Guglielmo Minervini se n'è andato

Dopo una lunga malattia si è spento questa notte. I funerali in forma privata a Giovinazzo

martedì 2 agosto 2016 09.54
È deceduto Guglielmo Minervini. L'ex sindaco di Molfetta è spirato nella notte, dopo aver combattuto a lungo contro una malattia. Le esequie avranno luogo, in forma privata, domani alle 17.00, a Giovinazzo, presso la chiesa dei Frati Cappuccini in via Crocifisso. Aveva 55 anni, lascia la moglie Maria e i due figli Camilla e Nicolò.

La Puglia e Molfetta in particolare perdono uno dei loro più importanti uomini politici degli ultimi 30 anni, con una forte fede cattolica ed una vocazione al pacifismo, all'amore per i giovani ed all'accoglienza dei più deboli, a lui trasmessi dalla catechesi di don Tonino Bello.

"E vabbè.
Ancora una volta la vita ti afferra in un'altra prova imprevista, dura ed esigente. L'affrontiamo col piglio di sempre. Fiducia nei medici, tenacia, resistenza, energia, i pilastri incrollabili di mia moglie e dei miei cari, gli affetti profondi e forti, tanta amicizia e la voglia di farcela senza mai perdere il senso anche dentro il mistero della malattia.
Ci risentiamo tra un po'.
Sicuro".


Questo l'ultimo messaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook domenica pomeriggio. L'ultima volta a Giovinazzo era stata durante la presentazione di PrimaVera Alternativa presso l'Istituto Vittorio Emanuele II, il 3 giugno scorso.

Nato nel 1961 si è dedicato alla comunità sin da giovanissimo, prima con il volontariato – in particolare dalla parte dei più piccoli e delle donne del centro antico – poi con l'impegno in partiti e movimenti.
Fondamentale l'impegno nel mondo del pacifismo e la scelta dell'obiezione di coscienza: nel 1985 ha fondato la Casa per la pace e diventa consigliere nazionale di Pax Cristi. Si è impegnato per il riconoscimento dei diritti degli obiettori di coscienza e ha pubblicato due testi su questi temi: L'abecedario dell'obiettore (1991) e L'antologia dell'obiettore (1992).
Nel 1987, con altri collaboratori, ha promosso la fondazione della casa editrice la Meridiana, di cui è stato anche direttore editoriale.
Nel 1992, dopo l'omicidio del sindaco Carnicella, con Matteo D'Ingeo, è stato tra i promotori de "l'Osservatorio 7 luglio".
Nel 1994 è diventato sindaco di Molfetta. Confermato anche per un secondo mandato, è rimasto primo cittadino sino al 2000. La sua esperienza di sindaco e la sua idea di città nel 1997 confluiscono nel libro "Mar Comune".
Nel 2000 ha ricevuto il premio nazionale "Luciano Lama" conferito ai sindaci delle migliori amministrazioni comunali.
Tra i fondatori del movimento nazionale Centocittà, ha contribuito alla nascita dei Democratici e della Margherita. Di entrambe è diventato coordinatore regionale.
Per tre volte è stato eletto consigliere regionale (2005, 2010, 2015) e per dieci anni ha ricoperto la carica di Assessore nella massima assise pugliese, interessandosi dei settori gestione delle risorse umane e trasparenza, politiche giovanili e sport, trasporti.
Proprio nell'ambito delle politiche per i giovani matura il progetto Bollenti Spiriti, finalizzato a sostenere e promuovere l'imprenditoria giovanile.
Le divergenze con Michele Emiliano e la decisione di candidarsi alle ultime elezioni regionali con "Noi a sinistra per la Puglia" (nel quale confluiscono i vendoliani) lo hanno portato ad una clamorosa spaccatura con il Partito Democratico.

Negli scorsi mesi ha pubblicato la sua ultima fatica editoriale dal titolo "La politica generativa. Pratiche di comunità nel laboratorio Puglia" in cui ha analizzato la crisi della vecchia politica ed i nuovi slanci in quel settore della vita pubblica.

La nostra redazione porge le più sentite condoglianze ai suoi cari.