Il Consiglio comunale giovinazese dice "no" all'impianto Newo
Deliberazione all'unanimità alla presenza dei rappresentanti dei comuni dell'Aro Bari 2. L'impianto di ossidocombustione a Bari non s'ha da fare
sabato 17 marzo 2018
05.30
Il Consiglio comunale giovinazzese, riunitosi ieri sera, ha votato all'unanimità un ordine del giorno per bloccare l'iter per avviare la realizzazione dell'impianto di ossidocombustione Newo che dovrebbe sorgere in via Corigliano, nel territorio di Bari ed al confine con Modugno. La massima assise cittadina, quindi, chiede alla Regione Puglia di ritirare la determina dirigenziale del 25 gennaio scorso con cui si darebbe il via all'intero iter.
L'impianto di ossidocombustione, dopo un processo di stabilizzazione dei rifiuti e dopo averli bruciati, alla realizzazione delle cosiddette "perle vetrose", un materiale che si vorrebbe riutilizzare poi in edilizia. Un impianto sperimentale, quindi, ma che fa paura ai cittadini ed agli amministratori dei comuni limitrofi, che non intendono abbassare la guardia fino all'extrema ratio di un ricorso alla giustizia amministrativa se la Regione Puglia (attaccatissima ieri sera in tutte le sue componenti) non dovesse ritirare in autotutela il provvedimento autorizzativo.
Tutti, senza distinzione di colori e credo politico, hanno sottolineato la necessità di chiudere il ciclo virtuoso della raccolta differenziata, che ha portato l'Aro Ba 2 ad essere riconosciuto come il più virtuoso in Puglia, attraverso una seria visione strategica a medio-lungo termine da parte della Regione, che porti alla realizzazione di impianti pubblici.
GLI INTERVENTI PRELIMINARI - Presenti in Aula "Pignatelli" anche i rappresentanti delle Amministrazioni dei comuni rientranti nell'Aro Bari 2, invitati dal presidente del Consiglio, Alfonso Arbore, i quali hanno preso la parola prima della discussione vera e propria. Così Nicola Magrone, Sindaco di Modugno, ha rimarcato l'esigenza assoluta di non sfregiare ulteriormente il territorio che amministra, già interessato da decenni da insediamenti industriali che hanno causato già gravi danni all'ambiente. Gli ha fatto eco l'Assessore all'Ambiente modugnese, Tina Luciano, che ha ripercorso le incongruenze di un iter a suo modo di vedere lacunoso e che non lascia spazio di interpretazione alcuna: l'impianto Newo non s'ha da fare.
Sulla stessa lunghezza d'onda gli interventi del referente regionale di Zero Waste, Francesco Caravella, che ha sottolineato l'ondivaga posizione della Regione Puglia in materia, e quella di Giannicola Cuscito, presidente del Consiglio comunale di Palo del Colle, che ha rimarcato come non sia possibile far ricadere le scelte di pochi sulle spalle di una collettività che ha già dato molto in materia ambientale.
«I comuni dell'Aro Bari 2 hanno fatto i compiti a casa - ha poi evidenziato Fiorenza Pascazio, prima cittadina di Bitetto - portando il livello di differenziata ad un livello alto. Non ci si può venire a dire che ci sono scorciatoie per chi non vuole perseguire questa strada virtuosa. L'impianto Newo - ha chiosato - non dà certezze e non può essere propinato come soluzione. L'emissione in atmosfera di particelle così piccole, secondo alcuni esperti, potrebbe non trovare alcun filtro per contenerle».
Le comunità dell'Aro Bari 2 hanno anche incassato il sostegno formale dell'Amministrazione comunale bitontina, a Giovinazzo rappresentanta dal Vicesindaco, Rosa Calò, perplessa anch'ella su quanto ha portato alla concessione delle autorizzazioni.
Augusta Tota, referente della consulta Ambiente di Bari, ha infine posto sul tavolo della discussione un altro dato inquietante: l'impianto di ossidocombustione sorgerebbe in un'area fortemente urbanizzata, con scuole che sorgono non lontane. Per questo l'organismo da lei presieduto si è espresso categoricamente in maniera sfavorevole sulla sua nascita.
Spazio è stato dato anche a Giovanni Volpicella, dell'Associazione Amici dell'Ambiente, della Flora e della Fauna di Giovinazzo, che ha richiamato amministratori e presenti ciascuno a fare la propria parte per salvaguardare il pianeta.
LA DISCUSSIONE - Sono stati quattro gli interventi dei capigruppo e Consiglieri comunali giovinazzesi, tutti improntati al sostegno al documento presentato all'ordine del giorno, con alcuni distinguo.
Gianni Camporeale del Partito Democratico ha ricordato come occorra cautela nel realizzare impianti sperimentali di questo tipo, se è vero che l'unico precedente pugliese e quello nato a Gioia del Colle, che tuttavia tratta solo 5 tonnellate al giorno e che non è attivo 333 giorni l'anno come potrebbe essere quello barese.
Il suo è stato un "sì" convinto, come d'altronde lo è stato quello di Marianna Paladino, di Iniziativa Democratica, la quale ha rimarcato la necessità di una sinergia costante tra i vari comuni interessati, sollecitando la Regione Puglia ad operare per una concreta realizzazione della strategia "rifiuti zero", sin qui sostenuta solo a parole.
Per Daniele de Gennaro di PrimaVera Alternitiva, invece, è opportuno «calare il velo di ipocrisia» su quanto sta accadendo sia a Bari sia in ambito Aro. Per il Consigliere d'opposizione, Antonio Decaro avrebbe dapprima sostenuto l'installazione dell'impianto, per poi fare marcia indietro lo scorso 17 dicembre. La battaglia sarebbe stata portata avanti solo da Modugno, con un blando sostegno delle altre Amministrazioni. E su Giovinazzo, de Gennaro ha sostenuto che l'Aro Bari 2 ha anche proposto la conversione dell'impianto di biostabilizzazione presente a San Pietro Pago, in un impianto di gestione aerobica a servizio dell'intero Ambito. de Gennaro non contesta in sé la possibile decisione, ma la mancata pubblicità della cosa da parte del Sindaco.
Una proposta che invece ha rivendicato con forza Tommaso Depalma, definendola «strategica per concludere quel ciclo virtuoso» di cui tutti i comuni Aro vogliono farsi portatori. Sulla stessa lunghezza d'onda la Sindaca di Bitetto, Fiorenza Pascazio, che ha fatto rilevare come l'avversione verso l'impianto della Newo rientri esattamente in quell'ottica di coerenza con quanto si è fatto attraverso l'attivazione della raccolta porta a porta. L'impianto barese, insomma, non risponderebbe a quei canoni di sicurezza e chiusura del ciclo, che invece la riconversione di quello giovinazzese assicurerebbe.
Infine, per Ruggero Iannone di Forza Italia, anch'egli persuaso dell'obbligatorietà quasi morale di un voto favorevole per l'ordine del giorno, «il Presidente Emiliano si è lavato le mani, rimandando il tutto ad un eventuale giudizio amministrativo». Una posizione che non piace al centrodestra e che vive della bizzarra autorizzazione al cui interno sono contenute prescrizioni. Un ossimoro normativo che Iannone non comprende, invitando tutti gli amministratori a guardare «per una volta agli interessi della gente».
Bagarre in coda all'assemblea cittadina, con lo stesso Iannone pronto a rintuzzare de Gennaro sulla non necessarietà del dibattito relativo conversione dell'impianto di biostabilizzazione di San Pietro Pago, che non era oggetto del Consiglio monotematico, e quest'ultimo a sua volta deciso a difendersi ribadendo la posizione di PrimaVera Alternativa che vi illustreremo in un articolo a parte.
L'impianto di ossidocombustione, dopo un processo di stabilizzazione dei rifiuti e dopo averli bruciati, alla realizzazione delle cosiddette "perle vetrose", un materiale che si vorrebbe riutilizzare poi in edilizia. Un impianto sperimentale, quindi, ma che fa paura ai cittadini ed agli amministratori dei comuni limitrofi, che non intendono abbassare la guardia fino all'extrema ratio di un ricorso alla giustizia amministrativa se la Regione Puglia (attaccatissima ieri sera in tutte le sue componenti) non dovesse ritirare in autotutela il provvedimento autorizzativo.
Tutti, senza distinzione di colori e credo politico, hanno sottolineato la necessità di chiudere il ciclo virtuoso della raccolta differenziata, che ha portato l'Aro Ba 2 ad essere riconosciuto come il più virtuoso in Puglia, attraverso una seria visione strategica a medio-lungo termine da parte della Regione, che porti alla realizzazione di impianti pubblici.
GLI INTERVENTI PRELIMINARI - Presenti in Aula "Pignatelli" anche i rappresentanti delle Amministrazioni dei comuni rientranti nell'Aro Bari 2, invitati dal presidente del Consiglio, Alfonso Arbore, i quali hanno preso la parola prima della discussione vera e propria. Così Nicola Magrone, Sindaco di Modugno, ha rimarcato l'esigenza assoluta di non sfregiare ulteriormente il territorio che amministra, già interessato da decenni da insediamenti industriali che hanno causato già gravi danni all'ambiente. Gli ha fatto eco l'Assessore all'Ambiente modugnese, Tina Luciano, che ha ripercorso le incongruenze di un iter a suo modo di vedere lacunoso e che non lascia spazio di interpretazione alcuna: l'impianto Newo non s'ha da fare.
Sulla stessa lunghezza d'onda gli interventi del referente regionale di Zero Waste, Francesco Caravella, che ha sottolineato l'ondivaga posizione della Regione Puglia in materia, e quella di Giannicola Cuscito, presidente del Consiglio comunale di Palo del Colle, che ha rimarcato come non sia possibile far ricadere le scelte di pochi sulle spalle di una collettività che ha già dato molto in materia ambientale.
«I comuni dell'Aro Bari 2 hanno fatto i compiti a casa - ha poi evidenziato Fiorenza Pascazio, prima cittadina di Bitetto - portando il livello di differenziata ad un livello alto. Non ci si può venire a dire che ci sono scorciatoie per chi non vuole perseguire questa strada virtuosa. L'impianto Newo - ha chiosato - non dà certezze e non può essere propinato come soluzione. L'emissione in atmosfera di particelle così piccole, secondo alcuni esperti, potrebbe non trovare alcun filtro per contenerle».
Le comunità dell'Aro Bari 2 hanno anche incassato il sostegno formale dell'Amministrazione comunale bitontina, a Giovinazzo rappresentanta dal Vicesindaco, Rosa Calò, perplessa anch'ella su quanto ha portato alla concessione delle autorizzazioni.
Augusta Tota, referente della consulta Ambiente di Bari, ha infine posto sul tavolo della discussione un altro dato inquietante: l'impianto di ossidocombustione sorgerebbe in un'area fortemente urbanizzata, con scuole che sorgono non lontane. Per questo l'organismo da lei presieduto si è espresso categoricamente in maniera sfavorevole sulla sua nascita.
Spazio è stato dato anche a Giovanni Volpicella, dell'Associazione Amici dell'Ambiente, della Flora e della Fauna di Giovinazzo, che ha richiamato amministratori e presenti ciascuno a fare la propria parte per salvaguardare il pianeta.
LA DISCUSSIONE - Sono stati quattro gli interventi dei capigruppo e Consiglieri comunali giovinazzesi, tutti improntati al sostegno al documento presentato all'ordine del giorno, con alcuni distinguo.
Gianni Camporeale del Partito Democratico ha ricordato come occorra cautela nel realizzare impianti sperimentali di questo tipo, se è vero che l'unico precedente pugliese e quello nato a Gioia del Colle, che tuttavia tratta solo 5 tonnellate al giorno e che non è attivo 333 giorni l'anno come potrebbe essere quello barese.
Il suo è stato un "sì" convinto, come d'altronde lo è stato quello di Marianna Paladino, di Iniziativa Democratica, la quale ha rimarcato la necessità di una sinergia costante tra i vari comuni interessati, sollecitando la Regione Puglia ad operare per una concreta realizzazione della strategia "rifiuti zero", sin qui sostenuta solo a parole.
Per Daniele de Gennaro di PrimaVera Alternitiva, invece, è opportuno «calare il velo di ipocrisia» su quanto sta accadendo sia a Bari sia in ambito Aro. Per il Consigliere d'opposizione, Antonio Decaro avrebbe dapprima sostenuto l'installazione dell'impianto, per poi fare marcia indietro lo scorso 17 dicembre. La battaglia sarebbe stata portata avanti solo da Modugno, con un blando sostegno delle altre Amministrazioni. E su Giovinazzo, de Gennaro ha sostenuto che l'Aro Bari 2 ha anche proposto la conversione dell'impianto di biostabilizzazione presente a San Pietro Pago, in un impianto di gestione aerobica a servizio dell'intero Ambito. de Gennaro non contesta in sé la possibile decisione, ma la mancata pubblicità della cosa da parte del Sindaco.
Una proposta che invece ha rivendicato con forza Tommaso Depalma, definendola «strategica per concludere quel ciclo virtuoso» di cui tutti i comuni Aro vogliono farsi portatori. Sulla stessa lunghezza d'onda la Sindaca di Bitetto, Fiorenza Pascazio, che ha fatto rilevare come l'avversione verso l'impianto della Newo rientri esattamente in quell'ottica di coerenza con quanto si è fatto attraverso l'attivazione della raccolta porta a porta. L'impianto barese, insomma, non risponderebbe a quei canoni di sicurezza e chiusura del ciclo, che invece la riconversione di quello giovinazzese assicurerebbe.
Infine, per Ruggero Iannone di Forza Italia, anch'egli persuaso dell'obbligatorietà quasi morale di un voto favorevole per l'ordine del giorno, «il Presidente Emiliano si è lavato le mani, rimandando il tutto ad un eventuale giudizio amministrativo». Una posizione che non piace al centrodestra e che vive della bizzarra autorizzazione al cui interno sono contenute prescrizioni. Un ossimoro normativo che Iannone non comprende, invitando tutti gli amministratori a guardare «per una volta agli interessi della gente».
Bagarre in coda all'assemblea cittadina, con lo stesso Iannone pronto a rintuzzare de Gennaro sulla non necessarietà del dibattito relativo conversione dell'impianto di biostabilizzazione di San Pietro Pago, che non era oggetto del Consiglio monotematico, e quest'ultimo a sua volta deciso a difendersi ribadendo la posizione di PrimaVera Alternativa che vi illustreremo in un articolo a parte.