In pensione, dopo 31 anni di servizio in città, il comandante Dino Amato
Il luogotenente lascia il comando della Stazione dei Carabinieri di Giovinazzo. Il saluto in una lettera
venerdì 14 febbraio 2020
7.05
Farà specie non vederlo girare nella gazzella dei Carabinieri, per monitorare che tutto sia a posto. 31 anni di servizio non si cancellano dall'oggi al domani. Lo sa benissimo il luogotenente carica speciale Dino Amato, a Giovinazzo dal 1989 e che dal 2012 ha comandato la Stazione dei Carabinieri.
E in 31 anni ne passa di acqua sotto i ponti: la città trovata non è proprio la stessa. Una «comunità sana», come ha avuto spesso modo di ribadire, al di là delle strutturali sacche di criminalità, da cui nessuna realtà è totalmente esente. Nato a Palermo, in Sicilia, 56 anni, Dino Amato, coniugato e padre di due figli, lascia l'incarico, per "raggiunti limiti di età" e per "godersi la meritata pensione". Si dice così nel gergo tecnico.
La vita è questa. Fatta di appuntamenti che segnano scadenze a cui doversi conformare. Arruolatosi carabiniere effettivo nel 1983, e dopo aver frequentato la scuola Allievi Carabinieri di Iglesias, ha operato presso i Comandi Provinciali di Potenza e di Salerno, prima di essere destinato, nel 1989, dopo il classico periodo di formazione nelle scuole sottufficiali dell'Arma di Velletri e Firenze, presso la Stazione dei Carabinieri di Giovinazzo.
Una caserma, quella di via Matteotti, nella quale s'è dedicato prevalentemente al contrasto dei reati contro il patrimonio e la persona. Sino al 10 febbraio scorso, quando, non senza rammarico, ha riposto la propria divisa in qualche armadio, portandola pur sempre impressa nel cuore: «In data 10 febbraio 2020 - scrive in una lettera - ho lasciato l'incarico di comandante della Stazione Carabinieri di Giovinazzo poiché collocato in quiescenza a domanda.
Nel lasciare tale mandato, - continua Amato in una missiva inviata alla nostra redazione - desidero esprimere un sincero saluto ed un sentito ringraziamento ai miei superiori, al sindaco ed all'intero consiglio comunale, a tutte le autorità civili, militari e religiose, alle forze imprenditoriali, a tutto il mondo della cultura, alle associazioni di volontariato ed a tutta la cittadinanza di Giovinazzo, al servizio della quale ho avuto l'onore di lavorare per circa 31 anni.
Sì, è da 31 anni che vivo e lavoro in questa meravigliosa città, vivendo giornalmente con impegno, entusiasmo e sacrificio, la mia professione e dedicando con slancio diuturno la mia persona, a cercare di far diffondere e accrescere il sentimento di legalità e la voglia di sicurezza di tutti, cercando e sforzandomi con i miei collaboratori di garantire un'azione di prevenzione e contrasto alla criminalità, anche in collaborazione con le altre Istituzioni di Polizia del territorio».
Di lui - una vera e propria istituzione, un personaggio, che con la sua indole ha intriso la comunità di senso del dovere - si ricordano tanti momenti: «In questi anni, "una vita", innumerevoli sono state le azioni investigative intraprese nell'ambito della lotta allo spaccio di stupefacenti, ai reati contro il patrimonio, alle rapine, agli scippi ed alle truffe ai danni di anziani, che in molte occasioni, hanno portato ad un "esito positivo" con gli autori assicurati alla giustizia».
Tra i risultati professionali ottenuti in prima persona e dei quali va più fiero ci sono «la scoperta di 5 piantagioni in serre di marijuana ed il sequestro di 144 chili di marijuana già stoccata e pronta per la vendita all'ingrosso, la cattura e l'arresto in flagranza di due pregiudicati di Bitonto autori di un tentato omicidio ai danni di un commerciante del luogo, l'arresto di cinque giovani responsabili a vario titolo di un efferato omicidio ai danni di un giovane del luogo.
Ed ancora: la scoperta e il successivo arresto di una donna "truffatrice seriale" autrice di sei truffe ad anziani solo a Giovinazzo e di decine di altri in provincia e tantissimi altri episodi criminosi fortunatamente conclusisi con la scoperta degli autori che, sicuramente, hanno sviluppato nella popolazione tutta una maggiore cultura della legalità, convincendo i cittadini a nutrire sempre maggiore fiducia nelle forze dell'ordine.
Ancora voglio ringraziare i miei attuali collaboratori e tutti i militari dell'Arma dei Carabinieri che si sono succeduti negli anni a Giovinazzo e con cui ho avuto l'onore di lavorare e condividere quotidianamente il lavoro con gioie e amarezze, sicuro però di aver sempre cercato di fare del mio meglio per far rispettare le leggi e infondere ai cittadini sicurezza e fiducia nelle Istituzioni del territorio e nello Stato italiano».
Dino Amato, dunque, si congeda (rimarrà il suo stile di vita, una direttrice chiara del proprio agire, mai seconda, però, all'attenzione per la persona), portandosi nel cuore una città, in cui come lui stesso ha precisato, è stato un "onore" lavorare e una Stazione dei Carabinieri in cui - per 8 anni - ha rappresentato un punto fermo, insieme ai tanti uomini dell'Arma, adesso guidati dal nuovo comandante, il maresciallo capo Ruggiero Filannino.
Dall'altra parte, ci sarà sempre una comunità, che quando incontrerà Dino Amato non potrà far altro che pensare a lui con l'affetto di chi ha condiviso una fetta di un percorso. «Rinnovo i miei ringraziamenti a tutti e - conclude - augurando ogni bene vi giunga un sincero e affettuoso saluto».
E in 31 anni ne passa di acqua sotto i ponti: la città trovata non è proprio la stessa. Una «comunità sana», come ha avuto spesso modo di ribadire, al di là delle strutturali sacche di criminalità, da cui nessuna realtà è totalmente esente. Nato a Palermo, in Sicilia, 56 anni, Dino Amato, coniugato e padre di due figli, lascia l'incarico, per "raggiunti limiti di età" e per "godersi la meritata pensione". Si dice così nel gergo tecnico.
La vita è questa. Fatta di appuntamenti che segnano scadenze a cui doversi conformare. Arruolatosi carabiniere effettivo nel 1983, e dopo aver frequentato la scuola Allievi Carabinieri di Iglesias, ha operato presso i Comandi Provinciali di Potenza e di Salerno, prima di essere destinato, nel 1989, dopo il classico periodo di formazione nelle scuole sottufficiali dell'Arma di Velletri e Firenze, presso la Stazione dei Carabinieri di Giovinazzo.
Una caserma, quella di via Matteotti, nella quale s'è dedicato prevalentemente al contrasto dei reati contro il patrimonio e la persona. Sino al 10 febbraio scorso, quando, non senza rammarico, ha riposto la propria divisa in qualche armadio, portandola pur sempre impressa nel cuore: «In data 10 febbraio 2020 - scrive in una lettera - ho lasciato l'incarico di comandante della Stazione Carabinieri di Giovinazzo poiché collocato in quiescenza a domanda.
Nel lasciare tale mandato, - continua Amato in una missiva inviata alla nostra redazione - desidero esprimere un sincero saluto ed un sentito ringraziamento ai miei superiori, al sindaco ed all'intero consiglio comunale, a tutte le autorità civili, militari e religiose, alle forze imprenditoriali, a tutto il mondo della cultura, alle associazioni di volontariato ed a tutta la cittadinanza di Giovinazzo, al servizio della quale ho avuto l'onore di lavorare per circa 31 anni.
Sì, è da 31 anni che vivo e lavoro in questa meravigliosa città, vivendo giornalmente con impegno, entusiasmo e sacrificio, la mia professione e dedicando con slancio diuturno la mia persona, a cercare di far diffondere e accrescere il sentimento di legalità e la voglia di sicurezza di tutti, cercando e sforzandomi con i miei collaboratori di garantire un'azione di prevenzione e contrasto alla criminalità, anche in collaborazione con le altre Istituzioni di Polizia del territorio».
Di lui - una vera e propria istituzione, un personaggio, che con la sua indole ha intriso la comunità di senso del dovere - si ricordano tanti momenti: «In questi anni, "una vita", innumerevoli sono state le azioni investigative intraprese nell'ambito della lotta allo spaccio di stupefacenti, ai reati contro il patrimonio, alle rapine, agli scippi ed alle truffe ai danni di anziani, che in molte occasioni, hanno portato ad un "esito positivo" con gli autori assicurati alla giustizia».
Tra i risultati professionali ottenuti in prima persona e dei quali va più fiero ci sono «la scoperta di 5 piantagioni in serre di marijuana ed il sequestro di 144 chili di marijuana già stoccata e pronta per la vendita all'ingrosso, la cattura e l'arresto in flagranza di due pregiudicati di Bitonto autori di un tentato omicidio ai danni di un commerciante del luogo, l'arresto di cinque giovani responsabili a vario titolo di un efferato omicidio ai danni di un giovane del luogo.
Ed ancora: la scoperta e il successivo arresto di una donna "truffatrice seriale" autrice di sei truffe ad anziani solo a Giovinazzo e di decine di altri in provincia e tantissimi altri episodi criminosi fortunatamente conclusisi con la scoperta degli autori che, sicuramente, hanno sviluppato nella popolazione tutta una maggiore cultura della legalità, convincendo i cittadini a nutrire sempre maggiore fiducia nelle forze dell'ordine.
Ancora voglio ringraziare i miei attuali collaboratori e tutti i militari dell'Arma dei Carabinieri che si sono succeduti negli anni a Giovinazzo e con cui ho avuto l'onore di lavorare e condividere quotidianamente il lavoro con gioie e amarezze, sicuro però di aver sempre cercato di fare del mio meglio per far rispettare le leggi e infondere ai cittadini sicurezza e fiducia nelle Istituzioni del territorio e nello Stato italiano».
Dino Amato, dunque, si congeda (rimarrà il suo stile di vita, una direttrice chiara del proprio agire, mai seconda, però, all'attenzione per la persona), portandosi nel cuore una città, in cui come lui stesso ha precisato, è stato un "onore" lavorare e una Stazione dei Carabinieri in cui - per 8 anni - ha rappresentato un punto fermo, insieme ai tanti uomini dell'Arma, adesso guidati dal nuovo comandante, il maresciallo capo Ruggiero Filannino.
Dall'altra parte, ci sarà sempre una comunità, che quando incontrerà Dino Amato non potrà far altro che pensare a lui con l'affetto di chi ha condiviso una fetta di un percorso. «Rinnovo i miei ringraziamenti a tutti e - conclude - augurando ogni bene vi giunga un sincero e affettuoso saluto».