I nostri auspici per il 2019

Letterina di speranze per l'anno che verrà

martedì 1 gennaio 2019
Care lettrici e cari lettori,
in genere il nostro giornale on line si limita a raccontare quanto accade a Giovinazzo, cercando di restare il più imparziale possibile.

Questa volta, ad inizio di un nuovo anno, abbiamo deciso di mettere nero su bianco i nostri auspici, le nostre speranze, il nostro sentire redazionale per il 2019. Ecco, vorremmo che una minima parte di quel che ci auguriamo accada davvero.

Per esempio, vorremmo che Giovinazzo diventasse ancor più bella grazie alla realizzazione o conclusione di nuove opere pubbliche, senza vendersi però mai l'anima come accaduto, per fare un caso a noi vicino, a molte località salentine. Vorremmo vederla piena di turisti non solo da aprile a settembre, ma anche negli altri mesi dell'anno. Vorremmo che commercianti e politici tornassero a parlarsi sul serio e non perseverassero sul binario morto dei monologhi travestiti da dialoghi. Solo così il lancio turistico ed economico agognato potrà davvero materializzarsi.

Vorremmo che la politica imparasse a non tacciare la stampa locale di tifo, quando il supporto a volte cieco è proprio delle fazioni politiche, ma che affrontasse le proprie responsabilità, si facesse ogni tanto un esame di coscienza. Che sia una politica da amministratori o da oppositori non cambia: ciascuno lasci libera la stampa di lavorare in serenità nei limiti di ciò che la deontologia professionale indica come confini alla nostra attività.

Ci piacerebbe che il nutrito drappello di associazioni, religiose, culturali, politiche, politico-culturali, politiche ma non troppo, culturali ma non troppo, evitasse di dividersi e che prendesse una buona volta esempio da altre realtà in cui unire le forze fa solo il bene della città (o paese, fate voi). In parte sta già avvenendo, ma c'è tanta, ma proprio tanta strada da fare. E gli obiettivi saranno raggiunti solo senza personalismi di sorta, voglia di apparire ad ogni costo.

Auspichiamo una rinascita dello sport giovinazzese, malmesso ed attualmente attraversato da una profonda crisi in cui in pochi riescono a fare le nozze coi fichi secchi. E che quindi l'imprenditoria, locale e non, si affacci convintamente a questo mondo, che tanti giovani ha forgiato.

Vorremmo anche che il 2019 fosse l'anno in cui il web si trasformi da sfogatoio per frustrazioni personali, liti, beghe, conti in sospeso, in agorà virtuale del dibattito, senza dividersi per forza in guelfi e ghibellini, in amici e nemici. Ecco, noi siamo stanchi di questo, vorremmo non interpretaste, ma leggeste con attenzione quanto scriviamo, commentando, criticando, ma mai attaccando (gli haters seriali hanno invaso le pagine giovinazzesi, non solo la nostra).

E poi vorremmo che Giovinazzo continui a dimostrarsi città solidale, con chi è straniero, con chi, giovinazzesissimo, non ce la fa ad arrivare a fine mese, con chi è troppo piccolo per tutelarsi da solo.

Sarebbe bello se su temi importanti Giovinazzo mostrasse all'esterno coesione, voglia di crescere, orgoglio per ciò che è e vuol diventare, senza mai dimenticare il diritto al dissenso, alla lotta politica, alla voglia di far sentire la propria voce.

Infine vorremmo scrivervi a fine 2019 un nuovo resoconto sui fatti accaduti nei 365 giorni che verranno e riscontrare che quelli di cronaca sono fortemente diminuiti, che le denunce sono aumentate e che la società civile giovinazzese ha finalmente preso coscienza di vivere in un posto bello, ma non in un'isola felice, in una bolla in cui mafia e malaffare non entrano, in cui i "cattivi" vengono sempre e per forza da fuori.

Ecco, se il 2019 ci regalasse anche solo un terzo di quanto da noi auspicato, saremmo davvero felici di avervi fornito con le nostre news diversi motivi in più per essere orgogliosi di questa cittadina.

Per ora, buon anno a tutti voi che ci sostenete.


Giuseppe Di Bisceglie, Gianluca Battista, Nicola Miccione, Gabriella Serrone, Giuseppe Dalbis, Marzia Morva