Il ritorno alle origini di Roraima Ana Andriani
Ieri sera il riconoscimento della massima assise di Giovinazzo alla rappresentante permanente dell'Organizzazione Internazionale di Polizia Criminale all'ONU
mercoledì 10 luglio 2024
07.30
Il ritorno alle origini non può essere mai banale, perché in quelle origini c'è la partenza di un lungo percorso che ci porta ad essere ciò che siamo, qualunque cosa siamo diventati.
Lo sa bene Roraima Ana Andriani, sangue giovinazzese tinto di venezuelano, oggi rappresentante permanente dell'Organizzazione Internazionale di Polizia Criminale alle Nazioni Unite di New York. Una figlia di Giovinazzo che ieri è stata omaggiata con un enocomio solenne dalla massima assise cittadina, alla presenza del presidente Francesco Cervone, del sindaco Michele Sollecito, della Giunta comunale, dei rappresentanti delle forze politiche che vi siedono. Alla rappresentante Interpol sono stati donati anche una Fontana dei Tritoni in scala ed uno straordinario rosone di cioccolato del maestro pasticcere Nicola Giotti.
Grande l'accoglienza che amici e parenti le hanno tributato e lei ha ricambiato con eleganza e sobrietà, cifre non necessariamente e non sempre parallele alla professionalità. Lei ha ripercorso la sua carriera, dalla partenza per Roma, alla lotta alla mafia nell'epoca stragista degli anni '90, quando essere dalla parte dello Stato significava fare una scelta coraggiosissima. Poi i passaggi all'Europol, tra L'Aja e Bruxelles, prima di raggiungere l'ONU e di rappresentare l'Interpol nella massima istituzione mondiale, ultimo baluardo del dialogo tra popoli.
Roraima Ana Andriani ha visitato - lo ha raccontato lei - per ragioni professionali ben 110 Stati, combattendo il narcotraffico e la pedofilia senza tregua ed oggi è la donna che forse di più al mondo, all'interno delle forze di Polizia, cerca di contrastare i reati ambientali, nuova grande battaglia da combattere uniti.
Non è affatto stata facile la vita della sua famiglia, ma lei a quell'approdo è sempre ritornata, in quell'angolo di mondo dove è cresciuta, senza mai dimenticare il padre migrante e la mamma con sangue sudamericano, una donna che seppe riconoscere in quell'approdo «italiano, pugliese e meridionale» un nuovo inizio. Giovinazzo per Andriani è casa, è ricordi stupendi di estati trascorse in spensieratezza, mangiando focaccia sugli scogli, ascoltando Battisti e pensando che il mondo, quel mondo che si sarebbe conquistata, non era poi così grande.
La storia di Roraima Andriani è la storia di una eccellenza giovinazzese e Dio solo sa quanto le calzi quella qualità, parola troppo spesso abusata anche da noi cronisti di periferia. Ironica, elegante, capace di alternare sorrisi alla solennità dei suoi messaggi lanciati a tutti i giovinazzesi, la "superpoliziotta" ha voluto ribadire l'importanza di essere popolo che non tradisce le sue origini, ma che sa essere accogliente, aperto, che riconosce nell'altro e nel diverso una possibilità di crescita. Una crescita necessaria a formare una società civile consapevole e presente, in grado di supportare le istituzioni e le forze dell'ordine nella lotta ai crimini.
Quello di Roraima Ana Andriani - lo ha ricordato il sindaco Michele Sollecito nel suo discorso - è un tempo che assomiglia a quello di Marcel Proust, un tempo circolare, che guarda sempre in avanti e mai indietro, eppure si ricompone nella solidità del punto di partenza. Poi, e questo è certo, scrivere le pagine della nostra vita con inchiostro indelebile è capacità ahinoi di pochi. Tra quei pochi, gente come Roraima Andriani, la ragazza che partita da Giovinazzo si è fatta strada per meriti ed ha conosciuto il mondo più di quanto sognasse da adolescente.
Un mondo circolare come il tempo della sua vita, che l'ha riportata ancora una volta nella sua casa. E mentre riceveva abbracci e congratulazioni da parenti ed amici, l'abbiamo sorpresa a guardare per pochi istanti fuori dalla finestra dell'Aula "Pignatelli", osservando quel crepuscolo su Cala Porto dalle tinte pastello che solo i luoghi del cuore sanno proporre, sempre immutati. Tra nostalgia per ciò che fu e gratitudine per ciò che è diventata.
Lo sa bene Roraima Ana Andriani, sangue giovinazzese tinto di venezuelano, oggi rappresentante permanente dell'Organizzazione Internazionale di Polizia Criminale alle Nazioni Unite di New York. Una figlia di Giovinazzo che ieri è stata omaggiata con un enocomio solenne dalla massima assise cittadina, alla presenza del presidente Francesco Cervone, del sindaco Michele Sollecito, della Giunta comunale, dei rappresentanti delle forze politiche che vi siedono. Alla rappresentante Interpol sono stati donati anche una Fontana dei Tritoni in scala ed uno straordinario rosone di cioccolato del maestro pasticcere Nicola Giotti.
Grande l'accoglienza che amici e parenti le hanno tributato e lei ha ricambiato con eleganza e sobrietà, cifre non necessariamente e non sempre parallele alla professionalità. Lei ha ripercorso la sua carriera, dalla partenza per Roma, alla lotta alla mafia nell'epoca stragista degli anni '90, quando essere dalla parte dello Stato significava fare una scelta coraggiosissima. Poi i passaggi all'Europol, tra L'Aja e Bruxelles, prima di raggiungere l'ONU e di rappresentare l'Interpol nella massima istituzione mondiale, ultimo baluardo del dialogo tra popoli.
Roraima Ana Andriani ha visitato - lo ha raccontato lei - per ragioni professionali ben 110 Stati, combattendo il narcotraffico e la pedofilia senza tregua ed oggi è la donna che forse di più al mondo, all'interno delle forze di Polizia, cerca di contrastare i reati ambientali, nuova grande battaglia da combattere uniti.
Non è affatto stata facile la vita della sua famiglia, ma lei a quell'approdo è sempre ritornata, in quell'angolo di mondo dove è cresciuta, senza mai dimenticare il padre migrante e la mamma con sangue sudamericano, una donna che seppe riconoscere in quell'approdo «italiano, pugliese e meridionale» un nuovo inizio. Giovinazzo per Andriani è casa, è ricordi stupendi di estati trascorse in spensieratezza, mangiando focaccia sugli scogli, ascoltando Battisti e pensando che il mondo, quel mondo che si sarebbe conquistata, non era poi così grande.
La storia di Roraima Andriani è la storia di una eccellenza giovinazzese e Dio solo sa quanto le calzi quella qualità, parola troppo spesso abusata anche da noi cronisti di periferia. Ironica, elegante, capace di alternare sorrisi alla solennità dei suoi messaggi lanciati a tutti i giovinazzesi, la "superpoliziotta" ha voluto ribadire l'importanza di essere popolo che non tradisce le sue origini, ma che sa essere accogliente, aperto, che riconosce nell'altro e nel diverso una possibilità di crescita. Una crescita necessaria a formare una società civile consapevole e presente, in grado di supportare le istituzioni e le forze dell'ordine nella lotta ai crimini.
Quello di Roraima Ana Andriani - lo ha ricordato il sindaco Michele Sollecito nel suo discorso - è un tempo che assomiglia a quello di Marcel Proust, un tempo circolare, che guarda sempre in avanti e mai indietro, eppure si ricompone nella solidità del punto di partenza. Poi, e questo è certo, scrivere le pagine della nostra vita con inchiostro indelebile è capacità ahinoi di pochi. Tra quei pochi, gente come Roraima Andriani, la ragazza che partita da Giovinazzo si è fatta strada per meriti ed ha conosciuto il mondo più di quanto sognasse da adolescente.
Un mondo circolare come il tempo della sua vita, che l'ha riportata ancora una volta nella sua casa. E mentre riceveva abbracci e congratulazioni da parenti ed amici, l'abbiamo sorpresa a guardare per pochi istanti fuori dalla finestra dell'Aula "Pignatelli", osservando quel crepuscolo su Cala Porto dalle tinte pastello che solo i luoghi del cuore sanno proporre, sempre immutati. Tra nostalgia per ciò che fu e gratitudine per ciò che è diventata.