«Il sindaco revochi l’ordinanza che amplia la discarica»
Questa la parola d’ordine del corteo che ieri sera ha attraversato la città
domenica 4 gennaio 2015
11.02
Tre lunghi squilli di sirena hanno segnato la fine della manifestazione che ha attraversato il centro abitato. Una marcia organizzata dal comitato "Per la salute pubblica, no alla discarica" per protestare contro la sopraelevazione dei lotti I, II e III del sito di San Pietro Pago.
Sono state un migliaio secondo gli organizzatori (poco più di trecento secondo le forze dell'ordine) le persone, giovani e adulti che, dopo essersi date appuntamento ieri sera in piazzale Risorgimento (il piazzale antistante la stazione ferroviaria), hanno raggiunto piazza Vittorio Emanuele II con una sola parola d'ordine: no agli ampliamenti della discarica. E con l'invito, rivolto al sindaco Tommaso Depalma, di revocare l'ordinanza (la n. 62 del 6 novembre 2014) con cui ha autorizzato il conferimento dei rifiuti solidi urbani a 20 diversi comuni nella discarica giovinazzese. Un provvedimento, secondo i manifestanti, «illegittimo perché non sussistevano né le condizioni tecniche per realizzarlo, né i presupposti giuridici». E tra i presupposti tecnici i promotori della protesta hanno citato gli «accertamenti sulle condizioni della guaina sul fondo e sulle pareti, le condizioni di stabilità per i nuovi rifiuti costipati e l'analisi dei rifiuti attraverso carotaggi oltre alla verifica dello stato del percolato che sarebbe stato necessario effettuare».
Un provvedimento, inoltre, che non è accompagnato dai pareri dell'Asl e dell'Arpa: «I pareri definitivi dell'Asl e dell'Arpa sono rimasti in sospeso al termine della conferenza di servizio, mentre non c'è traccia della valutazione d'impatto ambientale, su cui si era espressa negativamente la Regione Puglia. E poi - hanno detto - il provvedimento risponde più ad esigenze di ordine economico che di urgenza ambientale ed il sindaco non aveva alcuna autorità per poter autorizzare lo smaltimento da altri comuni». Non solo quell'ordinanza disattende il volere del Ministero dell'Ambiente, in quanto non esisterebbero emergenze che giustifichino quegli ampliamenti e, ancora, l'ordinanza sarebbe stata firmata contro il parere dell'ufficio tecnico comunale il cui dirigente, per questo motivo, sarebbe stato destinato ad altro incarico.
Tutto questo lo hanno spiegato i rappresentanti del comitato al termine della manifestazione, facendosi accompagnare da fotografie e brevi filmati trasmessi su un grande schermo. E il dito lo hanno puntato anche contro la "Daneco Impianti", la società che si occupa della gestione della discarica, rea, secondo loro, di non fare gli interessi della collettività, non solo a Giovinazzo, ma in tutte le aree italiane dove gestisce impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Prova ne è, sempre secondo il comitato, la vicenda giudiziaria in cui la società è coinvolta, come quella che riguarda la discarica di Pescantina, nel veronese, denominata "Ca' Filissine", finita sotto i riflettori della stampa nazionale.
I manifestanti si sono poi dati appuntamento per venerdì 9 gennaio, giorno in cui, alle ore 09.30 del mattino nell'auditorium "don Tonino Bello", si celebrerà il consiglio comunale monotematico che dovrà discutere proprio dell'ordinanza sindacale che ha dato il via, da una parte all'ampliamento della discarica, dall'altra alle proteste dei cittadini, che continueranno a raccogliere le firme di una petizione popolare, per dire "basta" ad ulteriori attività nella discarica di San Pietro Pago.
Sono state un migliaio secondo gli organizzatori (poco più di trecento secondo le forze dell'ordine) le persone, giovani e adulti che, dopo essersi date appuntamento ieri sera in piazzale Risorgimento (il piazzale antistante la stazione ferroviaria), hanno raggiunto piazza Vittorio Emanuele II con una sola parola d'ordine: no agli ampliamenti della discarica. E con l'invito, rivolto al sindaco Tommaso Depalma, di revocare l'ordinanza (la n. 62 del 6 novembre 2014) con cui ha autorizzato il conferimento dei rifiuti solidi urbani a 20 diversi comuni nella discarica giovinazzese. Un provvedimento, secondo i manifestanti, «illegittimo perché non sussistevano né le condizioni tecniche per realizzarlo, né i presupposti giuridici». E tra i presupposti tecnici i promotori della protesta hanno citato gli «accertamenti sulle condizioni della guaina sul fondo e sulle pareti, le condizioni di stabilità per i nuovi rifiuti costipati e l'analisi dei rifiuti attraverso carotaggi oltre alla verifica dello stato del percolato che sarebbe stato necessario effettuare».
Un provvedimento, inoltre, che non è accompagnato dai pareri dell'Asl e dell'Arpa: «I pareri definitivi dell'Asl e dell'Arpa sono rimasti in sospeso al termine della conferenza di servizio, mentre non c'è traccia della valutazione d'impatto ambientale, su cui si era espressa negativamente la Regione Puglia. E poi - hanno detto - il provvedimento risponde più ad esigenze di ordine economico che di urgenza ambientale ed il sindaco non aveva alcuna autorità per poter autorizzare lo smaltimento da altri comuni». Non solo quell'ordinanza disattende il volere del Ministero dell'Ambiente, in quanto non esisterebbero emergenze che giustifichino quegli ampliamenti e, ancora, l'ordinanza sarebbe stata firmata contro il parere dell'ufficio tecnico comunale il cui dirigente, per questo motivo, sarebbe stato destinato ad altro incarico.
Tutto questo lo hanno spiegato i rappresentanti del comitato al termine della manifestazione, facendosi accompagnare da fotografie e brevi filmati trasmessi su un grande schermo. E il dito lo hanno puntato anche contro la "Daneco Impianti", la società che si occupa della gestione della discarica, rea, secondo loro, di non fare gli interessi della collettività, non solo a Giovinazzo, ma in tutte le aree italiane dove gestisce impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Prova ne è, sempre secondo il comitato, la vicenda giudiziaria in cui la società è coinvolta, come quella che riguarda la discarica di Pescantina, nel veronese, denominata "Ca' Filissine", finita sotto i riflettori della stampa nazionale.
I manifestanti si sono poi dati appuntamento per venerdì 9 gennaio, giorno in cui, alle ore 09.30 del mattino nell'auditorium "don Tonino Bello", si celebrerà il consiglio comunale monotematico che dovrà discutere proprio dell'ordinanza sindacale che ha dato il via, da una parte all'ampliamento della discarica, dall'altra alle proteste dei cittadini, che continueranno a raccogliere le firme di una petizione popolare, per dire "basta" ad ulteriori attività nella discarica di San Pietro Pago.