In prima linea contro il virus. Un caffè per ringraziare gli operatori del 118
L’iniziativa di un esercente di Giovinazzo. Un infermiere: «Sentiamo il supporto dei cittadini»
domenica 5 aprile 2020
Un caffè e un cornetto per ringraziare gli operatori del 118 di Giovinazzo. Stamattina Francesco, titolare di un bar di piazza Vittorio Emanuele II, ha dato appuntamento agli infermieri della postazione situata all'interno dell'IVE per offrire loro la colazione. Un gesto che vuole esprimere simbolicamente la solidarietà della città durante la tremenda epidemia da Covid-19. «Questa iniziativa, che non è l'unica - racconta a GiovinazzoViva un infermiere del 118 -, ci fa sentire l'appoggio dei cittadini e al di là del caffè in sé è un riconoscimento importante verso di noi che apprezziamo molto».
Giovinazzo e i suoi esercenti, duramente provati dall'epidemia, dimostrano dunque un cuore grande, più grande delle difficoltà, nei confronti di chi è davvero ogni giorno in prima linea contro il virus. «Non vogliamo essere chiamati eroi - prosegue l'infermiere - perché questo è il nostro lavoro, ce lo siamo scelti e lo facciamo da sempre. Però vedendo le statistiche e l'aumento del contagio, soprattutto nei confronti del personale sanitario, non possiamo dire che non ne risentiamo affatto. C'è preoccupazione perché siamo costretti a fare fronte all'esiguità dei dispositivi di protezione individuale e a volte anche alla scarsa sincerità dei cittadini che spesso tacciono sui propri sintomi o sulle possibili cause del contagio».
Quella di Francesco non è l'unica iniziativa in città. Intanto lo stesso esercente qualche giorno fa ha donato al conto corrente aperto dalla Regione Puglia la somma raccolta dalla vendita a domicilio delle zeppole di San Giuseppe e promette di trasformare l'appuntamento con la colazione solidale anche per le prossime domeniche. «Abbiamo il supporto - assicura l'infermiere del 118 - anche di alcune pizzerie. Il sostegno dei cittadini di Giovinazzo lo vediamo concretamente». Ma la catena della solidarietà non si ferma qui: anche gli Zelatori Micaeliti di Giovinazzo hanno dato un contributo tangibile, acquistando buoni spesa per le famiglie difficoltà in difficoltà che hanno provveduto a donare alla Crtias. Del resto il modo per uscire da questa tragica situazione è uno solo: tutti uniti.
Giovinazzo e i suoi esercenti, duramente provati dall'epidemia, dimostrano dunque un cuore grande, più grande delle difficoltà, nei confronti di chi è davvero ogni giorno in prima linea contro il virus. «Non vogliamo essere chiamati eroi - prosegue l'infermiere - perché questo è il nostro lavoro, ce lo siamo scelti e lo facciamo da sempre. Però vedendo le statistiche e l'aumento del contagio, soprattutto nei confronti del personale sanitario, non possiamo dire che non ne risentiamo affatto. C'è preoccupazione perché siamo costretti a fare fronte all'esiguità dei dispositivi di protezione individuale e a volte anche alla scarsa sincerità dei cittadini che spesso tacciono sui propri sintomi o sulle possibili cause del contagio».
Quella di Francesco non è l'unica iniziativa in città. Intanto lo stesso esercente qualche giorno fa ha donato al conto corrente aperto dalla Regione Puglia la somma raccolta dalla vendita a domicilio delle zeppole di San Giuseppe e promette di trasformare l'appuntamento con la colazione solidale anche per le prossime domeniche. «Abbiamo il supporto - assicura l'infermiere del 118 - anche di alcune pizzerie. Il sostegno dei cittadini di Giovinazzo lo vediamo concretamente». Ma la catena della solidarietà non si ferma qui: anche gli Zelatori Micaeliti di Giovinazzo hanno dato un contributo tangibile, acquistando buoni spesa per le famiglie difficoltà in difficoltà che hanno provveduto a donare alla Crtias. Del resto il modo per uscire da questa tragica situazione è uno solo: tutti uniti.