per raccontare la storia dell'Istituto.

A concludere l'incontro, il Direttore Generale di Asset Puglia Elio Sannicandro che ha tracciato la linea: «Il Piano è stato trasmesso a tutte le parti interessate, ora occorre un piano economico gestionale che quantifichi le risorse che occorrono per manutenere l'immobile nel tempo. Tuttavia non sarà complicato reperire fondi perché la prossima programmazione europea va proprio nel senso che interessa noi e l'IVE. Sono stati fatti passi importanti ma la strada è ancora lunga».