Il processo "sgonfia" la tentata estorsione
Tre bitettesi, uno di questi difeso dal giovinazzese Tiziano Tedeschi, assolti dal Tribunale di Bari
mercoledì 25 ottobre 2017
Assolti a poco più di quattro anni di distanza da un'inchiesta della Procura della Repubblica di Bari. Erano stati rinviati a giudizio, poiché accusati in concorso di una tentata estorsione ai danni del titolare di un ristorante di Bitetto.
Protagonisti tre uomini, residenti a Bitetto e tutti già noti alle forze dell'ordine, il 36enne Domenico Cavalieri Foschini, il 27enne Nicola Cipriano e il 32enne Domenico Giannini, imputati perché «in concorso tra loro, compivano mediante violenza e minaccia atti idonei e diretti in modo univoco a procurare a sé un ingiusto profitto». Ma la seconda sezione penale del Tribunale di Bari li ha assolti con formula piena, «per non aver commesso il fatto».
La tesi avanzata dai difensori degli imputati (tra questi il giovinazzese Tiziano Tedeschi) è stata dunque pienamente accolta dai giudici del capoluogo. I tre erano stati rinviati a giudizio dopo che la presunta vittima della tentata estorsione si era rivolta ai Carabinieri della Stazione di Bitetto, «senza tuttavia sporgere denuncia scritta - è scritto nei documenti ufficiale - per timore di ritorsioni in considerazione del calibro criminale dei citati Cavalieri Foschini e Cipriano».
I fatti contestati risalgono alla notte tra il 17 e il 18 marzo 2013, in quel di Bitetto. Il titolare del ristorante raccontò agli inquirenti delle minacce subite da Cavalieri Foschini e dell'aggressione con calci e pugni subita anche da Cipriano, Giannini ed un altro giovane non identificato per costringerlo a versare parte dell'incasso di una serata danzante in corso di svolgimento nel locale.
Cavalieri Foschini, inoltre, traendo incoraggiamento dalla presenza e dal comportamento dei complici, non esitò ad esibire una pistola con la quale esplose dei colpi d'arma da fuoco in aria pur di convincere l'esercente. «Tu devi pagare altrimenti ti sparo», avrebbe detto Cavalieri Foschini, senza tuttavia riuscire nel proprio intento per il rifiuto opposto dal titolare del ristorante.
«Per dare maggiore peso alle sue accuse - spiega l'esperto avvocato Tedeschi, difensore di Cipriano, assolto ma detenuto nella casa circondariale di Foggia per altra causa - la vittima aveva scelto di indicare i tre rinviati a giudizio come autori della tentata estorsione, perché già gravati da carichi pendenti. E quindi dal suo punto di vista le sue tesi sarebbero apparse più che credibili. Evidentemente così non è stato».
Il collegio giudicante interamente in rosa guidato dal presidente Lucia De Palo però non ha ravvisato rilevanza penale nei confronti dei tre imputati: insomma il reato non è stato commesso da loro. «Quanto dichiarato durante il processo è stato tutto smontato - ha sottolineato soddisfatto il noto penalista giovinazzese - fino ad arrivare all'assoluzione del mio assistito e dei suoi coimputati».
Inoltre, la stessa presidente ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica di Bari «al fine di valutare - conclude Tedeschi, patrocinante in Cassazione - la posizione della presunta parte offesa denunciante».
Protagonisti tre uomini, residenti a Bitetto e tutti già noti alle forze dell'ordine, il 36enne Domenico Cavalieri Foschini, il 27enne Nicola Cipriano e il 32enne Domenico Giannini, imputati perché «in concorso tra loro, compivano mediante violenza e minaccia atti idonei e diretti in modo univoco a procurare a sé un ingiusto profitto». Ma la seconda sezione penale del Tribunale di Bari li ha assolti con formula piena, «per non aver commesso il fatto».
La tesi avanzata dai difensori degli imputati (tra questi il giovinazzese Tiziano Tedeschi) è stata dunque pienamente accolta dai giudici del capoluogo. I tre erano stati rinviati a giudizio dopo che la presunta vittima della tentata estorsione si era rivolta ai Carabinieri della Stazione di Bitetto, «senza tuttavia sporgere denuncia scritta - è scritto nei documenti ufficiale - per timore di ritorsioni in considerazione del calibro criminale dei citati Cavalieri Foschini e Cipriano».
I fatti contestati risalgono alla notte tra il 17 e il 18 marzo 2013, in quel di Bitetto. Il titolare del ristorante raccontò agli inquirenti delle minacce subite da Cavalieri Foschini e dell'aggressione con calci e pugni subita anche da Cipriano, Giannini ed un altro giovane non identificato per costringerlo a versare parte dell'incasso di una serata danzante in corso di svolgimento nel locale.
Cavalieri Foschini, inoltre, traendo incoraggiamento dalla presenza e dal comportamento dei complici, non esitò ad esibire una pistola con la quale esplose dei colpi d'arma da fuoco in aria pur di convincere l'esercente. «Tu devi pagare altrimenti ti sparo», avrebbe detto Cavalieri Foschini, senza tuttavia riuscire nel proprio intento per il rifiuto opposto dal titolare del ristorante.
«Per dare maggiore peso alle sue accuse - spiega l'esperto avvocato Tedeschi, difensore di Cipriano, assolto ma detenuto nella casa circondariale di Foggia per altra causa - la vittima aveva scelto di indicare i tre rinviati a giudizio come autori della tentata estorsione, perché già gravati da carichi pendenti. E quindi dal suo punto di vista le sue tesi sarebbero apparse più che credibili. Evidentemente così non è stato».
Il collegio giudicante interamente in rosa guidato dal presidente Lucia De Palo però non ha ravvisato rilevanza penale nei confronti dei tre imputati: insomma il reato non è stato commesso da loro. «Quanto dichiarato durante il processo è stato tutto smontato - ha sottolineato soddisfatto il noto penalista giovinazzese - fino ad arrivare all'assoluzione del mio assistito e dei suoi coimputati».
Inoltre, la stessa presidente ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica di Bari «al fine di valutare - conclude Tedeschi, patrocinante in Cassazione - la posizione della presunta parte offesa denunciante».