Il Pd difende via Marina
Secondo la segreteria cittadina il sindaco insiste su un progetto che rovinerebbe lo scorcio per un capriccio personale
mercoledì 4 marzo 2015
10.35
Il Partito Democratico si schiera in difesa di via Marina su cui l'Amministrazione comunale intende realizzare una camminata storica. Il progetto iniziale, dopo essere rimasto nel cassetto per anni, è stato bocciato dai saggi archeologici. Ma la faccenda non è archiviata.
«È davvero inquietante - scrive la segreteria cittadina - dover constatare per l'ennesima volta la diabolica perseveranza con cui Depalma insegue i suoi oscuri capricci nel realizzare il suo progetto di ristrutturazione, contro l'interesse e la volontà dei cittadini. L'egocentrismo, la sordità e l'insensibilità di questo pasticcione rischiano di deturpare per sempre uno degli scorci più belli della nostra amata Giovinazzo».
Il Pd spiega i motivi della sua contrarietà: «Depalma vuole costruire una barriera architettonica di nuova concezione. Il progetto non è ispirato ai principi di conservazione e abbellimento dell'attuale, crea una trincea profonda e il panorama della costa delle cattedrali romaniche, uno scorcio che ha reso celebre Giovinazzo, sarà per sempre oscurato».
«Depalma si ispira alla filosofia del salto nel buio se scrive su Facebook: "Si parte con i lavori ed eventuali altre questioni le valuteremo (se necessario) cammin facendo. Per questo abbiamo dato mandato ai nostri uffici di preparare il contratto, visto che ad oggi, nonostante la gara fosse assegnata da oltre un anno, non era stato formalizzato l'accordo". Peccato che i danni li paghino i cittadini: Solo per effettuare i saggi prescritti, che hanno comportato la rimozione di circa 16 metri quadrati di pavimentazione, sono stati pagati 5.000 euro per la consulenza di un'archeologa e 38.100 euro per le opere, per un totale di 43.000 euro. Di quanto lieviteranno, di questo passo, i 213.475 euro inizialmente previsti per la realizzazione del progetto?».
«Depalma se ne infischia della legalità. La Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, in una missiva inviata a seguito delle indagini archeologiche ha osservato: "Non si ritiene di poter autorizzare il progetto presentato in quanto lo stesso, prevedendo l'abbassamento fino ad una quota di -1,60 metri dell'attuale marciapiede, comporterebbe la demolizione delle mura antiche rinvenute"».
«Depalma vuole stupire tutti, come suo solito, con un intervento a fortissimo impatto archeologico, storico e paesaggistico, anziché procedere con un intervento più modesto e di tipo conservativo. Per giunta, fa anche confusione sul metodo. Fa rispondere ai "suoi" progettisti (costati altri 25.000 euro) che lo scavo si fermerà alla profondità massima di 65 centimetri e che quindi i pericoli temuti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto non hanno motivo di sussistere. Ma non è questo il problema tecnico: le mura aragonesi messe a rischio dagli scavi sono a 10 centimetri di profondità e la Sopraintendenza di Taranto ha voluto semplicemente sottolineare che il progetto che Depalma porta avanti rovinerebbe queste antiche mura».
I democratici sostengono anche che la Pro Loco «sentinella del bene comune nelle funzioni previste dal suo statuto e dagli accordi nazionali tra l'Associazione Nazionale Comuni Italiani e l'Unione Nazionale delle Pro Loco d'Italia» venga "vessata" dal sindaco e per questo dichiarano di volersi schierare al suo fianco ma fanno anche appello a tutte le forze cittadine che hanno a cuore il patrimonio storico della città «allo scopo di formare un fronte comune per impedire che questo pasticcione possa danneggiare irrimediabilmente una parte del nostro centro storico che è per noi un bene comune, al solo fine di soddisfare le sua megalomania».
«È davvero inquietante - scrive la segreteria cittadina - dover constatare per l'ennesima volta la diabolica perseveranza con cui Depalma insegue i suoi oscuri capricci nel realizzare il suo progetto di ristrutturazione, contro l'interesse e la volontà dei cittadini. L'egocentrismo, la sordità e l'insensibilità di questo pasticcione rischiano di deturpare per sempre uno degli scorci più belli della nostra amata Giovinazzo».
Il Pd spiega i motivi della sua contrarietà: «Depalma vuole costruire una barriera architettonica di nuova concezione. Il progetto non è ispirato ai principi di conservazione e abbellimento dell'attuale, crea una trincea profonda e il panorama della costa delle cattedrali romaniche, uno scorcio che ha reso celebre Giovinazzo, sarà per sempre oscurato».
«Depalma si ispira alla filosofia del salto nel buio se scrive su Facebook: "Si parte con i lavori ed eventuali altre questioni le valuteremo (se necessario) cammin facendo. Per questo abbiamo dato mandato ai nostri uffici di preparare il contratto, visto che ad oggi, nonostante la gara fosse assegnata da oltre un anno, non era stato formalizzato l'accordo". Peccato che i danni li paghino i cittadini: Solo per effettuare i saggi prescritti, che hanno comportato la rimozione di circa 16 metri quadrati di pavimentazione, sono stati pagati 5.000 euro per la consulenza di un'archeologa e 38.100 euro per le opere, per un totale di 43.000 euro. Di quanto lieviteranno, di questo passo, i 213.475 euro inizialmente previsti per la realizzazione del progetto?».
«Depalma se ne infischia della legalità. La Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, in una missiva inviata a seguito delle indagini archeologiche ha osservato: "Non si ritiene di poter autorizzare il progetto presentato in quanto lo stesso, prevedendo l'abbassamento fino ad una quota di -1,60 metri dell'attuale marciapiede, comporterebbe la demolizione delle mura antiche rinvenute"».
«Depalma vuole stupire tutti, come suo solito, con un intervento a fortissimo impatto archeologico, storico e paesaggistico, anziché procedere con un intervento più modesto e di tipo conservativo. Per giunta, fa anche confusione sul metodo. Fa rispondere ai "suoi" progettisti (costati altri 25.000 euro) che lo scavo si fermerà alla profondità massima di 65 centimetri e che quindi i pericoli temuti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto non hanno motivo di sussistere. Ma non è questo il problema tecnico: le mura aragonesi messe a rischio dagli scavi sono a 10 centimetri di profondità e la Sopraintendenza di Taranto ha voluto semplicemente sottolineare che il progetto che Depalma porta avanti rovinerebbe queste antiche mura».
I democratici sostengono anche che la Pro Loco «sentinella del bene comune nelle funzioni previste dal suo statuto e dagli accordi nazionali tra l'Associazione Nazionale Comuni Italiani e l'Unione Nazionale delle Pro Loco d'Italia» venga "vessata" dal sindaco e per questo dichiarano di volersi schierare al suo fianco ma fanno anche appello a tutte le forze cittadine che hanno a cuore il patrimonio storico della città «allo scopo di formare un fronte comune per impedire che questo pasticcione possa danneggiare irrimediabilmente una parte del nostro centro storico che è per noi un bene comune, al solo fine di soddisfare le sua megalomania».