Il Partito Democratico si spacca sulla C3
La minoranza volta le spalle alla segreteria: «Giusto annullare il vecchio Piano»
sabato 4 aprile 2015
1.20
Gli uni contro gli altri, armati. Esponenti della maggioranza e della minoranza del Partito Democratico si danno battaglia sulla revoca dell'approvazione del vecchio Piano particolareggiato della zona C3 voluta dall'Amministrazione Depalma durante l'ultima assise cittadina.
«Perché sempre contro Calimero? - s'interrogano i componenti della corrente Rinnovamento e Partecipazione, il gruppo autonomo che fa capo al consigliere comunale Cosmo Damiano Stufano -. La politica va fatta sempre e in ogni caso contro l'avversario? Noi riteniamo di no!». E così la minoranza del partito, compatta più che mai, volta le spalle alla segreteria cittadina (contraria alla decisione della maggioranza che governa a Palazzo di Città di revocare il vecchio Piano della zona C3) e riavvolge il nastro dell'intera vicenda: «L'11 marzo 2005 - si legge in una nota - il Piano riceve esito negativo per l'assoggettabilità alla procedura di Valutazione d'Impatto Ambientale, il 31 luglio 2007 entra in vigore la legge n. 152/2006 (meglio nota come Testo Unico Ambientale) ed infine il 18 febbraio 2009 avviene l'approvazione del Piano particolareggiato».
Ma perché questi tre punti? «Perché - risponde Rinnovamento e Partecipazione - mentre prima della legge n. 152/2006 la valutazione ambientale di un progetto (piano o opera che fosse) veniva demandato ad un unico strumento detto Valutazione di Impatto Ambientale), il Testo Unico Ambientale ha introdotto un nuovo strumento, la Valutazione Ambientale Strategica, differenziando tra opere assoggettabili alla vecchia Valutazione di Impatto Ambientale e piani assoggettabili alla nuova Valutazione Ambientale Strategica. Il Consiglio di Stato con la sentenza n. 2.755 sostiene che, sebbene il Testo Unico Ambientale sia stato modificato con il decreto legge n. 4/2008 entrato a sua volta in vigore nel 2009, quest'ultimo ne abbia impattato solo alcune parti. Per questo alla data di entrata in vigore della legge n. 4/2008, la procedura di Valutazione Ambientale Strategica era già vigente».
In sostanza, secondo la minoranza piddì «non è corretto ritenere, come sostenuto da taluni, che la Valutazione Ambientale Strategica sia "uno strumento previsto dal 2006 ma entrato in vigore a pieno regime nel 2009" oppure che "si applichi a procedimenti avviati dopo questa data (2009, ndr)". Basterebbe, del resto, esaminare la determina dirigenziale del 1 ottobre 2014 nella quale il nostro (ex) dirigente Vincenzo Turturro riteneva acquisito il parere della Regione Puglia che, a sua volta solo qualche mese prima, ebbe a sostenere la necessità di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica in quanto area con superficie superiore ai 40 ettari! Quindi bene ha fatto l'Amministrazione comunale ad annullare il Piano all'epoca approvato e poi reso procedibile».
«Insomma un gran pasticcio - conclude il comunicato - che sembrerebbe ordito per screditare a tutti i costi l'Amministrazione oggi in carica e che per giunta genera confusione tra quei cittadini, proprietari dei terreni rientranti nella zona C3 già vessati dalle tasse!». Intanto, dopo la pubblica accelerazione della corrente Rinnovamento e Partecipazione, il rischio è che si possa concretizzare una spaccatura ancora più profonda nel partito.
«Perché sempre contro Calimero? - s'interrogano i componenti della corrente Rinnovamento e Partecipazione, il gruppo autonomo che fa capo al consigliere comunale Cosmo Damiano Stufano -. La politica va fatta sempre e in ogni caso contro l'avversario? Noi riteniamo di no!». E così la minoranza del partito, compatta più che mai, volta le spalle alla segreteria cittadina (contraria alla decisione della maggioranza che governa a Palazzo di Città di revocare il vecchio Piano della zona C3) e riavvolge il nastro dell'intera vicenda: «L'11 marzo 2005 - si legge in una nota - il Piano riceve esito negativo per l'assoggettabilità alla procedura di Valutazione d'Impatto Ambientale, il 31 luglio 2007 entra in vigore la legge n. 152/2006 (meglio nota come Testo Unico Ambientale) ed infine il 18 febbraio 2009 avviene l'approvazione del Piano particolareggiato».
Ma perché questi tre punti? «Perché - risponde Rinnovamento e Partecipazione - mentre prima della legge n. 152/2006 la valutazione ambientale di un progetto (piano o opera che fosse) veniva demandato ad un unico strumento detto Valutazione di Impatto Ambientale), il Testo Unico Ambientale ha introdotto un nuovo strumento, la Valutazione Ambientale Strategica, differenziando tra opere assoggettabili alla vecchia Valutazione di Impatto Ambientale e piani assoggettabili alla nuova Valutazione Ambientale Strategica. Il Consiglio di Stato con la sentenza n. 2.755 sostiene che, sebbene il Testo Unico Ambientale sia stato modificato con il decreto legge n. 4/2008 entrato a sua volta in vigore nel 2009, quest'ultimo ne abbia impattato solo alcune parti. Per questo alla data di entrata in vigore della legge n. 4/2008, la procedura di Valutazione Ambientale Strategica era già vigente».
In sostanza, secondo la minoranza piddì «non è corretto ritenere, come sostenuto da taluni, che la Valutazione Ambientale Strategica sia "uno strumento previsto dal 2006 ma entrato in vigore a pieno regime nel 2009" oppure che "si applichi a procedimenti avviati dopo questa data (2009, ndr)". Basterebbe, del resto, esaminare la determina dirigenziale del 1 ottobre 2014 nella quale il nostro (ex) dirigente Vincenzo Turturro riteneva acquisito il parere della Regione Puglia che, a sua volta solo qualche mese prima, ebbe a sostenere la necessità di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica in quanto area con superficie superiore ai 40 ettari! Quindi bene ha fatto l'Amministrazione comunale ad annullare il Piano all'epoca approvato e poi reso procedibile».
«Insomma un gran pasticcio - conclude il comunicato - che sembrerebbe ordito per screditare a tutti i costi l'Amministrazione oggi in carica e che per giunta genera confusione tra quei cittadini, proprietari dei terreni rientranti nella zona C3 già vessati dalle tasse!». Intanto, dopo la pubblica accelerazione della corrente Rinnovamento e Partecipazione, il rischio è che si possa concretizzare una spaccatura ancora più profonda nel partito.