Il mare restituisce un'altra tartaruga senza testa
L'esemplare, della specie caretta caretta, è stato trovato in località Cappella
venerdì 29 ottobre 2021
15.31
La notizia risale alla mattinata di ieri: un esemplare di tartaruga marina è stata ritrovata senza testa sul lungomare Esercito Italiano, lungo la battigia in località Cappella. A denunciare l'episodio - il secondo in poco meno di due mesi - è stato il centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, per bocca di Pasquale Salvemini.
La carcassa, della specie caretta caretta, la tartaruga marina più comune del Mediterraneo, priva di vita, con una lunghezza del carapace di circa 75 centimetri, in avanzato stato di decomposizione e priva della testa - forse divenuta preda dei gabbiani - è stata recuperata dai militari dell'Ufficio Locale Marittimo, della Polizia Locale e dai veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, giunti con i volontari del WWF, i quali hanno proceduto a prelevare vari campioni per le analisi genetiche.
«Sarà difficile individuare le cause della morte in considerazione delle condizioni della carcassa», ha detto Salvemini. Tuttavia, la tartaruga potrebbe essere morta annegata, a causa di un'embolia (questi animali, infatti, finiscono spesso nelle reti da pesca, nda) oppure potrebbe essere stato fatale un impatto con un natante. I rischi principali sono costituiti dalla pesca con le reti o gli ami, dalle attività umane sulle spiagge invase dal cemento sino alla plastica, un nemico che soffoca.
In Puglia ci sono cinque centri di recupero dedicati alle tartarughe marine, tra cui quello di Molfetta, e tutti ospitano diversi esemplari feriti, ma sono una goccia in un oceano rispetto a quelle che muoiono ogni anno. Ecco perché la sinergia con i pescatori, richiesta a gran voce dai vertici del WWF, diventa determinante.
La carcassa, della specie caretta caretta, la tartaruga marina più comune del Mediterraneo, priva di vita, con una lunghezza del carapace di circa 75 centimetri, in avanzato stato di decomposizione e priva della testa - forse divenuta preda dei gabbiani - è stata recuperata dai militari dell'Ufficio Locale Marittimo, della Polizia Locale e dai veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, giunti con i volontari del WWF, i quali hanno proceduto a prelevare vari campioni per le analisi genetiche.
«Sarà difficile individuare le cause della morte in considerazione delle condizioni della carcassa», ha detto Salvemini. Tuttavia, la tartaruga potrebbe essere morta annegata, a causa di un'embolia (questi animali, infatti, finiscono spesso nelle reti da pesca, nda) oppure potrebbe essere stato fatale un impatto con un natante. I rischi principali sono costituiti dalla pesca con le reti o gli ami, dalle attività umane sulle spiagge invase dal cemento sino alla plastica, un nemico che soffoca.
In Puglia ci sono cinque centri di recupero dedicati alle tartarughe marine, tra cui quello di Molfetta, e tutti ospitano diversi esemplari feriti, ma sono una goccia in un oceano rispetto a quelle che muoiono ogni anno. Ecco perché la sinergia con i pescatori, richiesta a gran voce dai vertici del WWF, diventa determinante.