Il piano comunale per l’anticorruzione
L’amministrazione chiede il supporto dei cittadini
lunedì 2 febbraio 2015
14.26
«Talvolta, sono gli imprenditori stessi che, con leggerezza, si rivolgono ai malavitosi per risolvere i loro problemi, finendo nella morsa del racket, come accaduto nella seconda estorsione».
Così ammoniscono i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari a margine di due recentissime e distinte operazioni condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia barese e dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese. La prima antiracket, la seconda anti estorsiva, condotta tra Bari e Bitonto. Complessivamente sono state tratte in arresto ben 9 persone, tutte pregiudicate, che a vario titolo si sono macchiate non solo di intimidazioni ai danni di aziende private, ma che sono entrate persino nella conduzione diretta degli affari, fino a costringere gli imprenditori caduti nella loro spirale, a cedere le proprie attività alla criminalità organizzata. Un fenomeno quello del racket delle estorsioni, che non conosce crisi e che non coinvolge solo i privati ma anche la cosa pubblica.
Gli appalti pubblici e le forniture di materiali e servizi sono nel mirino dei clan malavitosi. E per questo attraverso le estorsioni prima e l'acquisizione "coattiva" di aziende, il racket cerca aziende "pulite" per concorrere ai bandi di gara delle amministrazioni pubbliche, magari con la complicità di funzionari compiacenti. Per questo i Comuni a seguito di una legge datata novembre 2012, si sono dotati di un piano anticorruzione. Proprio per cercare di mettere un argine al fenomeno. Un piano che ha una durata triennale che è costantemente aggiornato proprio per cercare di prevenire tutti gli episodi, piccoli e grandi, di corruzione che possano coinvolgere o vedere protagonisti funzionari o dirigenti pubblici.
Naturalmente anche il Comune di Giovinazzo ha un suo piano per il triennio 2014-2016 che mette in prima linea la Polizia Locale, i settori Finanze e Gestione del Territorio. Un piano che parte dalla formazione del personale, alla mappatura dei processi del rischio, alla individuazione di quelle attività che possono cadere nelle spire del racket. Mille rivoli, quelli che segnano la corruzione e l'estorsione, alcune volte neanche immaginabili. Per questo il Comune di Giovinazzo ha chiesto aiuto alla popolazione. Attraverso un questionario, ha chiesto, a chi volesse, di suggerire o proporre metodi non contemplati dal piano per la lotta alla corruzione, o più semplicemente far pervenire osservazioni che riguardino il piano stesso che per il triennio 2015-2017 potrebbe essere variato.
Nei prossimi giorni sarà possibile sapere quanti hanno voluto compilare il questionario e quante proposte o osservazioni saranno arrivate per rendere più completa la lotta alla corruzione.
Così ammoniscono i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari a margine di due recentissime e distinte operazioni condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia barese e dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese. La prima antiracket, la seconda anti estorsiva, condotta tra Bari e Bitonto. Complessivamente sono state tratte in arresto ben 9 persone, tutte pregiudicate, che a vario titolo si sono macchiate non solo di intimidazioni ai danni di aziende private, ma che sono entrate persino nella conduzione diretta degli affari, fino a costringere gli imprenditori caduti nella loro spirale, a cedere le proprie attività alla criminalità organizzata. Un fenomeno quello del racket delle estorsioni, che non conosce crisi e che non coinvolge solo i privati ma anche la cosa pubblica.
Gli appalti pubblici e le forniture di materiali e servizi sono nel mirino dei clan malavitosi. E per questo attraverso le estorsioni prima e l'acquisizione "coattiva" di aziende, il racket cerca aziende "pulite" per concorrere ai bandi di gara delle amministrazioni pubbliche, magari con la complicità di funzionari compiacenti. Per questo i Comuni a seguito di una legge datata novembre 2012, si sono dotati di un piano anticorruzione. Proprio per cercare di mettere un argine al fenomeno. Un piano che ha una durata triennale che è costantemente aggiornato proprio per cercare di prevenire tutti gli episodi, piccoli e grandi, di corruzione che possano coinvolgere o vedere protagonisti funzionari o dirigenti pubblici.
Naturalmente anche il Comune di Giovinazzo ha un suo piano per il triennio 2014-2016 che mette in prima linea la Polizia Locale, i settori Finanze e Gestione del Territorio. Un piano che parte dalla formazione del personale, alla mappatura dei processi del rischio, alla individuazione di quelle attività che possono cadere nelle spire del racket. Mille rivoli, quelli che segnano la corruzione e l'estorsione, alcune volte neanche immaginabili. Per questo il Comune di Giovinazzo ha chiesto aiuto alla popolazione. Attraverso un questionario, ha chiesto, a chi volesse, di suggerire o proporre metodi non contemplati dal piano per la lotta alla corruzione, o più semplicemente far pervenire osservazioni che riguardino il piano stesso che per il triennio 2015-2017 potrebbe essere variato.
Nei prossimi giorni sarà possibile sapere quanti hanno voluto compilare il questionario e quante proposte o osservazioni saranno arrivate per rendere più completa la lotta alla corruzione.