I giovinazzesi si sono affidati alla Madonna di Lourdes - FOTO

Domenica 11 febbraio intensa: prima la messa solenne col vescovo, poi la processione eucaristica a sera

lunedì 12 febbraio 2024
A cura di Gianluca Battista e Giuseppe Dalbis
I giovinazzesi sono affidati alla Beata Vergine Maria di Lourdes, come da tradizione. Col cuore rivolto alla Madre Celeste le hanno chiesto protezione e soprattutto perdono per peccati e piccole miserie umane. Hanno affidato a Lei anziani, ammalati ed i più piccoli.

I festeggiamenti per la Madonna di Lourdes hanno toccato nella giornata di ieri, domenica 11 febbraio, picchi di grande spiritualità in due differenti momenti. Al mattino, con la celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Domenico Cornacchia, vescovo della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi; a sera con la processione eucaristica, dopo l'esposizione in chiesa del SS Sacramento proprio ai piedi della riproduzione fedele della Grotta di Lourdes nella parrocchia Sant'Agostino.

Don Cesare Pisani e don Leonardo Andriani hanno accolto al mattino mons. Cornacchia, che ha salutato affettuosamente i fedeli presenti ed ha ribadito la necessità di «svestire i propri vestiti, per indossare quelli del Signore: carità, amore, capacità di visitare e sostenere gli ammalati». Ed agli ammalati, ai deboli, agli anziani, agli emarginati è andato il pensiero dell'intera comunità orante, con lo sguardo rivolto a Maria, a Colei che tutto può, alla Madre di Dio che consola gli afflitti e chiude le ferite del cuore.

In serata la processione del SS Sacramento ha suggellato una articolato programma di festeggiamenti partiti il 2 febbraio. L'intero quartiere Sant'Agostino e tantissimi giovinazzesi hanno fatto da ali a don Cesare Pisani ed ai confratelli di San Michele Arcangelo. Attraverso lo Spirito Santo, che è Dio, Maria Vergine esaudisce le preghiere dei suoi figli e non li abbandona nel dolore. A noi uomini il compito di seguire l'esempio del Cristo fattosi uomo in quel grembo Santo perseguendo l'amore e la vita, respingendo l'odio che porta morte.

Un messaggio più che mai contemporaneo, attualissimo, vivo.