Il messaggio di Monsignor Cornacchia alla Diocesi
«A voi vengo nel nome del Signore, per asciugare ancora le lacrime che grondano sul vostro, sul nostro viso»
venerdì 15 gennaio 2016
14.38
Ci sono parole di conforto per la comunità diocesana, ma anche pensieri affettuosi per don Ignazio de Gioia, e per i compianti, don Gino Martella e don Mimmo Amato, nel primo messaggio che Monsignor Domenico Cornacchia, Vescovo eletto, ha inviato il suo messaggio alla Diocesi e alla Comunità del Seminario Regionale. E c'è pure un riferimento, forte, a don Tonino Bello e ai suoi predecessori.
Il messaggio, integrale, sarà diffuso come inserto speciale di "Luce e Vita", il periodico che potrete trovare nelle parrocchie della Diocesi. Di seguito ve ne proponiamo un estratto in esclusiva.
«Carissimi fratelli e sorelle, sacerdoti, religiosi, religiose, diaconi permanenti, consacrati laici, seminaristi del Seminario Maggiore e Minore, giovani, autorità civili e militari, marittimi, con fiducia e trepidazione busso alla porta del vostro cuore e delle vostre case! Chiedo umilmente di farmi spazio! Nel mio cuore, ci siete già, vi sento come il più bel dono che Dio mi ha fatto, all'inizio di questo nuovo anno! Vi saluto tutti e ciascuno, con particolare affetto!
Permettetemi di rivolgermi con animo riconoscente a Mons. Ignazio De Gioia, Amministratore diocesano in questi mesi passati. Lo ringrazio a nome di tutta la Comunità diocesana, doppiamente orfana, del Vescovo e del Vicario generale! Con pazienza ed amore ha traghettato in modo eccellente, la vita della Diocesi, in questo periodo di assenza del Pastore!
A voi vengo nel nome del Signore, per asciugare ancora le lacrime che grondano sul vostro, sul nostro viso, per la perdita prematura ed inattesa dei compianti S. E. Mons. Luigi Martella, Vescovo, e dell'indimenticabile, infaticabile e zelante Mons. Mimmo Amato. Soltanto il silenzio, orante, potrà portare serenità nei nostri cuori! Essi ci assistano dal cielo e ci guidino come veri Angeli custodi!
La mia gratitudine va a Papa Francesco, che mi ha inviato a voi, come padre, fratello e pastore. A Lui, la mia totale, filiale e gioiosa disponibilità ed obbedienza, perché il Regno di Dio si radichi e si diffonda nella nostra Chiesa locale di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo - Terlizzi. Carissimi, vengo in umiltà e gioia grande!
Il mio pensiero, pieno di affetto e di riconoscenza si rivolge ai pastori che mi hanno preceduto nella guida di questa antica ed amabilissima Diocesi, specie al Servo di Dio Mons. Tonino Bello! Di lui respiriamo il profumo delle virtù umane e soprannaturali. Dobbiamo intensificare la preghiera, affinché il Signore lo indichi per tutti, quale modello universale di santità e di perfezione. Speriamo che la Causa di Canonizzazione del santo Vescovo proceda, spedita, verso gli onori degli altari. Di Don Tonino, sforziamoci di essere non solo ammiratori, ma autentici imitatori.
Un affettuoso saluto anche a Mons. Settimio Todisco, a Mons. Donato Negro, miei predecessori e a Mons. Felice Di Molfetta, tornato nella nostra terra, dopo il servizio episcopale a Cerignola-Ascoli Satriano.
[...] Carissimi, ovunque, Molfetta è sinonimo, non solo di Mons. Tonino Bello, ma anche del Pontificio Seminario Regionale. Mi commuove tanto, per la gioia e la responsabilità, questo accostamento. Cari giovani seminaristi del Regionale, Rettore, Padri spirituali, educatori, docenti, vi saluto con indicibile affetto e simpatia! Vi affido all'intercessione della Regina Apuliae, affinché vi sostenga nel delicato cammino di formazione e di accompagnamento accademico e spirituale! "Maria, donna del primo passo", come osava invocarla Don Tonino, sia vostro modello, nel fare sempre il primo passo verso il prossimo che cammina con noi e verso quegli orizzonti nuovi, che solo Dio ci indicherà!
[...] Un deferente ossequio al Signor Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, al Nunzio Apostolico Nicola Girasoli, agli Officiali della Santa Sede, Mons. Antonio Neri, Mons. Pietro Amato, Mons. Vincenzo Turturro, docenti e, missionari tutti, originari della nostra Diocesi. Agli immigrati, persone rimaste sole, orfani, vedove e poveri, il mio affetto e la mia vicinanza fraterna.
A tutti rivolgo, come mio primo saluto, quello che fu, invece, l'ultimo saluto di Mons. Bello:"Vi voglio bene". Pregate per me! A presto!».
Testo a cura di Andrea Teofrasto
Il messaggio, integrale, sarà diffuso come inserto speciale di "Luce e Vita", il periodico che potrete trovare nelle parrocchie della Diocesi. Di seguito ve ne proponiamo un estratto in esclusiva.
«Carissimi fratelli e sorelle, sacerdoti, religiosi, religiose, diaconi permanenti, consacrati laici, seminaristi del Seminario Maggiore e Minore, giovani, autorità civili e militari, marittimi, con fiducia e trepidazione busso alla porta del vostro cuore e delle vostre case! Chiedo umilmente di farmi spazio! Nel mio cuore, ci siete già, vi sento come il più bel dono che Dio mi ha fatto, all'inizio di questo nuovo anno! Vi saluto tutti e ciascuno, con particolare affetto!
Permettetemi di rivolgermi con animo riconoscente a Mons. Ignazio De Gioia, Amministratore diocesano in questi mesi passati. Lo ringrazio a nome di tutta la Comunità diocesana, doppiamente orfana, del Vescovo e del Vicario generale! Con pazienza ed amore ha traghettato in modo eccellente, la vita della Diocesi, in questo periodo di assenza del Pastore!
A voi vengo nel nome del Signore, per asciugare ancora le lacrime che grondano sul vostro, sul nostro viso, per la perdita prematura ed inattesa dei compianti S. E. Mons. Luigi Martella, Vescovo, e dell'indimenticabile, infaticabile e zelante Mons. Mimmo Amato. Soltanto il silenzio, orante, potrà portare serenità nei nostri cuori! Essi ci assistano dal cielo e ci guidino come veri Angeli custodi!
La mia gratitudine va a Papa Francesco, che mi ha inviato a voi, come padre, fratello e pastore. A Lui, la mia totale, filiale e gioiosa disponibilità ed obbedienza, perché il Regno di Dio si radichi e si diffonda nella nostra Chiesa locale di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo - Terlizzi. Carissimi, vengo in umiltà e gioia grande!
Il mio pensiero, pieno di affetto e di riconoscenza si rivolge ai pastori che mi hanno preceduto nella guida di questa antica ed amabilissima Diocesi, specie al Servo di Dio Mons. Tonino Bello! Di lui respiriamo il profumo delle virtù umane e soprannaturali. Dobbiamo intensificare la preghiera, affinché il Signore lo indichi per tutti, quale modello universale di santità e di perfezione. Speriamo che la Causa di Canonizzazione del santo Vescovo proceda, spedita, verso gli onori degli altari. Di Don Tonino, sforziamoci di essere non solo ammiratori, ma autentici imitatori.
Un affettuoso saluto anche a Mons. Settimio Todisco, a Mons. Donato Negro, miei predecessori e a Mons. Felice Di Molfetta, tornato nella nostra terra, dopo il servizio episcopale a Cerignola-Ascoli Satriano.
[...] Carissimi, ovunque, Molfetta è sinonimo, non solo di Mons. Tonino Bello, ma anche del Pontificio Seminario Regionale. Mi commuove tanto, per la gioia e la responsabilità, questo accostamento. Cari giovani seminaristi del Regionale, Rettore, Padri spirituali, educatori, docenti, vi saluto con indicibile affetto e simpatia! Vi affido all'intercessione della Regina Apuliae, affinché vi sostenga nel delicato cammino di formazione e di accompagnamento accademico e spirituale! "Maria, donna del primo passo", come osava invocarla Don Tonino, sia vostro modello, nel fare sempre il primo passo verso il prossimo che cammina con noi e verso quegli orizzonti nuovi, che solo Dio ci indicherà!
[...] Un deferente ossequio al Signor Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, al Nunzio Apostolico Nicola Girasoli, agli Officiali della Santa Sede, Mons. Antonio Neri, Mons. Pietro Amato, Mons. Vincenzo Turturro, docenti e, missionari tutti, originari della nostra Diocesi. Agli immigrati, persone rimaste sole, orfani, vedove e poveri, il mio affetto e la mia vicinanza fraterna.
A tutti rivolgo, come mio primo saluto, quello che fu, invece, l'ultimo saluto di Mons. Bello:"Vi voglio bene". Pregate per me! A presto!».
Testo a cura di Andrea Teofrasto