Iannone fa il punto su ASI e C3
Il Presidente della Commissione consiliare racconta gli scenari possibili per l'Area di Sviluppo Industriale e bacchetta gli avversari
giovedì 18 maggio 2017
3.33
Ruggero Iannone, Consigliere comunale uscente e Presidente della Commssione consiliare sull'Area di Sviluppo Industriale ha voluto tracciare davanti ai nostri taccuini il quadro di quanto sta accadendo in questo periodo in riferimento ai 7,5 milioni di euro che giungeranno a Giovinazzo (altrettanti a Bitonto) attraverso il "Patto per lo Sviluppo della Città Metropolitana di Bari".
Per lui c'era già stato il passaggio ufficiale in Consiglio comunale, il 10 maggio scorso, in cui aveva riepilogato la posizione dell'attuale Amministrazione comunale. Gli abbiamo quindi chiesto cosa succederà di qui a breve.
Consigliere, ci racconta quali sono gli scenari possibili per la zona ASI?
Sia noi che il Comune di Bitonto affrontavamo da anni spese per restare all'interno del Consorzio sostanzialmente inutili. Con il "Patto per lo Sviluppo della Città Metropolitana" abbiamo ottenuto 7 milione e mezzo di euro per quell'area. Dopo opportuni approfondimenti compiuti nell'ambito dei Comuni interessati e dopo vari incontri di confronto e condivisione con il Consiglio di Amministrazione dell'ASI e con i suoi Organismi tecnici ed amministrativi, si è compreso come le aree attualmente individuate nella "Zona ASI", ricadenti nei territori di competenza di Bitonto e Giovinazzo, siano disaggregate dal punto di vista logistico, rispetto ad altre aree produttive dei due citati Comuni. Abbiamo quindi pensato che un intervento possa sì esserci, ma magari sia più congruo effettuarlo in altre aree già parzialmente urbanizzate, pensiamo, solo per farle un esempio, alla zona delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi, dove potrebbe sorgere una zona mista che dia spazio anche all'industria 4.0. Sono ipotesi, tuttavia, che valuteremo con la Città Metropolitana a cui chiederemo una revisione del Piano Territoriale di Coordinamento. Quello su cui però, sia noi che Bitonto, siamo certissimi di aver operato bene, è la richiesta di eliminazione del vincolo industriale sui suoli coltivati nella zona, in maniera da permettere ai proprietari di slegarsi dai lacci di un peso tributario assai elevato.
Ritiene, a fine mandato, che il percorso di questa Commissione ad hoc sia stato fruttifero?
Vede, sull'ASI ho portato avanti una battaglia personale da anni, anche quando sedevo sui banchi dell'opposizione, all'epoca in cui governava Giovinazzo Antonello Natalicchio. Tuttavia quella maggioranza era rimasta sorda alle mie istanze. Con questa Amministrazione abbiamo provato a dare risposte congrue a quanti ci chiedevano di sbloccare la situazione. Non è del tutto completato il percorso, ci saranno senz'altro nuovi passaggi, ma già aver fatto questi passi, di comune accordo con Bitonto, mi pare un eccellente risultato. Poi rammento a tutti che anche la Suprema Corte di Cassazione si era espressa sui Piani urbanistici e che questi ultimi vanno rinnovati, cosa non accaduta da ormai troppo tempo. Quando non vi sono interessi pubblici superiori a quelli privati bisogna intervenire, cercando di adeguarsi all'evoluzione dei tempi e delle esigenze della gente.
Sì, però c'è chi su questo argomento non la pensa come lei e l'Amministrazione di cui fa parte...
Noi abbiamo operato e stiamo ancora operando per il bene dei giovinazzesi e non per interessi personali, come invece ha tentato di fare qualcuno che ha agitato spettri su una possibile chiusura della Prysmian, l'azienda insediatasi in quella zona da tantissimi anni. Beh, a questa gente che vive da tempo l'inquietante dicotomia tra capitalismo e comunismo, dico di stare tranquilla. L'ASI è stata costituita dopo che l'allora Me.Ca. si era insediata e non cambierà nulla. Quell'azienda continuerà il suo percorso che ha dato lavoro a tante famiglie, anche giovinazzesi.
C'è poi la cosiddetta zona C3, con un perimetro che parte poco dopo e poco sotto il cavalcaferrovia di via Daconto, interessando un'area di 57 ettari tra le provinciali che portano a Bitonto e Terlizzi, fino alla Lama Castello, solo in minima parte già edificata. Che cosa ne farete se sarete ancora voi amministratori? È vero che l'avete lasciata ferma, mentre l'Amministrazione precedente vi aveva sostanzialmente lasciato tutto pronto per il suo sviluppo?
Anche in questo caso va fatta una premessa. Quando fu prevista quell'area, si pensava che Giovinazzo dovesse avere un'espansione demografica notevole, tanto da portarla a 27-28.000 abitanti. Così non è stato e quell'area sembra essere diventata sovradimensionata. E poi c'è un aspetto tecnico: oltre alla Valutazione di Impatto Ambientale, ora è necessaria, per via di una sopravvenuta norma regionale, anche la cosiddetta VAS, ovvero la Valutazione Ambientale Strategica. Cosa di cui l'area non era provvista. Chi ci attacca vuole, a mio sommesso avviso, aiutare gli "amici degli amici" che in quell'area ritenevano di poter fare affari. Penso invece che ci sia bisogno di adottare un principio di perequazione, cercando anche di evitare che i cittadini proprietari in quella zona continuino a pagare un'IMU esosa e verificando la possibilità di espansione anche in altre zone cittadine.
E su questo punto, mi creda, abbiamo uno sguardo d'insieme anche noi. Mi pare peraltro di poter dire che è sulle nostre stesse posizioni anche Daniele de Gennaro. Non è quindi una maglia che abbiamo abbandonato, come asserisce qualcuno, ma è un'area a cui abbiamo prestato attenzione al fine di procedere secondo criteri chiari per tutti, senza favoritismi di sorta. Ma magari ne riparleremo a breve nel dettaglio perché credo ci sia davvero tanto da dire al riguardo.
Per lui c'era già stato il passaggio ufficiale in Consiglio comunale, il 10 maggio scorso, in cui aveva riepilogato la posizione dell'attuale Amministrazione comunale. Gli abbiamo quindi chiesto cosa succederà di qui a breve.
Consigliere, ci racconta quali sono gli scenari possibili per la zona ASI?
Sia noi che il Comune di Bitonto affrontavamo da anni spese per restare all'interno del Consorzio sostanzialmente inutili. Con il "Patto per lo Sviluppo della Città Metropolitana" abbiamo ottenuto 7 milione e mezzo di euro per quell'area. Dopo opportuni approfondimenti compiuti nell'ambito dei Comuni interessati e dopo vari incontri di confronto e condivisione con il Consiglio di Amministrazione dell'ASI e con i suoi Organismi tecnici ed amministrativi, si è compreso come le aree attualmente individuate nella "Zona ASI", ricadenti nei territori di competenza di Bitonto e Giovinazzo, siano disaggregate dal punto di vista logistico, rispetto ad altre aree produttive dei due citati Comuni. Abbiamo quindi pensato che un intervento possa sì esserci, ma magari sia più congruo effettuarlo in altre aree già parzialmente urbanizzate, pensiamo, solo per farle un esempio, alla zona delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi, dove potrebbe sorgere una zona mista che dia spazio anche all'industria 4.0. Sono ipotesi, tuttavia, che valuteremo con la Città Metropolitana a cui chiederemo una revisione del Piano Territoriale di Coordinamento. Quello su cui però, sia noi che Bitonto, siamo certissimi di aver operato bene, è la richiesta di eliminazione del vincolo industriale sui suoli coltivati nella zona, in maniera da permettere ai proprietari di slegarsi dai lacci di un peso tributario assai elevato.
Ritiene, a fine mandato, che il percorso di questa Commissione ad hoc sia stato fruttifero?
Vede, sull'ASI ho portato avanti una battaglia personale da anni, anche quando sedevo sui banchi dell'opposizione, all'epoca in cui governava Giovinazzo Antonello Natalicchio. Tuttavia quella maggioranza era rimasta sorda alle mie istanze. Con questa Amministrazione abbiamo provato a dare risposte congrue a quanti ci chiedevano di sbloccare la situazione. Non è del tutto completato il percorso, ci saranno senz'altro nuovi passaggi, ma già aver fatto questi passi, di comune accordo con Bitonto, mi pare un eccellente risultato. Poi rammento a tutti che anche la Suprema Corte di Cassazione si era espressa sui Piani urbanistici e che questi ultimi vanno rinnovati, cosa non accaduta da ormai troppo tempo. Quando non vi sono interessi pubblici superiori a quelli privati bisogna intervenire, cercando di adeguarsi all'evoluzione dei tempi e delle esigenze della gente.
Sì, però c'è chi su questo argomento non la pensa come lei e l'Amministrazione di cui fa parte...
Noi abbiamo operato e stiamo ancora operando per il bene dei giovinazzesi e non per interessi personali, come invece ha tentato di fare qualcuno che ha agitato spettri su una possibile chiusura della Prysmian, l'azienda insediatasi in quella zona da tantissimi anni. Beh, a questa gente che vive da tempo l'inquietante dicotomia tra capitalismo e comunismo, dico di stare tranquilla. L'ASI è stata costituita dopo che l'allora Me.Ca. si era insediata e non cambierà nulla. Quell'azienda continuerà il suo percorso che ha dato lavoro a tante famiglie, anche giovinazzesi.
C'è poi la cosiddetta zona C3, con un perimetro che parte poco dopo e poco sotto il cavalcaferrovia di via Daconto, interessando un'area di 57 ettari tra le provinciali che portano a Bitonto e Terlizzi, fino alla Lama Castello, solo in minima parte già edificata. Che cosa ne farete se sarete ancora voi amministratori? È vero che l'avete lasciata ferma, mentre l'Amministrazione precedente vi aveva sostanzialmente lasciato tutto pronto per il suo sviluppo?
Anche in questo caso va fatta una premessa. Quando fu prevista quell'area, si pensava che Giovinazzo dovesse avere un'espansione demografica notevole, tanto da portarla a 27-28.000 abitanti. Così non è stato e quell'area sembra essere diventata sovradimensionata. E poi c'è un aspetto tecnico: oltre alla Valutazione di Impatto Ambientale, ora è necessaria, per via di una sopravvenuta norma regionale, anche la cosiddetta VAS, ovvero la Valutazione Ambientale Strategica. Cosa di cui l'area non era provvista. Chi ci attacca vuole, a mio sommesso avviso, aiutare gli "amici degli amici" che in quell'area ritenevano di poter fare affari. Penso invece che ci sia bisogno di adottare un principio di perequazione, cercando anche di evitare che i cittadini proprietari in quella zona continuino a pagare un'IMU esosa e verificando la possibilità di espansione anche in altre zone cittadine.
E su questo punto, mi creda, abbiamo uno sguardo d'insieme anche noi. Mi pare peraltro di poter dire che è sulle nostre stesse posizioni anche Daniele de Gennaro. Non è quindi una maglia che abbiamo abbandonato, come asserisce qualcuno, ma è un'area a cui abbiamo prestato attenzione al fine di procedere secondo criteri chiari per tutti, senza favoritismi di sorta. Ma magari ne riparleremo a breve nel dettaglio perché credo ci sia davvero tanto da dire al riguardo.