Il teatro per ricordare
"Senza Piume" svela gli orrori di Treblinka
mercoledì 28 gennaio 2015
12.05
Fu fatta costruire una finta stazione ferroviaria, con una finta biglietteria, con gli orari di partenza e arrivo dei convogli, le indicazioni per le diverse città e con un finto orologio dipinto sul muro che segnava sempre la stessa ora. E ad accoglierli il comandante del campo, vestito di bianco.
Tutto a beneficio degli ignari deportati, ebrei soprattutto, che ogni giorno arrivavano a Treblinka, il famigerato campo di sterminio che sorgeva a poche decine di chilometri da Varsavia, dove in un anno, il campo fu costruito nel luglio del 1942 e smantellato nell'ottobre del 1943, persero la vita nelle camere a gas circa 1 milione e 200mila persone. Un campo che era comandato da Franz Stangl un ufficiale austriaco delle "SS".
E Stangl diventa il protagonista della pièce teatrale proposta da "Senza Piume" andata in scena ieri sera, in occasione delle celebrazioni per "Il Giorno della Memoria", nella sala San Felice, dal titolo, appunto, "Treblinka". Il testo è di Gitta Sereny, la giornalista che riuscì a intervistare Stangl, un mese prima della sua morte, nel carcere di Düsseldorf, dove condannato all'ergastolo per l'eccidio in quel campo di sterminio, stava scontando la sua pena.
Una messa in scena, quella dei "Senza Piume", minimalista ed essenziale. I racconti dei deportati, tratti dalle loro lettere, si intrecciano con il racconto del comandante del campo. Dall'orrore dei deportati all'indifferenza di chi era considerato il miglior comandante di un campo di concentramento di tutta la Polonia, che asseriva di «aver semplicemente adempiuto al proprio dovere». E nell'intreccio del racconto interviene anche la moglie di Stangl, che non sa, o non vuol sapere, del vero lavoro di suo marito.
È l'ennesima pagina dell'Olocausto che alza il velo sugli orrori dei campi di concentramento, anche su quelli meno famosi come fu quello di Treblinka, smantellato dopo un anno di macabra attività sul cui suolo fu impiantata in fretta e furia una pineta con al centro una casetta, quasi a voler cancellare tutte le tracce dello sterminio che proprio in quel luogo si era perpetrato con assurda regolarità.
Tutto a beneficio degli ignari deportati, ebrei soprattutto, che ogni giorno arrivavano a Treblinka, il famigerato campo di sterminio che sorgeva a poche decine di chilometri da Varsavia, dove in un anno, il campo fu costruito nel luglio del 1942 e smantellato nell'ottobre del 1943, persero la vita nelle camere a gas circa 1 milione e 200mila persone. Un campo che era comandato da Franz Stangl un ufficiale austriaco delle "SS".
E Stangl diventa il protagonista della pièce teatrale proposta da "Senza Piume" andata in scena ieri sera, in occasione delle celebrazioni per "Il Giorno della Memoria", nella sala San Felice, dal titolo, appunto, "Treblinka". Il testo è di Gitta Sereny, la giornalista che riuscì a intervistare Stangl, un mese prima della sua morte, nel carcere di Düsseldorf, dove condannato all'ergastolo per l'eccidio in quel campo di sterminio, stava scontando la sua pena.
Una messa in scena, quella dei "Senza Piume", minimalista ed essenziale. I racconti dei deportati, tratti dalle loro lettere, si intrecciano con il racconto del comandante del campo. Dall'orrore dei deportati all'indifferenza di chi era considerato il miglior comandante di un campo di concentramento di tutta la Polonia, che asseriva di «aver semplicemente adempiuto al proprio dovere». E nell'intreccio del racconto interviene anche la moglie di Stangl, che non sa, o non vuol sapere, del vero lavoro di suo marito.
È l'ennesima pagina dell'Olocausto che alza il velo sugli orrori dei campi di concentramento, anche su quelli meno famosi come fu quello di Treblinka, smantellato dopo un anno di macabra attività sul cui suolo fu impiantata in fretta e furia una pineta con al centro una casetta, quasi a voler cancellare tutte le tracce dello sterminio che proprio in quel luogo si era perpetrato con assurda regolarità.