«Il rimedio c'è e si chiama Servizio delle Dipendenze»

In una lettera la testimonianza di alcuni genitori e i ringraziamenti al Direttore Antonio Taranto

martedì 8 settembre 2015 12.09
A cura di Nicola Miccione
L'eroina e altri oppioidi (70%), la cocaina (14%), la cannabis (11%) e altre sostanze sintetiche (5%) in mano ai 119 utenti in cura (l'ultimo dato si riferisce al 2014) nei comuni di Giovinazzo e Molfetta.

L'eroina, che tante vittime ha fatto negli anni '70 e '80, è droga ancora richiesta, anche se in misura minore. All'eroina, col tempo, si sono affiancate altri stupefacenti, altre sostanze ugualmente pericolose: in primis la cocaina, il cui costo è diminuito, diventando più accessibile sia per i tossicodipendenti sia per i giovani consumatori. Resta, però, un mostro che divora.

Il rimedio, a Giovinazzo, esiste ed è rappresentato dal Dipartimento delle Dipendenze Patologiche dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, che si occupa di attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione di persone con problemi di abuso di sostanze stupefacenti, alcool, fumo e vittime di dipendenze patologiche.

Ha sede in via Ricapito (non più all'interno dell'Istituto Vittorio Emanuele II, nda) ed ha salvato tanti ragazzi, anche minori, da una vita bruciata. Quest'oggi ci piace raccontarvi una storia bella, attraverso le parole scritte da un gruppo di persone che si è trovato a combattere questa piaga.

La storia è quella del gruppo di lavoro "Ama del mercoledì: il girasole", un insieme di genitori sempre grati allo psichiatra Antonio Taranto, Direttore del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche, ed all'intera equipe del Servizio delle Dipendenze, che hanno restituito alla vita i propri figli.

«La nostra vita - scrivono - era caratterizzata, oramai, da condizioni di grave malessere psicologico, sociale ed esistenziale, condito da una scarsa motivazione a vivere al solo pensiero delle situazioni dei nostri figli minorenni, in cui l'uso di cannabis in primis e di droghe sintetiche in secundis, avevano dato origine ad una dipendenza patologica e nei confronti della quale noi genitori eravamo succubi e tenuti a sopportare la distruzione dei nostri figli.

Alcun intervento è servito. Sì, proprio così. Non riuscivamo a vedere più uno spiraglio di luce; tutto era, oramai, diventato un problema oltre il quale non si riusciva ad andare: eravamo disperati! Non riuscivamo a trovare alcuna forma di aiuto per sostenere i nostri figli, che facevano ciò che volevano senza più nascondersi; Pian piano, inoltre, l'uso di droghe aumentava sempre più. E allora che fare?

Il nostro dire, il nostro imporci, non sortiva alcun effetto nel mentre, di fronte a tale crudele realtà, la nostra vita scorreva nella totale disperazione del non saper cosa fare. Come per miracolo, a causa anche di alcune vicissitudini familiari, ci siamo approcciati al Servizio delle Dipendenze, in una situazione che destava parecchia inquietudine.

Nell'ottica della prevenzione precoce il Servizio delle Dipendenze aveva avviato il progetto "Cedipre", attivo proprio in determinate situazioni ingestibili, durante le quali i collaboratori del dott. Taranto segnalavano allo stesso condizioni di vita di minori dediti solo allo sballo e privi di qualsiasi forma di motivazione a vivere dignitosamente. Una serie di gruppi in cui le sostanze erano facilmente recuperabili e nell'ambito dei quali si spacciavano droghe sintetiche sino ad arrivare a stupefacenti ben più pesanti.

Il dott. Taranto ha accolto i minori segnalati anche dal Servizio Sociale Minorile, costituendo un gruppo "Ama" in cui i genitori ed i loro figli, grazie alla conduzione del gruppo, hanno iniziato a confrontarsi, condividendo per la prima volta, situazioni, storie ed emozioni mai conosciute prima.

Noi oggi possiamo pensare al futuro poiché nell'ambito del gruppo di psicoterapia delle dinamiche emozionali condotto dal dott. Taranto, abbiamo imparato a condividere, a riflettere e ad elaborare le nostre emozioni più intime avendo, poi, la capacità di individuare la strada del futuro e della retta via da percorrere unitamente ai nostri figli ancora minorenni.

E tutto ciò è stato possibile grazie all'eccelso lavoro svolto dal dott. Taranto che ci ha fatto comprendere quanto i nostri figli rappresentino una ricchezza anche più degli adulti, ovvero, anche di noi genitori. Grazie a lui abbiamo cominciato a vedere, finalmente, i nostri figli non più con gli occhi rossi, non più "sballati" ed abbiamo colto ed acquisito nuove modalità di vita nell'ambito di un contesto sociale sano.

Il dott. Taranto - continuano - ci ha consentito, attraverso la professionalità che lo contraddistingue, a saper far fronte agli ostacoli che prima ci sembravano insormontabili e, in caso di momenti privi di luce, sapersi orientare anche nel buio, per ritrovarsi, poi, uniti come mai accaduto prima. Questo lo abbiamo acquisito e sperimentato attraverso un percorso dalle dinamiche emozionali.

Noi genitori - mettono in evidenza - sentiamo di essere stati dei compagni di viaggio e, ancora insieme, sentiamo più che mai di seguire lo stesso sentiero. Ha portato tutti noi ad amare la compagnia l'uno dell'altro, sentendo, poi, la mancanza nell'allontanarsi per periodi più lunghi, dovuti alla stagione estiva, pur rimanendo sempre legati attraverso vari contatti che ci hanno portato a trascorrere un periodo di vacanze insieme, prendendo atto di quanto meraviglioso sia stato grazie ai messaggi ricchi di contenuti da parte del dott. Taranto.

È arrivato settembre, un mese tanto atteso. Noi siamo felici e speranzosi di poter continuare a percorrere il cammino del gruppo guidato dal dott. Taranto che rappresenta per noi una grande risorsa e che adesso abbracciamo nel condurre la nostra vita quotidiana. Grazie ancora».