Gli altarini nella tradizione di Giovinazzo

Tra i tanti altarini di San Giuseppe sparsi in città, quello dell'Anffas è curato da mamme speciali

mercoledì 20 marzo 2019 0.16
A cura di Marzia Morva

La tradizione si è rinnovata. Nonostante la fredda serata, tanti fedeli hanno girato per le vie della città e hanno visitato e pregato ammirando l'allestimento ben curato di ogni altarino di San Giuseppe.

Vi raccontiamo della tradizione che vive da oltre vent'anni nell'Anffas Giovinazzo perché vogliamo dedicare un pensiero speciale alle mamme dei ragazzi con disabilità che frequentano l'associazione. Le mamme, socie operose, anche quest'anno si sono dedicate, con la collaborazione di signore simpatizzanti, alla cura di un altarino allestito nella sede associativa di Via Giuliodibari.

Ieri invece Don Giuseppe Milillo ha letto il Vangelo del 19 marzo e ha raccontato la storia di San Giuseppe valorizzando la figura del papà con preghiere dedicate al Santo. Le mamme ed i numerosi presenti nella sede dell'associazione hanno intonato l'antico inno a San Giuseppe nell'apertura e nella chiusura dell'incontro. Scopriamo come è nato questo altarino.


Il presidente Michele Lasorsa, il grande papà dell'associazione, ha ringraziato Don Giuseppe e ci ha detto che da più di 20 anni, dalla vecchia sede in viale Aldo Moro – Zona 167 e da 5 anni nella nuova sede, le mamme Anffas creano con grande dedizione e fede l'altarino. E qui entrano in scena le mamme.

La signora Angela Martino ha ricamato a mano per l'occasione una splendida tovaglia bianca a sfilato siciliano che raffigura soggetti sacri: Gesù, angeli e croci.
La statua di San Giuseppe in terracotta è stata donata venti anni fa da una mamma, ora anziana, Cettina Andriani, gentile signora che si lascia andare ai ricordi belli della vita comunitaria e associativa: «Adesso i ragazzi sono tutti grandi - ci ha detto - ma quando erano piccoli li ricordo tutti intorno al sacerdote mentre benediva il nostro altarino, un bellissimo ricordo, che tenerezza».


Hanno collaborato all'allestimento Luisa Moretti, Angela Mele, Nicoletta Minenna ed Emilia Pozzolungo; il giovane Alessandro ha creato lo scenario con i teli di raso bianco e giallo. Per l'acquisto dei fiori hanno partecipato tutti i soci, mentre per il pane Mario Minervini contribuisce personalmente dal primo anno all'acquisto per sua devozione alla festività. I tarallini sono stati fatti a mano dalle mamme come anche i cuoricini di impasto di pane morbido. Per quanto riguarda l'addobbo, le fresie hanno adornato l'altarino nei giorni della novena e per l'allestimento del 19 marzo sono state utilizzate le orchidee bianche.

Il pane benedetto che i fedeli ricevono in dono visitando gli altarini ha un grande valore. Infatti, oltre ad essere cibo e nutrimento, è nato per essere condiviso. Giuseppe, umile falegname di Nazareth, papà di Gesù, ci insegna a condividere. In questa festività che è divenuta una sentita devozione a metà strada tra storia, fede e folklore ci si rivolge tutti al Santo per far sì che ci insegni a condividere con slancio e generosità.

Questa tradizione nella nostra Giovinazzo è molto sentita e in tante zone della città sono stati allestiti gli altarini: in via Crocifisso, in via Ten. Piscitelli angolo Via Bitonto dalla famiglia Ditillo, in via Sottotenente De Ceglie dalla famiglia Nacci, in via Marconi dalla famiglia Martinucci, in via Sindolfi, in via Marziani, in via Venezia e in tante altre case o garage.

La comunità cittadina giovinazzese ha saputo dimostrare anche quest'anno di credere e rispettare una tradizione molto antica vissuta con sentita fede e religiosità.