Il borgo antico di Giovinazzo tra assembramenti serali di giovani ed inciviltà
I residenti: «Così non si può andare avanti!»
giovedì 22 aprile 2021
12.42
«Così non si può andare avanti! Schiamazzi notturni, rifiuti lasciati ovunque, bottiglie di birra in bella mostra. Aiutateci a far conoscere il nostro disagio».
Chiuse le attività commerciali (si spera ancora per poco), le uniche a pagare nonostante gli sforzi di molti imprenditori per assicurare sicurezza e rispetto delle norme anti-contagio, il borgo antico di Giovinazzo di sera è terra di nessuno. Lo è da qualche mese, da quando gruppi di giovani, alcuni minorenni, si sono impossessati di diversi spazi e la denuncia degli abitanti del "paese vecchio" (molti anziani) è giunta chiarissima.
Da via Lecce a piazza Meschino (nella foto di un lettore alcuni ragazzi e ragazze che erano assembrati), da piazza San Salvatore sino alla zona della passerella di Levante, dopo le 20.00 il centro storico è terra di nessuno. Cessati i controlli della Polizia Locale, i cui agenti qualche pomeriggio addietro avevano fermato sui grandi scogli sotto la passerella un gruppo di ragazzi bitontini in trasferta e senza mascherine, tutto o quasi sembra consentito, salvo qualche rincorsa e rimbrotto disperato del primo cittadino in versione "mission impossible".
Per il resto c'è senso di impunità, ci sono assembramenti costanti, con giovani che poi rientrano a casa e possono essere veicolo di nuove infezioni. Qualcuno ha solo voglia di vedere gli amici, anche se non si potrebbe, ma nella maggior parte dei casi ci si ubriaca, si bivacca, qualche volta si fuma erba, altre ancora ci si rincorre (questo ci raccontano con costanza i residenti) in un gioco tollerabile sotto i cinque anni di vita. Il resto sono bottiglie di birra lasciate accanto agli usci delle abitazioni al piano terra, zone divenute urinatoi e urla a tarda ora, con la costante di un distanziamento pari a zero.
Un quadro confermato da diversi residenti, in ore in cui vigerebbe il coprifuoco ed in un periodo storico in cui a fare sacrifici sembrano solo alcune categorie di cittadini, con hotel, ristoranti e pizzerie in costante attesa di "tempi migliori" e tanti interrogativi sul futuro.
L'appello di quei cittadini, che ci assicurano di aver segnalato il fenomeno alle istituzioni, è quello di molti giovinazzesi perbene che stanno facendo grandi sacrifici da oltre un anno. Tutto questo va fermato, per il bene di quei ragazzi e di quelle ragazze (non vogliamo crocifiggere nessuno) e per il bene di tutta la comunità, che ha l'esigenza di stoppare il contagio e di ripartire prestissimo.
In altri tempi, intemperanze e rifiuti abbandonati a parte, la presenza di giovani sarebbe stata accolta come un segno di vitalità del centro storico. Oggi no, per le ragioni che vi abbiamo provato a spiegare.
Senza, si badi bene, assolvere in alcun modo adulti ed anziani i quali, ancora oggi, fanno fatica ad indossare correttamente le mascherine e spesso si fermano in capannelli in piazza, al mercato giornaliero o addirittura all'uscita dalle messe domenicali.
Chiuse le attività commerciali (si spera ancora per poco), le uniche a pagare nonostante gli sforzi di molti imprenditori per assicurare sicurezza e rispetto delle norme anti-contagio, il borgo antico di Giovinazzo di sera è terra di nessuno. Lo è da qualche mese, da quando gruppi di giovani, alcuni minorenni, si sono impossessati di diversi spazi e la denuncia degli abitanti del "paese vecchio" (molti anziani) è giunta chiarissima.
Da via Lecce a piazza Meschino (nella foto di un lettore alcuni ragazzi e ragazze che erano assembrati), da piazza San Salvatore sino alla zona della passerella di Levante, dopo le 20.00 il centro storico è terra di nessuno. Cessati i controlli della Polizia Locale, i cui agenti qualche pomeriggio addietro avevano fermato sui grandi scogli sotto la passerella un gruppo di ragazzi bitontini in trasferta e senza mascherine, tutto o quasi sembra consentito, salvo qualche rincorsa e rimbrotto disperato del primo cittadino in versione "mission impossible".
Per il resto c'è senso di impunità, ci sono assembramenti costanti, con giovani che poi rientrano a casa e possono essere veicolo di nuove infezioni. Qualcuno ha solo voglia di vedere gli amici, anche se non si potrebbe, ma nella maggior parte dei casi ci si ubriaca, si bivacca, qualche volta si fuma erba, altre ancora ci si rincorre (questo ci raccontano con costanza i residenti) in un gioco tollerabile sotto i cinque anni di vita. Il resto sono bottiglie di birra lasciate accanto agli usci delle abitazioni al piano terra, zone divenute urinatoi e urla a tarda ora, con la costante di un distanziamento pari a zero.
Un quadro confermato da diversi residenti, in ore in cui vigerebbe il coprifuoco ed in un periodo storico in cui a fare sacrifici sembrano solo alcune categorie di cittadini, con hotel, ristoranti e pizzerie in costante attesa di "tempi migliori" e tanti interrogativi sul futuro.
L'appello di quei cittadini, che ci assicurano di aver segnalato il fenomeno alle istituzioni, è quello di molti giovinazzesi perbene che stanno facendo grandi sacrifici da oltre un anno. Tutto questo va fermato, per il bene di quei ragazzi e di quelle ragazze (non vogliamo crocifiggere nessuno) e per il bene di tutta la comunità, che ha l'esigenza di stoppare il contagio e di ripartire prestissimo.
In altri tempi, intemperanze e rifiuti abbandonati a parte, la presenza di giovani sarebbe stata accolta come un segno di vitalità del centro storico. Oggi no, per le ragioni che vi abbiamo provato a spiegare.
Senza, si badi bene, assolvere in alcun modo adulti ed anziani i quali, ancora oggi, fanno fatica ad indossare correttamente le mascherine e spesso si fermano in capannelli in piazza, al mercato giornaliero o addirittura all'uscita dalle messe domenicali.