«Giovinazzo? Indietro tutta!»
Il Pd commenta la scelta di revocare il Piano sulla C3: «Iniziative edilizie bloccate, sviluppo congelato»
mercoledì 25 marzo 2015
03.53
«A ben guardare, si stava meglio quando si stava peggio», scrive sul proprio profilo Facebook un nostalgico ma non troppo della vecchia squadra di governo cittadino. Per il Partito Democratico, di gran lunga il primo gruppo politico locale per numero di voti, l'ultimo ed evidente segnale di un indietreggiamento di Giovinazzo è stato quello di annullare il Piano particolareggiato della zona di espansione di nuovo impianto C3. «Si, proprio così, - affermano i democratici - l'annullamento del Piano particolareggiato approvato dalla precedente Amministrazione il 18 febbraio 2009 e reso procedibile dal 2 luglio 2010. Nella zona C3, allo stato, non è più possibile alcuna iniziativa edilizia».
Ma quali sarebbero le motivazioni ufficiali? «La necessità - risponde il Pd - di conseguire una nuova valutazione ambientale di Valutazione Ambientale Strategica e di Valutazione d'Impatto Ambientale dell'intero piano e la necessità di adeguare il piano alle disposizioni dell'Autorità di Bacino. Motivazioni che, a quanto sembra, risultano non chiare anche ai consiglieri di maggioranza che hanno deciso di approvare questa delibera. Per la prima motivazione, si assume che il piano debba soggiacere oggi ad un procedimento di verifica circa l'assoggettamento alla Valutazione Ambientale Strategica. Peccato che la stessa Valutazione Ambientale Strategica è uno strumento previsto sin dal 2006 ma introdotto con legge solo nel 2008 (in prima istanza), successivamente entrata in vigore a pieno regime nel 2009 e si applica ai procedimenti avviati dopo queste date».
Poi un breve excursus storico: «La nostra C3 - ricordano i dem - vide l'avvio dei suoi procedimenti in tempo precedente e nel 2005 (l'11 marzo) ricevette esito negativo di assoggettabilità alla Valutazione d'Impatto Ambientale equipollente, a norma di precedenti, all'attuale Valutazione Ambientale Strategica). Inoltre, vide avviati i lavori di pianificazione esecutiva delle aree tipizzate già dal 28 marzo del 2007, quando il piano C3 fu adottato con apposita delibera di consiglio comunale. Per questa ragione, essa non poteva essere e non fu assoggettata a verifica di Valutazione Ambientale Strategica (all'epoca inesistente, da un punto di vista legislativo), ma ad altro procedimento vigente all'epoca, quello di verifica della Valutazione d'Impatto Ambientale, disciplinato dalle legge regionale 11 del 2001 (ed in special modo dell'articolo 16 della legge stessa)».
«Quest'ultimo procedimento - proseguono nella nota - per effetto delle norme transitorie della stessa legge, non ha scadenza temporale. In quella occasione furono ampiamente specificati dalla Regione Puglia i dettami a cui la zona doveva attenersi per rispettare le leggi in materia. La Valutazione Ambientale Strategica diventa quindi una duplicazione di valutazione ambientale, non richiesta dalla legge (che disciplina il futuro e non il passato) e quindi assolutamente inutile, soprattutto ai fini dell'autotutela. Perché annullare il piano per richiedere una cosa che non è necessaria? Risulta superflua anche la seconda motivazione ufficiale».
L'Autorità del Bacino (in virtù del Piano di Assetto Idrogeologico approvato nel 2005 e tuttora valido!) si è già espressa sulla zona C3, sia il 26 marzo 2007 che l'8 febbraio 2011, attraverso la riformulazione e ridefinizione di precise perimetrazioni e dei relativi livelli di pericolosità di quella porzione di territorio giovinazzese. Inoltre, ha anche predisposto delle norme di attuazione che disciplinano ogni materiale intervento sulla zona. A che serve, dunque, duplicare passaggi già risolti? Anche le ragioni di interesse pubblico preminente che muovono questa decisione in autotutela sono poco chiare.
Poi la segreteria democratica si rivolge agli elettori: «Cari cittadini, ma come è possibile annullare tutto un lavoro già fatto? - si chiede il partito del segretario Michele Delle Fontane -. Tutti gli impegni economici, le energie ed il tempo già spesi. L'annullamento rappresenta un netto passo indietro che comporta diverse conseguenze per tanti cittadini. Per esempio, cosa accade alle valutazioni dei terreni di quella zona e, dunque, al patrimonio immobiliare dei loro proprietari? Se immaginassimo un imminente passaggio di proprietà per un terreno della zona, possiamo ora essere certi che il proprietario non potrebbe più venderlo alle valutazioni di prima e all'acquirente probabilmente non converrebbe più acquistarlo, visto il passo indietro sull'iter procedurale e la totale incertezza sui tempi di realizzazione».
«E poi - attaccano duri - per colpa solo di Depalma e di questa Amministrazione, per quanti anni ancora i proprietari dei terreni in zona C3 dovranno continuare a pagare la massacrante tassazione già esistente su quei terreni? Questo passo indietro aumenta certamente l'ammontare delle tasse che, negli anni, i proprietari di quei terreni dovranno ancora pagare, senza sapere quando sarà possibile riavere un altro Piano particolareggiato. E ancora: cosa accade a quelle costruzioni già realizzate all'interno di quel Piano particolareggiato (prospicienti l'ex casello ferroviario di via Bitonto)?».
Il Partito Democratico punto deciso il dito contro gli attuali amministratori comunali. Un durissimo j'accuse alla loro scelta: «La delibera in esame appare solo l'ennesimo atto che congela un pezzo di sviluppo della nostra città. E lo congela, ancora una volta, senza alcun motivo chiaro o apparente. O forse no? Nel senso che questi scellerati amministratori - scrivono da Piazza Vittorio Emanuele II - pensano che, annullando il piano C3, possano riuscire "furbescamente" a sottrarsi ad eventuali pretese risarcitorie dei proprietari dei suoli che hanno già fatto ricorso (e di altri che lo faranno), che hanno già avuto ragione in prima istanza dal Tribunale Amministrativo Regionale e che, con ogni probabilità, vedranno accogliere le loro richieste anche in sede di Consiglio di Stato».
Il comunicato si conclude con una ulteriore ironica annotazione: «Una cosa è certa - evidenzia il Partito Democratico -: già con la delibera del 26 marzo 2013 di sospensione del piano C3, i nostri "oculati" amministratori hanno procurato alle casse comunali un altro danno di ben 47.500 euro. E non sappiamo quali altri danni potranno aggiungersi a tutti quelli già citati. L'incompetenza e l'incapacità di questa amministrazione - concludono i democratici - continua a provocare enormi danni economici per la nostra comunità, ma a Depalma ed alla sua Amministrazione non importa nulla, perché a pagare questi enormi danni economici sono solo i cittadini giovinazzesi, attraverso le tasse sempre maggiori che sono chiamati a pagare».
Ma quali sarebbero le motivazioni ufficiali? «La necessità - risponde il Pd - di conseguire una nuova valutazione ambientale di Valutazione Ambientale Strategica e di Valutazione d'Impatto Ambientale dell'intero piano e la necessità di adeguare il piano alle disposizioni dell'Autorità di Bacino. Motivazioni che, a quanto sembra, risultano non chiare anche ai consiglieri di maggioranza che hanno deciso di approvare questa delibera. Per la prima motivazione, si assume che il piano debba soggiacere oggi ad un procedimento di verifica circa l'assoggettamento alla Valutazione Ambientale Strategica. Peccato che la stessa Valutazione Ambientale Strategica è uno strumento previsto sin dal 2006 ma introdotto con legge solo nel 2008 (in prima istanza), successivamente entrata in vigore a pieno regime nel 2009 e si applica ai procedimenti avviati dopo queste date».
Poi un breve excursus storico: «La nostra C3 - ricordano i dem - vide l'avvio dei suoi procedimenti in tempo precedente e nel 2005 (l'11 marzo) ricevette esito negativo di assoggettabilità alla Valutazione d'Impatto Ambientale equipollente, a norma di precedenti, all'attuale Valutazione Ambientale Strategica). Inoltre, vide avviati i lavori di pianificazione esecutiva delle aree tipizzate già dal 28 marzo del 2007, quando il piano C3 fu adottato con apposita delibera di consiglio comunale. Per questa ragione, essa non poteva essere e non fu assoggettata a verifica di Valutazione Ambientale Strategica (all'epoca inesistente, da un punto di vista legislativo), ma ad altro procedimento vigente all'epoca, quello di verifica della Valutazione d'Impatto Ambientale, disciplinato dalle legge regionale 11 del 2001 (ed in special modo dell'articolo 16 della legge stessa)».
«Quest'ultimo procedimento - proseguono nella nota - per effetto delle norme transitorie della stessa legge, non ha scadenza temporale. In quella occasione furono ampiamente specificati dalla Regione Puglia i dettami a cui la zona doveva attenersi per rispettare le leggi in materia. La Valutazione Ambientale Strategica diventa quindi una duplicazione di valutazione ambientale, non richiesta dalla legge (che disciplina il futuro e non il passato) e quindi assolutamente inutile, soprattutto ai fini dell'autotutela. Perché annullare il piano per richiedere una cosa che non è necessaria? Risulta superflua anche la seconda motivazione ufficiale».
L'Autorità del Bacino (in virtù del Piano di Assetto Idrogeologico approvato nel 2005 e tuttora valido!) si è già espressa sulla zona C3, sia il 26 marzo 2007 che l'8 febbraio 2011, attraverso la riformulazione e ridefinizione di precise perimetrazioni e dei relativi livelli di pericolosità di quella porzione di territorio giovinazzese. Inoltre, ha anche predisposto delle norme di attuazione che disciplinano ogni materiale intervento sulla zona. A che serve, dunque, duplicare passaggi già risolti? Anche le ragioni di interesse pubblico preminente che muovono questa decisione in autotutela sono poco chiare.
Poi la segreteria democratica si rivolge agli elettori: «Cari cittadini, ma come è possibile annullare tutto un lavoro già fatto? - si chiede il partito del segretario Michele Delle Fontane -. Tutti gli impegni economici, le energie ed il tempo già spesi. L'annullamento rappresenta un netto passo indietro che comporta diverse conseguenze per tanti cittadini. Per esempio, cosa accade alle valutazioni dei terreni di quella zona e, dunque, al patrimonio immobiliare dei loro proprietari? Se immaginassimo un imminente passaggio di proprietà per un terreno della zona, possiamo ora essere certi che il proprietario non potrebbe più venderlo alle valutazioni di prima e all'acquirente probabilmente non converrebbe più acquistarlo, visto il passo indietro sull'iter procedurale e la totale incertezza sui tempi di realizzazione».
«E poi - attaccano duri - per colpa solo di Depalma e di questa Amministrazione, per quanti anni ancora i proprietari dei terreni in zona C3 dovranno continuare a pagare la massacrante tassazione già esistente su quei terreni? Questo passo indietro aumenta certamente l'ammontare delle tasse che, negli anni, i proprietari di quei terreni dovranno ancora pagare, senza sapere quando sarà possibile riavere un altro Piano particolareggiato. E ancora: cosa accade a quelle costruzioni già realizzate all'interno di quel Piano particolareggiato (prospicienti l'ex casello ferroviario di via Bitonto)?».
Il Partito Democratico punto deciso il dito contro gli attuali amministratori comunali. Un durissimo j'accuse alla loro scelta: «La delibera in esame appare solo l'ennesimo atto che congela un pezzo di sviluppo della nostra città. E lo congela, ancora una volta, senza alcun motivo chiaro o apparente. O forse no? Nel senso che questi scellerati amministratori - scrivono da Piazza Vittorio Emanuele II - pensano che, annullando il piano C3, possano riuscire "furbescamente" a sottrarsi ad eventuali pretese risarcitorie dei proprietari dei suoli che hanno già fatto ricorso (e di altri che lo faranno), che hanno già avuto ragione in prima istanza dal Tribunale Amministrativo Regionale e che, con ogni probabilità, vedranno accogliere le loro richieste anche in sede di Consiglio di Stato».
Il comunicato si conclude con una ulteriore ironica annotazione: «Una cosa è certa - evidenzia il Partito Democratico -: già con la delibera del 26 marzo 2013 di sospensione del piano C3, i nostri "oculati" amministratori hanno procurato alle casse comunali un altro danno di ben 47.500 euro. E non sappiamo quali altri danni potranno aggiungersi a tutti quelli già citati. L'incompetenza e l'incapacità di questa amministrazione - concludono i democratici - continua a provocare enormi danni economici per la nostra comunità, ma a Depalma ed alla sua Amministrazione non importa nulla, perché a pagare questi enormi danni economici sono solo i cittadini giovinazzesi, attraverso le tasse sempre maggiori che sono chiamati a pagare».