I Comuni di Molfetta e Giovinazzo insieme per l'affido familiare
Un incontro per sancire l'unione di intenti tra istituzioni locali ed operatori del settore
giovedì 14 giugno 2018
18.15
Si è tenuto nel tardo pomeriggio di martedì 12 giugno, presso il Centro per le Famiglie Safiria della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria, un momento di riflessione e confronto sul delicato tema dell'affido familiare. Il convegno nasce come iniziativa promossa dall'Ambito Territoriale dei Comuni di Molfetta e Giovinazzo, che hanno sottoscritto un accordo di partenariato con l'Associazione AICCOS e la Cooperativa Sociale Shalom, nell'ambito del progetto territoriale denominato "Casa dell'affido".
Obiettivo principale del progetto è proprio la promozione e il potenziamento dei percorsi di affido familiare, a sua volta promosso dall'Ambito Territoriale n.1 dei due suddetti comuni al fine di garantire al minore, la cui famiglia si trovi nella temporanea incapacità o impossibilità di prendersi cura di lui, le cure e gli affetti necessari, in un contesto familiare che assicuri processi di crescita e di sviluppo armonico del minore.
L'affido presuppone la possibilità di recupero della famiglia di origine del minore, pertanto esso si pone sia come strumento preventivo che riparatorio. Concretamente, consiste nell'inserimento del minore in un nucleo affidatario, per un periodo di tempo determinato, che gli possa garantire un ambiente adeguato di sviluppo, tenendo presente le eventuali prescrizioni dell'Autorità Giudiziaria.
Presenti all'incontro di ieri pomeriggio il Sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, l'Assessore alla Socialità del Comune di Giovinazzo, Michele Sollecito, il Sostituto Procuratore del Tribunale per i Minori di Bari, Carla Spagnuolo, oltre al referente tecnico del Comune di Molfetta, Antonella Capurso, e alla docente di Psicologia presso l'Università degli Studi di Bari, Caterina Balenzano. A moderare l'incontro ci ha pensato Maria Luigia Paparella di AICCOS Onlus.
Al centro di iniziative destinate a promuovere l'affido familiare vi è ovviamente la tutela del minore, la sua felicità e l'inserimento attivo nella società. Dall'altra parte, invece, le famiglie affidatarie, in molti casi le stesse che fanno richiesta di adozione del minore. Il fine del progetto, di cui si è a lungo discusso ieri pomeriggio, è quello di offrire ai bambini un'occasione di crescita sana all'interno di un altro nucleo familiare. Nello specifico proprio AICCOS sta costituendo sul territorio una sorta di banca dati di possibili famiglie affidatarie, nel rispetto dei requisiti richiesti dalla legge. Da quanto riferito durante il momento di riflessione, la risposta di molte famiglie è stato buono, nonostante la preoccupazione di non riuscire ad accogliere un minore a causa dei numerosi impegni che gravano, oggi, gioco forza sulle famiglie moderne.
«L'amore è al centro di tutto – ha commentato la referente AICCOS – considerando che l'affido può trasformarsi in un'esperienza umanamente importante per tutti».
Il progetto territoriale "Casa dell'affido" punta l'attenzione anche al sostegno delle famiglie d'origine che vivono inevitabilmente il disagio dovuto al fatto di dover perdere, seppur temporaneamente (ma a volte anche definitivamente) il proprio figlio.
Che cosa si chiede alle famiglie affidatarie nel difficoltoso percorso da affrontare? Le risposte sono molteplici: empatia, supporto e comprensione, in quanto dall'altra parte un minore vive in un altrettanto senso di disagio, fatto di sensi di colpa, di abbandono, rabbia, vergogna e paura, che spesso possono sfociare in compiacenza e depressione. Tuttavia alle famiglie affidatarie è richiesta la comprensione dello stesso status di affido: un percorso con un inizio ed una fine, durante il quale è fondamentale donare gioia, senza rattristarsi quando esso stesso volgerà al termine.
Nei mesi scorsi, l'AICCOS ha a lungo lavorato alla tematica, attraverso un percorso formativo che ha coinvolto il Liceo Classico e Scientifico "Spinelli" di Giovnazzo e l'Istituto Superiore Professionale "Don Tonino Bello" di Molfetta. I ragazzi dei due istituti superiori hanno per l'occasione realizzato uno spot che sarà proiettato già dalle prossime settimane in tutte le programmazioni dell' Uci Cinema di Molfetta.
«Coinvolgendo le nuove generazioni – ha commentato la dott.ssa Cuocci – si punta a sensibilizzare proprio coloro che dovranno in futuro gestire la nostra società. Ci auguriamo che i frutti di questo impegno possano essere i sorrisi ritrovati dei bambini».
Michele Sollecito, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Giovinazzo ha così commentato questo importante progetto: «Abbiamo sempre creduto nella promozione dell'affido familiare cercando di fare rete con le istituzioni, con le scuole, i centri per le famiglie e le parrocchie. Il progetto "Casa dell'Affido", il regolamento unico d'ambito e le tante iniziative promosse sono il segno di un'azione politica costante nel tempo che siamo sicuri porterà i frutti sperati promuovendo la cultura delle relazioni familiari che "curano"».
Intervenuto come spettatore del convegno, il Sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, è strato invitato ugualmente a rilasciare una dichiarazione. Il suo è stato un intervento frutto di anni vissuti nel sociale, come educatore .
«È un obiettivo della mia Amministrazione – ha commentato – quello di puntare sulla prevenzione che interessi soprattutto le fasce adolescenziali. Più prevenzione può significare meno affidi, ponendo rimedio a quei disagi sociali che portano poi le famiglie ad essere ritenute non idonee a crescere i propri figli».
Obiettivo principale del progetto è proprio la promozione e il potenziamento dei percorsi di affido familiare, a sua volta promosso dall'Ambito Territoriale n.1 dei due suddetti comuni al fine di garantire al minore, la cui famiglia si trovi nella temporanea incapacità o impossibilità di prendersi cura di lui, le cure e gli affetti necessari, in un contesto familiare che assicuri processi di crescita e di sviluppo armonico del minore.
L'affido presuppone la possibilità di recupero della famiglia di origine del minore, pertanto esso si pone sia come strumento preventivo che riparatorio. Concretamente, consiste nell'inserimento del minore in un nucleo affidatario, per un periodo di tempo determinato, che gli possa garantire un ambiente adeguato di sviluppo, tenendo presente le eventuali prescrizioni dell'Autorità Giudiziaria.
Presenti all'incontro di ieri pomeriggio il Sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, l'Assessore alla Socialità del Comune di Giovinazzo, Michele Sollecito, il Sostituto Procuratore del Tribunale per i Minori di Bari, Carla Spagnuolo, oltre al referente tecnico del Comune di Molfetta, Antonella Capurso, e alla docente di Psicologia presso l'Università degli Studi di Bari, Caterina Balenzano. A moderare l'incontro ci ha pensato Maria Luigia Paparella di AICCOS Onlus.
Al centro di iniziative destinate a promuovere l'affido familiare vi è ovviamente la tutela del minore, la sua felicità e l'inserimento attivo nella società. Dall'altra parte, invece, le famiglie affidatarie, in molti casi le stesse che fanno richiesta di adozione del minore. Il fine del progetto, di cui si è a lungo discusso ieri pomeriggio, è quello di offrire ai bambini un'occasione di crescita sana all'interno di un altro nucleo familiare. Nello specifico proprio AICCOS sta costituendo sul territorio una sorta di banca dati di possibili famiglie affidatarie, nel rispetto dei requisiti richiesti dalla legge. Da quanto riferito durante il momento di riflessione, la risposta di molte famiglie è stato buono, nonostante la preoccupazione di non riuscire ad accogliere un minore a causa dei numerosi impegni che gravano, oggi, gioco forza sulle famiglie moderne.
«L'amore è al centro di tutto – ha commentato la referente AICCOS – considerando che l'affido può trasformarsi in un'esperienza umanamente importante per tutti».
Il progetto territoriale "Casa dell'affido" punta l'attenzione anche al sostegno delle famiglie d'origine che vivono inevitabilmente il disagio dovuto al fatto di dover perdere, seppur temporaneamente (ma a volte anche definitivamente) il proprio figlio.
Che cosa si chiede alle famiglie affidatarie nel difficoltoso percorso da affrontare? Le risposte sono molteplici: empatia, supporto e comprensione, in quanto dall'altra parte un minore vive in un altrettanto senso di disagio, fatto di sensi di colpa, di abbandono, rabbia, vergogna e paura, che spesso possono sfociare in compiacenza e depressione. Tuttavia alle famiglie affidatarie è richiesta la comprensione dello stesso status di affido: un percorso con un inizio ed una fine, durante il quale è fondamentale donare gioia, senza rattristarsi quando esso stesso volgerà al termine.
Nei mesi scorsi, l'AICCOS ha a lungo lavorato alla tematica, attraverso un percorso formativo che ha coinvolto il Liceo Classico e Scientifico "Spinelli" di Giovnazzo e l'Istituto Superiore Professionale "Don Tonino Bello" di Molfetta. I ragazzi dei due istituti superiori hanno per l'occasione realizzato uno spot che sarà proiettato già dalle prossime settimane in tutte le programmazioni dell' Uci Cinema di Molfetta.
«Coinvolgendo le nuove generazioni – ha commentato la dott.ssa Cuocci – si punta a sensibilizzare proprio coloro che dovranno in futuro gestire la nostra società. Ci auguriamo che i frutti di questo impegno possano essere i sorrisi ritrovati dei bambini».
Michele Sollecito, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Giovinazzo ha così commentato questo importante progetto: «Abbiamo sempre creduto nella promozione dell'affido familiare cercando di fare rete con le istituzioni, con le scuole, i centri per le famiglie e le parrocchie. Il progetto "Casa dell'Affido", il regolamento unico d'ambito e le tante iniziative promosse sono il segno di un'azione politica costante nel tempo che siamo sicuri porterà i frutti sperati promuovendo la cultura delle relazioni familiari che "curano"».
Intervenuto come spettatore del convegno, il Sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, è strato invitato ugualmente a rilasciare una dichiarazione. Il suo è stato un intervento frutto di anni vissuti nel sociale, come educatore .
«È un obiettivo della mia Amministrazione – ha commentato – quello di puntare sulla prevenzione che interessi soprattutto le fasce adolescenziali. Più prevenzione può significare meno affidi, ponendo rimedio a quei disagi sociali che portano poi le famiglie ad essere ritenute non idonee a crescere i propri figli».