Il rapporto della Dia sulle attività criminali nella Provincia
L'agro di Giovinazzo è caratterizzato da una intensa attività di ricettazione di veicoli rubati
venerdì 6 febbraio 2015
11.15
Con la pubblicazione della sua relazione semestrale, la Direzione Investigativa Antimafia traccia quelle che sono le aree di influenza della criminalità organizzata in provincia di Bari. Traccia i confini di influenza dei vari clan e le "famiglie" che influenzano le attività criminose nei territori da loro controllati.
Giovinazzo, secondo l'ultimo rapporto, non risulta essere egemone a nessuna organizzazione criminale. Piuttosto appare essere in un triangolo, insieme a Terlizzi e Bitonto, ma in quest'ultima città comunque agiscono clan in guerra tra loro (le famiglie Conte e Cassano contro i Cipriano), che è terreno di massicce incursioni malavitose. «Quel triangolo - si legge nel rapporto della Dia - è caratterizzato da una intensa e lucrosa attività di ricettazione di veicoli rubati che vengono contraffatti, venduti, utilizzati per i ricambi o restituiti ai legittimi proprietari dietro pagamento di quella sorta di riscatto, più noto come cavallo di ritorno». Se da una parte l'assenza di criminalità organizzata attiva sul territorio di Giovinazzo sembra essere un buona notizia, non lo è più se si considera che le attività criminose colpiscono direttamente le famiglie, derubandole, in qualche caso anche in maniera violenta, dei loro beni. Furti di auto, negli appartamenti, che gettano sconforto e senso di insicurezza in tutta la popolazione, ma anche estorsioni in danno di coltivatori diretti ed imprenditori agricoli, danneggiamenti alle colture e alle strutture agricole e furti di attrezzature e mezzi agricoli.
La Dia, nel suo rapporto, evidenzia l'omicidio del 33enne Claudio Fiorentino (avvenuto il 3 giugno 2014), ma non fa cenno di possibili attività estorsive ai danni di esercizi commerciali. Del resto, se questo genere di reato insiste nel territorio giovinazzese, rimane ben nascosto e per nulla denunciato alle autorità giudiziarie.
Giovinazzo, secondo l'ultimo rapporto, non risulta essere egemone a nessuna organizzazione criminale. Piuttosto appare essere in un triangolo, insieme a Terlizzi e Bitonto, ma in quest'ultima città comunque agiscono clan in guerra tra loro (le famiglie Conte e Cassano contro i Cipriano), che è terreno di massicce incursioni malavitose. «Quel triangolo - si legge nel rapporto della Dia - è caratterizzato da una intensa e lucrosa attività di ricettazione di veicoli rubati che vengono contraffatti, venduti, utilizzati per i ricambi o restituiti ai legittimi proprietari dietro pagamento di quella sorta di riscatto, più noto come cavallo di ritorno». Se da una parte l'assenza di criminalità organizzata attiva sul territorio di Giovinazzo sembra essere un buona notizia, non lo è più se si considera che le attività criminose colpiscono direttamente le famiglie, derubandole, in qualche caso anche in maniera violenta, dei loro beni. Furti di auto, negli appartamenti, che gettano sconforto e senso di insicurezza in tutta la popolazione, ma anche estorsioni in danno di coltivatori diretti ed imprenditori agricoli, danneggiamenti alle colture e alle strutture agricole e furti di attrezzature e mezzi agricoli.
La Dia, nel suo rapporto, evidenzia l'omicidio del 33enne Claudio Fiorentino (avvenuto il 3 giugno 2014), ma non fa cenno di possibili attività estorsive ai danni di esercizi commerciali. Del resto, se questo genere di reato insiste nel territorio giovinazzese, rimane ben nascosto e per nulla denunciato alle autorità giudiziarie.