"Inondazioni" omeriche
L’Odissea del Collettivo PolArtis ha ammaliato il pubblico dell’IVE
sabato 25 luglio 2015
12.00
Mai onda è stata così attesa e piacevole al tempo stesso. È "l'effetto PolArtis", che non delude mai e ieri sera, ancora una volta, ha fatto centro, portando in scena una versione tanto romantica quanto scoppiettante dell'Odissea di Omero.
Lo spettacolo "Una storia d'amore, di mare e di… lana!" ha inaugurato nel migliore dei modi, nell'atrio dell'Istituto Vittorio Emanuele II, la seconda edizione dell'"Inondazioni Festival", la kermesse di teatro, danza, musica e cinema ideata dal "Collettivo" che, fino a domani, avvolgerà con tutta la sua forza inarrestabile gli scorci più suggestivi del centro storico.
Freschezza ed energia contagiosa hanno caratterizzato la prima delle tre "Inondazioni" di Teatro Diffuso del Festival, a cui gli spettatori delle tre repliche in programma si sono lasciati andare, sicuri di non trovarsi in alto mare, ma mantenuti a galla dalla loro "barchetta" che ha assicurato loro un posto a sedere in platea.
Un'Odissea ribaltata, quella messa in scena del Collettivo (ed immortalata dagli scatti di Lucia e Giuseppe Palmiotto), grazie all'eccellente regia di Damiano Nirchio, in cui le ventennali avventure di Ulisse sono state reinterpretate nell'ottica dell'attesa impaziente della sua fedele moglie Penelope, che inganna il tempo tessendo prima un calzino, poi un cuscino e poi un'enorme vela.
Sullo sfondo, a tessere le trame della vita dei due protagonisti, i capricci di un simpatico Poseidone, che tenta ostinatamente di ingraziarsi il favore del pubblico nonostante il suo ruolo scomodo di scaltro regista, dal forte accento romanesco, del peregrinare di Ulisse, e la risolutezza di Atena, preoccupata per le sorti dell'eroe greco e dei suoi compagni. Nel mezzo una Circe sui trampoli ed una sensuale quanto plastica Sirena.
Un'Odissea in cui, a dispetto dei sottofondi musicali rock e blues eseguiti dal vivo e a cui Ulisse stesso partecipa a mo' di solista di una band, la parola d'ordine è l'Amore, che non conosce rimpianti, che perdona tutto e fa dire con convinzione che alla fine «non è importante restare, ma andare insieme».
Tutti gli artisti del Collettivo hanno reso eccezionale con la loro impeccabile esibizione una pièce già originalissima nella sua idea di base. All'esperienza delle compagnie "Areté Ensemble", "Explorer", "Kuziba", "Senza Piume" e "ResExtensa" si è aggiunta l'effervescenza dei giovanissimi allievi di O.N.DA., il laboratorio di danza e teatro gestuale, impegnati nella preparazione delle coreografie dello spettacolo, dal 21 al 23 luglio scorsi.
Non è finita qui. Le "Inondazioni" continuano stasera e domani, dalle ore 21.00, con "I Racconti nella Bottiglia", che allagheranno piazze, corti ed edifici del borgo antico, emozionando gli spettatori in tante storie diverse per contenuto e poesia. A chiusura del Festival, in Piazza Duomo, alle ore 23.00, ci sarà il Ghost Concert organizzato da "Radio Vecchio Caffè" e "Vecchio Caffè Amoia" con il supporto dell'ARAC.
Pensavamo di conoscere a fondo la bravura di questo gruppo di lavoro, dopo aver assistito agli spettacoli che hanno reso meno freddo l'autunno e l'inverno passati. Ed invece, l'esibizione di ieri ci ha portati a credere che le sorprese non siano ancora finite e ne avremo una bella dimostrazione nelle ultime due imperdibili serate della rassegna che ha mostrato di poter essere a buon diritto il cuore culturale dell'Estate Giovinazzese.
Non avremo paura di lasciarci trasportare dalle onde di teatro, danza e musica, pronte a raggiungere nelle prossime ore i vicoli del borgo antico, con la consapevolezza che, come recita un'affermazione di Jacques Cousteau, «Il mare, una volta lanciato il suo incantesimo, ti terrà per sempre nella sua aura di meraviglia».
Lo spettacolo "Una storia d'amore, di mare e di… lana!" ha inaugurato nel migliore dei modi, nell'atrio dell'Istituto Vittorio Emanuele II, la seconda edizione dell'"Inondazioni Festival", la kermesse di teatro, danza, musica e cinema ideata dal "Collettivo" che, fino a domani, avvolgerà con tutta la sua forza inarrestabile gli scorci più suggestivi del centro storico.
Freschezza ed energia contagiosa hanno caratterizzato la prima delle tre "Inondazioni" di Teatro Diffuso del Festival, a cui gli spettatori delle tre repliche in programma si sono lasciati andare, sicuri di non trovarsi in alto mare, ma mantenuti a galla dalla loro "barchetta" che ha assicurato loro un posto a sedere in platea.
Un'Odissea ribaltata, quella messa in scena del Collettivo (ed immortalata dagli scatti di Lucia e Giuseppe Palmiotto), grazie all'eccellente regia di Damiano Nirchio, in cui le ventennali avventure di Ulisse sono state reinterpretate nell'ottica dell'attesa impaziente della sua fedele moglie Penelope, che inganna il tempo tessendo prima un calzino, poi un cuscino e poi un'enorme vela.
Sullo sfondo, a tessere le trame della vita dei due protagonisti, i capricci di un simpatico Poseidone, che tenta ostinatamente di ingraziarsi il favore del pubblico nonostante il suo ruolo scomodo di scaltro regista, dal forte accento romanesco, del peregrinare di Ulisse, e la risolutezza di Atena, preoccupata per le sorti dell'eroe greco e dei suoi compagni. Nel mezzo una Circe sui trampoli ed una sensuale quanto plastica Sirena.
Un'Odissea in cui, a dispetto dei sottofondi musicali rock e blues eseguiti dal vivo e a cui Ulisse stesso partecipa a mo' di solista di una band, la parola d'ordine è l'Amore, che non conosce rimpianti, che perdona tutto e fa dire con convinzione che alla fine «non è importante restare, ma andare insieme».
Tutti gli artisti del Collettivo hanno reso eccezionale con la loro impeccabile esibizione una pièce già originalissima nella sua idea di base. All'esperienza delle compagnie "Areté Ensemble", "Explorer", "Kuziba", "Senza Piume" e "ResExtensa" si è aggiunta l'effervescenza dei giovanissimi allievi di O.N.DA., il laboratorio di danza e teatro gestuale, impegnati nella preparazione delle coreografie dello spettacolo, dal 21 al 23 luglio scorsi.
Non è finita qui. Le "Inondazioni" continuano stasera e domani, dalle ore 21.00, con "I Racconti nella Bottiglia", che allagheranno piazze, corti ed edifici del borgo antico, emozionando gli spettatori in tante storie diverse per contenuto e poesia. A chiusura del Festival, in Piazza Duomo, alle ore 23.00, ci sarà il Ghost Concert organizzato da "Radio Vecchio Caffè" e "Vecchio Caffè Amoia" con il supporto dell'ARAC.
Pensavamo di conoscere a fondo la bravura di questo gruppo di lavoro, dopo aver assistito agli spettacoli che hanno reso meno freddo l'autunno e l'inverno passati. Ed invece, l'esibizione di ieri ci ha portati a credere che le sorprese non siano ancora finite e ne avremo una bella dimostrazione nelle ultime due imperdibili serate della rassegna che ha mostrato di poter essere a buon diritto il cuore culturale dell'Estate Giovinazzese.
Non avremo paura di lasciarci trasportare dalle onde di teatro, danza e musica, pronte a raggiungere nelle prossime ore i vicoli del borgo antico, con la consapevolezza che, come recita un'affermazione di Jacques Cousteau, «Il mare, una volta lanciato il suo incantesimo, ti terrà per sempre nella sua aura di meraviglia».