Incidente sulla 16 bis: autopsia sul corpo dell'81enne

Oggi l'esame al Policlinico di Bari. Indagato il conducente del camion: non avrebbe rispettato la distanza minima

sabato 19 agosto 2017 19.50
Chiarire la dinamica dell'incidente e scoprire le cause esatte della morte. Per questo il sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Alessandro Pesce, ha disposto l'autopsia sul corpo di Michele Colasanto, deceduto lo scorso 16 agosto in un incidente stradale sulla strada statale 16 bis, a Molfetta.

L'incidente è avvenuto alle ore 09.00. L'81enne viaggiava a bordo della sua auto, una Renault Clio, quando all'altezza dello svincolo per Molfetta centro è stato travolto dal mezzo pesante. L'impatto ha distrutto l'auto e ha sbalzato il corpo dell'uomo fuori dall'abitacolo. Inutili i soccorsi del Servizio 118 per l'anziano, che è morto sul colpo. L'autopsia dovrà adesso accertare che cosa ne abbia provocato il decesso.

L'incarico è stato affidato al medico legale Antonio De Donno che eseguirà oggi l'esame nel Policlinico di Bari. Le cause del decesso dell'anziano, infatti, sono ancora poco chiare, dal momento che le lesioni riscontrate sul corpo dopo l'impatto non sarebbero compatibili con la morte. Non sarebbero state cioè le ferite causate dall'incidente ad uccidere l'81enne.

A sottolinearlo, attraverso la Gazzetta del Mezzogiorno, anche la famiglia dell'anziano, rappresentata dall'avvocato Nino Ghiro: «La versione di un malore precedente all'impatto che avrebbe causato a perdita di controllo dell'auto da parte dell'uomo non trova al momento riscontro nella ricostruzione dei fatti. L'autopsia - conclude il legale - è finalizzata proprio a stabilire le cause del decesso»

In quel tratto di 16 bis non ci sono telecamere. E al momento nessun eventuale testimone si è fatto avanti. Ma se sulla dinamica dell'incidente tutto è ancora da accertare, di una cosa gli inquirenti sono certi: il camion che ha colpito la Renault Clio stava procedendo poco al di sopra dei limiti di velocità e senza rispettare la distanza di sicurezza.

Fatto sta che ad ora il camionista, indipendentemente dal comportamento tenuto alla guida, è indagato per il reato di omicidio colposo. L'iscrizione nel registro degli indagati è comunque un atto dovuto per consentire all'uomo di nominare legali e consulenti per procedere all'esecuzione di atti tecnici irripetibili.