Il decesso di don Gino

Anche l'Azione Cattolica saluta il suo Pastore. Il cordoglio della politica

mercoledì 8 luglio 2015 20.35
È morto lunedì sera per un infarto, all'età di 67 anni, monsignor Luigi Martella, vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi.

Monsignor Luigi Martella era stato nominato vescovo nel 2001 ed era diventato il secondo successore di Antonio Bello, per tutti don Tonino, del quale aveva introdotto l'iter della causa di beatificazione nel 2008. La sua morte ha lasciato lo sconcerto anche a Giovinazzo.

L'Azione Cattolica diocesana, sul proprio portale web, ricorda il Vescovo. «L'Azione Cattolica diocesana - si legge nel breve comunicato - piange l'improvvisa scomparsa del suo Pastore, Mons. Luigi Martella, si stringe con la preghiera attorno ai suoi familiari e lo affida al Signore della vita, perché lo custodisca nel suo eterno abbraccio».

Anche il Partito Democratico si unisce al cordoglio dell'intera comunità diocesana per la perdita del Vescovo, «ricordandone la fede, la capacità di comunicare serenità, la costante attenzione alle tematiche educative, sociali, giovanili, del sostegno alle famiglie e del "bene comune"».

«Egli - conclude la nota dei Dem - è stato certamente un punto di riferimento per le istituzioni politiche e per la nostra collettività.Esprimiamo le nostre condoglianze ai suoi parenti ed a tutti i suoi collaboratori».

Si stringe con la preghiera attorno ai famigliari e alle comunità cattoliche diocesane anche l'Osservatorio per la Legalità e la Difesa del Bene Comune: «"Per amore del Suo nome" è il motto di Don Gino e la sua vita terminata troppo presto testimonia un impegno generoso, senza risparmio, verso la Chiesa locale e non solo! Di lui possiamo dire che ha dato tutto se stesso perchè in tempi duri tutti fossimo in cammino non solo come credenti ma anche come cristiani credibili».

«Ci lascia la mitezza, l'amore per il bello, il buono, il vero, il primato per l'educazione e la famiglia! Lui, sacerdote in eterno, che ha posto le mani su tanti perchè ricevessero lo Spirito, riceva grazie dal Cielo, oltre il nostro grato saluto», termina il comunicato giunto in redazione.

Particolarmente toccante il ricordo di Michele Sollecito, numero due a Palazzo di Città: «Don Gino è stato il vescovo della mia giovinezza, una figura paterna come poche. Non lesinava parole di incoraggiamento, fiducia e stima a tutti i giovani che ha incontrato nella sua esperienza pastorale. Ho avuto l'onore di ospitarlo come relatore all'assemblea cittadina sulle politiche sociali giovedì scorso, è stata l'ultima occasione in cui l'ho incontrato e ne ho tratto come sempre giovamento. È stato docilmente incisivo come solo i veri Pastori sanno fare».

«Nella sua discrezione - prosegue - in tanti abbiamo scoperto una sensibilità senza pari per le preoccupazioni e i problemi piccoli o grandi di ciascuno. Tra esperienze di incontro istituzionali, campiscuola diocesani, celebrazioni liturgiche, visita pastorale e momenti formativi vissuti alla sua presenza raccolgo diversi ricordi, momenti indiscutibili di crescita nella fede che hanno segnato la mia vita».