"Il mondo liquido" secondo il dottor Luca Mongelli
Laurea triennale in Scienze della Comunicazione per il ragazzo giovinazzese la cui storia ha commosso l'Italia
venerdì 9 ottobre 2020
"Il mondo liquido" è il titolo della tesi in Sociologia Generale con cui Luca Mongelli è si è laureato nel corso triennale di Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi "Aldo Moro" di Bari.
L'ormai "dottor" Luca Mongelli ha conseguito a 26 anni una laurea nonostante le sue mille difficoltà ed un percorso di vita ad ostacoli, che rendono il suo un successo enorme. Una storia che commuove e che ha fatto il giro dei media, regionali e nazionali, che lo conoscevano come il ragazzo sfortunato, vittima di un pestaggio in Svizzera, dove viveva con i suoi, il 7 febbraio 2002. Restò senza vestiti, in ipotermia per diverso tempo, circostanza che lo ha segnato per sempre nel corpo, non nello spirito.
Ma Luca, grazie alla tenacia dei suoi genitori, non si è arreso nonostante sia la testimonianza vivente di una ingiustizia (i colpevoli del pestaggio mai trovati e forse mai cercati dalle autorità elvetiche) ed ha continuato ad urlare alla vita, proprio come racconta nel suo libro "Finalmente urlo", scritto a quattro mani con un uomo straordinario che risponde al nome di Francesco Minervini e che ne ha tirato fuori ulteriori potenzialità, una sorta di pigmalione travestito d'amico. O forse il contrario.
Luca Mongelli ha intrapreso il suo percorso, conseguendo una laurea meritatissima, lui che "da grande" vorrebbe fare il giornalista, come ci ha confidato sicuro al telefono.
La sua tesi non è affatto banale e parte dal concetto di "società liquida" di Zygmunt Bauman, ritenuto a ragione uno dei padri della sociologia contemporanea, ed elabora una sua personale visione dei rapporti liquidi, appunto, improntati all'individualismo sfrenato, in cui nessuno è compagno di strada dell'altro individuo.
Il giovane dottore in Scienze della Comunicazione ha trasferito quel concetto al virtuale mondo del web, con le sue risorse e le sue brutture, tracciando un quadro che risulta uno schietto manifesto delle relazioni tra le nuove generazioni. Schietto, come è Luca, che non ha mai finto di essere ciò che non è, che non si è pianto addosso e non ha nascosto il suo temperamento tenace. Nel suo lavoro di laurea tocca tasselli importanti della sociologia moderna, riconoscendo nella rete quel "villaggio globale" elaborato Marshall McLuhan nel 1964, noto studioso delle comunicazioni di massa.
Un villaggio globale che ha al suo interno individui convinti che tutto sia possibile, che non vi siano quasi mai limiti comportamentali e valori a cui aggrapparsi. E per questo, Luca Mongelli nello scritto scava a fondo di queste realtà parallele al mondo reale e ne analizza con lucidità storture e pericoli. Un lavoro profondo, esattamente come sono le sue riflessioni sulla vita.
A lui, ai genitori e a tutti suoi cari l'augurio che ogni suo sogno, ogni suo obiettivo, sia presto raggiunto e reso concreto. E questo è uno di quei casi in cui l'espressione "se lo merita" non suonerebbe come banale. Ma non diteglielo, lui non lo vorrebbe mai sentire.
L'ormai "dottor" Luca Mongelli ha conseguito a 26 anni una laurea nonostante le sue mille difficoltà ed un percorso di vita ad ostacoli, che rendono il suo un successo enorme. Una storia che commuove e che ha fatto il giro dei media, regionali e nazionali, che lo conoscevano come il ragazzo sfortunato, vittima di un pestaggio in Svizzera, dove viveva con i suoi, il 7 febbraio 2002. Restò senza vestiti, in ipotermia per diverso tempo, circostanza che lo ha segnato per sempre nel corpo, non nello spirito.
Ma Luca, grazie alla tenacia dei suoi genitori, non si è arreso nonostante sia la testimonianza vivente di una ingiustizia (i colpevoli del pestaggio mai trovati e forse mai cercati dalle autorità elvetiche) ed ha continuato ad urlare alla vita, proprio come racconta nel suo libro "Finalmente urlo", scritto a quattro mani con un uomo straordinario che risponde al nome di Francesco Minervini e che ne ha tirato fuori ulteriori potenzialità, una sorta di pigmalione travestito d'amico. O forse il contrario.
Luca Mongelli ha intrapreso il suo percorso, conseguendo una laurea meritatissima, lui che "da grande" vorrebbe fare il giornalista, come ci ha confidato sicuro al telefono.
La sua tesi non è affatto banale e parte dal concetto di "società liquida" di Zygmunt Bauman, ritenuto a ragione uno dei padri della sociologia contemporanea, ed elabora una sua personale visione dei rapporti liquidi, appunto, improntati all'individualismo sfrenato, in cui nessuno è compagno di strada dell'altro individuo.
Il giovane dottore in Scienze della Comunicazione ha trasferito quel concetto al virtuale mondo del web, con le sue risorse e le sue brutture, tracciando un quadro che risulta uno schietto manifesto delle relazioni tra le nuove generazioni. Schietto, come è Luca, che non ha mai finto di essere ciò che non è, che non si è pianto addosso e non ha nascosto il suo temperamento tenace. Nel suo lavoro di laurea tocca tasselli importanti della sociologia moderna, riconoscendo nella rete quel "villaggio globale" elaborato Marshall McLuhan nel 1964, noto studioso delle comunicazioni di massa.
Un villaggio globale che ha al suo interno individui convinti che tutto sia possibile, che non vi siano quasi mai limiti comportamentali e valori a cui aggrapparsi. E per questo, Luca Mongelli nello scritto scava a fondo di queste realtà parallele al mondo reale e ne analizza con lucidità storture e pericoli. Un lavoro profondo, esattamente come sono le sue riflessioni sulla vita.
A lui, ai genitori e a tutti suoi cari l'augurio che ogni suo sogno, ogni suo obiettivo, sia presto raggiunto e reso concreto. E questo è uno di quei casi in cui l'espressione "se lo merita" non suonerebbe come banale. Ma non diteglielo, lui non lo vorrebbe mai sentire.