Il Manto della Madonna dall'Istituto San Giuseppe alla Concattedrale (FOTO)
Ieri sera la traslazione curata da Figli del Mare ed ANMI. Tutta la vera storia sull'origine del culto
sabato 17 agosto 2019
11.45
La Festa Patronale ha avuto il suo prologo con il lancio di diciannove diane pirotecniche che hanno accompagnato e scandito il passaggio del corteo del Manto della Madonna nella giornata di festa di ieri seguita da tantissimi fedeli.
Pochi minuti prima delle ore 21.00 è partita la processione della traslazione del Manto della Madonna di Corsignano dall'Istituto San Giuseppe in via Cappuccini sino alla piazza, poi in piazza Umberto I. Al corteo erano presenti rappresentanti dell' Amministrazione Comunale, con a capo il sindaco Tommaso Depalma, dal Comitato Feste Patronali, dai componenti del Circolo Figli del Mare, dalle rappresentanze A.N.M.I, dalle autorità della Marina Militare, cui questo momento di culto è dedicato.
Il corteo ha sostato alle spalle del Palazzo di Città per la deposizione della corona d'alloro da parte del sindaco Tommaso Depalma sulla parete del municipio, di fronte a Cala Porto, in omaggio ai marittimi giovinazzesi caduti per difendere la patria. Il solenne momento è stato scandito dal saluto ufficiale dei militari della Marina Italiana e dal "silenzio " eseguito alla tromba.
Il corteo ha raggiunto quindi la Concattedrale.
Il Manto celeste dopo la benedizione del parroco Don Andrea Azzollini è stato collocato ai piedi dell'altare maggiore. Il corteo nel suo percorso cittadino è stato allietato dalla musica a cura dell'associazione dei complessi bandistici giovinazzesi diretti dal M° Rocco Caponio.
LA STORIA DEL MANTO DELLA MADONNA - Della storia e della tradizione del Manto ne abbiamo parlato con Stefano Marrano, attuale presidente e responsabile del Circolo " Figli del mare", associazione di marittimi giovinazzesi.
Ci ha raccontato che ottanta anni fa, nel 1936, i marinai di Giovinazzo vollero creare l'abito della Madonna da far indossare alla Santa Patrona nei giorni della sua Festa. Marrano precisa che si tratta dei marittimi della vecchia Marina Mercantile, nei tempi in cui si effettuavano scambi commerciali tra Giovinazzo e l'Albania e l'allora Jugoslavia e dalla nostra città partivano imbarcazioni non solo cariche di pesce, ma anche di olio, mandorle e ferro battuto.
Il primo Manto celeste fu creato dai marittimi che si autotassarono e affidarono il compito di ricamarlo a Cristina Piscitelli e a Ninetta Maldari, in quei tempi note ricamatrici della città.
La barca, immagine simbolo tra i decori e ricami in tessuto è rigonfia perché fu riempita con il fazzoletto di una ricamatrice. Il Manto è un doveroso omaggio dei marittimi che, come recita il canto devozionale, rivolgevano le loro preghiere alla Madonna di Corsignano protettrice della categoria prima di affrontare i loro viaggi per mare. Nel 2006, poiché il Manto celeste, quello della festa, presentava un tessuto logoro, si costituì un gruppo di cittadini tra cui Stefano Marrano, Amelia Loredana Palmiotto, Ciccio Marolla, Giuseppe Allegretta ed il compianto Giuseppe Marolla, membro del direttivo del Circolo fino allo scorso anno, che si adoperò per far sì che si trovassero fondi e donazioni, tant'è che fu effettuata una raccolta oltre che tra giovinazzesi, anche tra residenti all'estero, in America e non solo.
Nel 2006 grazie all'impegno di tutta la cittadinanza fu affidato alle suore di clausura di Bitonto il lavoro di realizzazione del nuovo Manto. Il tessuto celeste fu acquistato da un setificio, quello di Michele Alois molto noto a San Leucio, frazione del comune di Caserta, e fu realizzato il secondo Manto, che poi è quello che indossa tuttora la Madonna di Corsignano durante la Festa Patronale.
IL LAVORO DI RESTAURO E LA RACCOLTA FONDI - Il lavoro svolto fu molto particolare e le suore ricamatrici realizzarono qualcosa di unico e autentico che si potrà ammirare in processione.
Loredana Amelia Palmiotto ci ha raccontato come è andata, perché ha scolpito nei suoi ricordi emozionali questa esperienza. Lei ha nel cuore questa tradizione, poiché vedova del compianto Pietro Anemone, marittimo e capitano di lungo corso, oltre che mamma di altri due marittimi, oggi rispettivamente Comandante e Commissario di bordo.
«Il vecchio manto è stato smembrato in ogni suo punto e recuperato - ci ha raccontato -, meno che i ricami che sono stati riportati sul nuovo tessuto su consiglio delle suore di clausura di Bitonto, le quali hanno dato precise indicazioni sul materiale da acquistare: tela, doppia fodera e tessuto di seta di San Leucio. Le suore hanno quindi scucito il vecchio manto e, quando hanno aperto il tessuto, hanno trovato una pergamena che all'interno conteneva tutti i nomi delle persone che nel 1936 avevano curato la realizzazione del primo manto celeste.
Nel 2006 abbiamo contattato le vecchie famiglie indicate nella pergamena, abbiamo informato tutta la cittadinanza e abbiamo dato il via ad una raccolta fondi per la creazione di un manto nuovo che è stato costoso. Sono stati acquistati rocchetti di filo d'oro per recuperare l'originario ricamo molto particolare. Questa tipologia di filo dal notevole costo è stato usato dalle suore con cautela, perché tagliente. Inoltre, sono state acquistate altre pietre dure per gli spazi in cui mancavano. È stato recuperato il possibile e ripristinato il lavoro sul nuovo tessuto, sono state rifatte le frange è tutto il necessario su indicazione delle suore nei vari incontri intercorsi con loro. Abbiamo creato - ha proseguito Amelia Loredana Palmiotto - una pergamena datata 2006, che riporta il nome delle famiglie che hanno dato un contributo per questa creazione, per cui attualmente all'interno del Manto ci sono due pergamene che riportano i nomi di tutte le persone che hanno contribuito economicamente. Il vecchio Manto non è stato distrutto perché è un ornamento benedetto; è stato infine diviso in piccoli quadrati con l'immagine della Madonna di Corsignano, il tutto è stato plastificato e donato ai giovinazzesi che hanno contribuito alla realizzazione del secondo manto».
Il Manto è un sentito simbolo di protezione della Madonna di Corsignano sui marittimi in particolare e sulla cittadinanza tutta. La celebrazione della giornata di festa e di preghiera dedicata ad esso è stato un momento in cui la tradizione ha incontrato la fede. Emerge sentita la volontà di rispettare le tradizioni e conservarle nel tempo, perché ci riconducono al passato, ai tempi in cui sono stati protagonisti tanti marittimi e giovinazzesi devoti della loro Santa Patrona, molti dei quali non ci sono più.
Pochi minuti prima delle ore 21.00 è partita la processione della traslazione del Manto della Madonna di Corsignano dall'Istituto San Giuseppe in via Cappuccini sino alla piazza, poi in piazza Umberto I. Al corteo erano presenti rappresentanti dell' Amministrazione Comunale, con a capo il sindaco Tommaso Depalma, dal Comitato Feste Patronali, dai componenti del Circolo Figli del Mare, dalle rappresentanze A.N.M.I, dalle autorità della Marina Militare, cui questo momento di culto è dedicato.
Il corteo ha sostato alle spalle del Palazzo di Città per la deposizione della corona d'alloro da parte del sindaco Tommaso Depalma sulla parete del municipio, di fronte a Cala Porto, in omaggio ai marittimi giovinazzesi caduti per difendere la patria. Il solenne momento è stato scandito dal saluto ufficiale dei militari della Marina Italiana e dal "silenzio " eseguito alla tromba.
Il corteo ha raggiunto quindi la Concattedrale.
Il Manto celeste dopo la benedizione del parroco Don Andrea Azzollini è stato collocato ai piedi dell'altare maggiore. Il corteo nel suo percorso cittadino è stato allietato dalla musica a cura dell'associazione dei complessi bandistici giovinazzesi diretti dal M° Rocco Caponio.
LA STORIA DEL MANTO DELLA MADONNA - Della storia e della tradizione del Manto ne abbiamo parlato con Stefano Marrano, attuale presidente e responsabile del Circolo " Figli del mare", associazione di marittimi giovinazzesi.
Ci ha raccontato che ottanta anni fa, nel 1936, i marinai di Giovinazzo vollero creare l'abito della Madonna da far indossare alla Santa Patrona nei giorni della sua Festa. Marrano precisa che si tratta dei marittimi della vecchia Marina Mercantile, nei tempi in cui si effettuavano scambi commerciali tra Giovinazzo e l'Albania e l'allora Jugoslavia e dalla nostra città partivano imbarcazioni non solo cariche di pesce, ma anche di olio, mandorle e ferro battuto.
Il primo Manto celeste fu creato dai marittimi che si autotassarono e affidarono il compito di ricamarlo a Cristina Piscitelli e a Ninetta Maldari, in quei tempi note ricamatrici della città.
La barca, immagine simbolo tra i decori e ricami in tessuto è rigonfia perché fu riempita con il fazzoletto di una ricamatrice. Il Manto è un doveroso omaggio dei marittimi che, come recita il canto devozionale, rivolgevano le loro preghiere alla Madonna di Corsignano protettrice della categoria prima di affrontare i loro viaggi per mare. Nel 2006, poiché il Manto celeste, quello della festa, presentava un tessuto logoro, si costituì un gruppo di cittadini tra cui Stefano Marrano, Amelia Loredana Palmiotto, Ciccio Marolla, Giuseppe Allegretta ed il compianto Giuseppe Marolla, membro del direttivo del Circolo fino allo scorso anno, che si adoperò per far sì che si trovassero fondi e donazioni, tant'è che fu effettuata una raccolta oltre che tra giovinazzesi, anche tra residenti all'estero, in America e non solo.
Nel 2006 grazie all'impegno di tutta la cittadinanza fu affidato alle suore di clausura di Bitonto il lavoro di realizzazione del nuovo Manto. Il tessuto celeste fu acquistato da un setificio, quello di Michele Alois molto noto a San Leucio, frazione del comune di Caserta, e fu realizzato il secondo Manto, che poi è quello che indossa tuttora la Madonna di Corsignano durante la Festa Patronale.
IL LAVORO DI RESTAURO E LA RACCOLTA FONDI - Il lavoro svolto fu molto particolare e le suore ricamatrici realizzarono qualcosa di unico e autentico che si potrà ammirare in processione.
Loredana Amelia Palmiotto ci ha raccontato come è andata, perché ha scolpito nei suoi ricordi emozionali questa esperienza. Lei ha nel cuore questa tradizione, poiché vedova del compianto Pietro Anemone, marittimo e capitano di lungo corso, oltre che mamma di altri due marittimi, oggi rispettivamente Comandante e Commissario di bordo.
«Il vecchio manto è stato smembrato in ogni suo punto e recuperato - ci ha raccontato -, meno che i ricami che sono stati riportati sul nuovo tessuto su consiglio delle suore di clausura di Bitonto, le quali hanno dato precise indicazioni sul materiale da acquistare: tela, doppia fodera e tessuto di seta di San Leucio. Le suore hanno quindi scucito il vecchio manto e, quando hanno aperto il tessuto, hanno trovato una pergamena che all'interno conteneva tutti i nomi delle persone che nel 1936 avevano curato la realizzazione del primo manto celeste.
Nel 2006 abbiamo contattato le vecchie famiglie indicate nella pergamena, abbiamo informato tutta la cittadinanza e abbiamo dato il via ad una raccolta fondi per la creazione di un manto nuovo che è stato costoso. Sono stati acquistati rocchetti di filo d'oro per recuperare l'originario ricamo molto particolare. Questa tipologia di filo dal notevole costo è stato usato dalle suore con cautela, perché tagliente. Inoltre, sono state acquistate altre pietre dure per gli spazi in cui mancavano. È stato recuperato il possibile e ripristinato il lavoro sul nuovo tessuto, sono state rifatte le frange è tutto il necessario su indicazione delle suore nei vari incontri intercorsi con loro. Abbiamo creato - ha proseguito Amelia Loredana Palmiotto - una pergamena datata 2006, che riporta il nome delle famiglie che hanno dato un contributo per questa creazione, per cui attualmente all'interno del Manto ci sono due pergamene che riportano i nomi di tutte le persone che hanno contribuito economicamente. Il vecchio Manto non è stato distrutto perché è un ornamento benedetto; è stato infine diviso in piccoli quadrati con l'immagine della Madonna di Corsignano, il tutto è stato plastificato e donato ai giovinazzesi che hanno contribuito alla realizzazione del secondo manto».
Il Manto è un sentito simbolo di protezione della Madonna di Corsignano sui marittimi in particolare e sulla cittadinanza tutta. La celebrazione della giornata di festa e di preghiera dedicata ad esso è stato un momento in cui la tradizione ha incontrato la fede. Emerge sentita la volontà di rispettare le tradizioni e conservarle nel tempo, perché ci riconducono al passato, ai tempi in cui sono stati protagonisti tanti marittimi e giovinazzesi devoti della loro Santa Patrona, molti dei quali non ci sono più.