I tentacoli degli Strisciuglio ovunque. Anche a Giovinazzo
Il clan sgominato all’alba di ieri a Bari aveva rappresentanze anche in città
mercoledì 8 luglio 2015
13.22
Duro colpo alla malavita barese: i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito circa 40 arresti a carico di esponenti del clan Strisciuglio in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari.
Un'operazione complessa, che ha permesso di ricostruire anni di egemonia del clan mafioso, e di dominio in settori vitali dell'economia, primo fra tutti quello edile locali. Gli imprenditori erano costretti a pagare due volte il pizzo per lavorare: sia agli Strisciuglio sia agli uomini del clan Di Cosola, duramente colpito ad aprile con i 62 arresti dell'operazione "Pilastro".
«Funzionava così - spiega Luca Natile sulla Gazzetta del Mezzogiorno -. Armi, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e vendita al dettaglio di hashish, cocaina, eroina e marijuana erano il business della premiata ditta "Strisciuglio&Soci", clan malavitoso con rappresentanze in almeno otto quartieri di Bari». Da Carbonara e Carbonara 2 al Libertà e Bari vecchia sino alla zona nord: San Girolamo, Santo Spirito, Catino e San Pio.
La testa della piovra erano dunque i quartieri di Bari dove l'organizzazione di Domenico Strisciuglio aveva messo radici. Ma i suoi tentacoli erano arrivati ovunque. Quelli «della Luna», secondo gli investigatori, avevano rappresentanze in ben otto comuni dell'hinterland barese (Bitonto, Conversano, Giovinazzo, Palo del Colle, Noicattaro, Triggiano, Rutigliano, Terlizzi e Molfetta), mentre di recente avrebbero annesso al loro impero anche pezzi di Adelfia, Casamassima, Capurso e Valenzano.
«La colonizzazione dell'hinterland - spiega Luca Natile - e il potenziamento degli organici nei quartieri storici ha dato la possibilità al clan di reclutare a piene mani nella devianza giovanile e nelle ampie sacche del disagio sociale». Insomma i tentacoli degli Striusciuglio si erano allungati anche a Giovinazzo, una città in cui tutto avviene in silenzio, sottotraccia.
Una città in cui gli interessi del clan Strisciuglio (ma anche dei Di Cosola) si sono stratificati fino a toccare tutti i settori, leciti o illeciti: dal traffico di sostanze stupefacenti (nelle scorse settimane sono state effettuate diverse perquisizioni finalizzate a contrastare proprio lo spaccio al minuto in città, nda) sino alla gestione dei servizi di sicurezza presso alcune discoteche.
Giovinazzo è da sempre una realtà importante sotto alcuni aspetti e, perciò, molto appetibile per la malavita organizzata. E la crisi, invece di rallentare, ha addirittura accelerato le infiltrazioni sul territorio.
Un'operazione complessa, che ha permesso di ricostruire anni di egemonia del clan mafioso, e di dominio in settori vitali dell'economia, primo fra tutti quello edile locali. Gli imprenditori erano costretti a pagare due volte il pizzo per lavorare: sia agli Strisciuglio sia agli uomini del clan Di Cosola, duramente colpito ad aprile con i 62 arresti dell'operazione "Pilastro".
«Funzionava così - spiega Luca Natile sulla Gazzetta del Mezzogiorno -. Armi, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e vendita al dettaglio di hashish, cocaina, eroina e marijuana erano il business della premiata ditta "Strisciuglio&Soci", clan malavitoso con rappresentanze in almeno otto quartieri di Bari». Da Carbonara e Carbonara 2 al Libertà e Bari vecchia sino alla zona nord: San Girolamo, Santo Spirito, Catino e San Pio.
La testa della piovra erano dunque i quartieri di Bari dove l'organizzazione di Domenico Strisciuglio aveva messo radici. Ma i suoi tentacoli erano arrivati ovunque. Quelli «della Luna», secondo gli investigatori, avevano rappresentanze in ben otto comuni dell'hinterland barese (Bitonto, Conversano, Giovinazzo, Palo del Colle, Noicattaro, Triggiano, Rutigliano, Terlizzi e Molfetta), mentre di recente avrebbero annesso al loro impero anche pezzi di Adelfia, Casamassima, Capurso e Valenzano.
«La colonizzazione dell'hinterland - spiega Luca Natile - e il potenziamento degli organici nei quartieri storici ha dato la possibilità al clan di reclutare a piene mani nella devianza giovanile e nelle ampie sacche del disagio sociale». Insomma i tentacoli degli Striusciuglio si erano allungati anche a Giovinazzo, una città in cui tutto avviene in silenzio, sottotraccia.
Una città in cui gli interessi del clan Strisciuglio (ma anche dei Di Cosola) si sono stratificati fino a toccare tutti i settori, leciti o illeciti: dal traffico di sostanze stupefacenti (nelle scorse settimane sono state effettuate diverse perquisizioni finalizzate a contrastare proprio lo spaccio al minuto in città, nda) sino alla gestione dei servizi di sicurezza presso alcune discoteche.
Giovinazzo è da sempre una realtà importante sotto alcuni aspetti e, perciò, molto appetibile per la malavita organizzata. E la crisi, invece di rallentare, ha addirittura accelerato le infiltrazioni sul territorio.