Giovinazzo in marcia per la Pace
Ieri, 29 gennaio, a Terlizzi l'iniziativa che ha unito le quattro comunità della Diocesi. Presente il sindaco Sollecito
lunedì 30 gennaio 2023
Si è svolta ieri sera, domenica 29 gennaio, la Marcia diocesana per la Pace, organizzata dalla Consulta Diocesana Aggregazioni Laicali.
Le strade di Terlizzi sono così diventate strade da cui lanciare un messaggio chiaro contro ogni violenza e sopraffazione, proprio nei giorni in cui il mondo si è fermato a commemorare le vittime dell'Olocausto. Le quattro comunità cattoliche di Terlizzi, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo si sono ritrovata insieme a Mons. Domenico Cornacchia nel piazzale antistante la Chiesa Vecchia di Santa Maria della Stella, detto il Calvario.
Il vescovo con il clero locale, i laici, gli amministratori delle quattro città hanno dato via poi alla marcia silenziosa col pensiero rivolto all'Ucraina e a tutte quelle nazioni sconvolte da dolore a guerra. Il corteo ha quindi percorso Viale Roma, Corso Vittorio Emanuele II, Corso Umberto I, sino a Piazza don Tonino Bello, prima del raduno nella Concattedrale di San Michele Arcangelo, con don Gianni De Robertis, direttore di Migrantes, che ha portato la sua testimonianza. Un momento altissimo di comunione tra i cattolici terlizzesi, molfettesi, ruvesi e giovinazzesi presieduto da Mons. Cornacchia.
I MESSAGGI
Prima della partenza era stato Edgardo Bisceglie della Caritas diocesana a ricordare l'importanza dell'impegno quotidiano a favore dei deboli, di chi scappa dalle guerre e della fame, spesso causata da quei conflitti. La presenza della Caritas continua ad essere per queste quattro città faro in fondo al tunnel dell'egoismo umano e della barbarie. Per chi arriva ed anche per chi è del posto.
Proprio il vescovo si è voluto soffermare sul concetto di "popolo in cammino" e citando il profeta Sofonia ha rimarcato l'importanza dell'"andare in cerca" della Pace, del bene comune, senza mai stancarsi. Un buon cristiano e tale se "cerca" il dialogo, senza mai dare spazio alla violenza.
Il sindaco di Terlizzi, Michelangelo De Chirico, ha quindi dato il benvenuto agli amministratori giunti nelle Città dei Fiori, rimarcando come la sua sia una città che vuole dar spazio al valore della Pace e evidenziando il lavoro instancabile della Caritas diocesana, che interagendo con le istituzioni cittadine riesce quotidianamente ed "instancabilmente" a dare risposte alle grandi povertà, economiche e umane, di questi tempi grami.
Tempi in cui le comunità locali della Diocesi si sono già ritrovati, come ha evidenziato Michele Sollecito, una vita trascorsa nel mondo associativo cattolico, all'indomani dello scoppio del conflitto russo-ucraino. Sollecito ha altresì chiamato a raccolta tutti i cittadini e le cittadine delle quattro città per sostenere con l'invio di coperte, generatori di corrente, generi di conforto e di prima necessità la popolazione ucraina, stremata anche dal freddo, prima ancora che dalle bombe dell'invasore. Citando Tacito ha spronato le popolazioni locali a non lasciarsi abbindolare dal messaggio secondo cui inviando altre armi, azzerando lo scompenso bellico tra le due forze in campo, si possa trovare la via della Pace. Per Sollecito in quella terra bisogna ristabilire l'idea di libertà e di democrazia che rappresenta il cuore del progetto politico e sociale in Europa. Il pericolo ulteriore è che ci si abitui alla guerra, senza dar più rilievo alle notizie che giungono dal fronte.
Per Ruvo di Puglia era presente l'assessore alle Politiche Sociali, Damiano Savio Curci, anch'egli emozionato per il grande afflato tra le città della Diocesi.
Quella terlizzese è stata una meravigliosa gelida serata di gennaio, in cui i cattolici hanno fatto sentire tutto il peso del loro pensiero pacifista, un pensiero supportato non dalla vuota retorica di altri ambienti, ma concreto, che segue l'insegnamento di Gesù Cristo e percorre l'unica strada che lui ha tracciato.
Per Crucem ad Lucem, dalla sofferenza, dal male, dal buio dei conflitti verso l'unica possibile via d'uscita che è sempre e solo l'unità tra i popoli e la pace in Terra.
Le strade di Terlizzi sono così diventate strade da cui lanciare un messaggio chiaro contro ogni violenza e sopraffazione, proprio nei giorni in cui il mondo si è fermato a commemorare le vittime dell'Olocausto. Le quattro comunità cattoliche di Terlizzi, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo si sono ritrovata insieme a Mons. Domenico Cornacchia nel piazzale antistante la Chiesa Vecchia di Santa Maria della Stella, detto il Calvario.
Il vescovo con il clero locale, i laici, gli amministratori delle quattro città hanno dato via poi alla marcia silenziosa col pensiero rivolto all'Ucraina e a tutte quelle nazioni sconvolte da dolore a guerra. Il corteo ha quindi percorso Viale Roma, Corso Vittorio Emanuele II, Corso Umberto I, sino a Piazza don Tonino Bello, prima del raduno nella Concattedrale di San Michele Arcangelo, con don Gianni De Robertis, direttore di Migrantes, che ha portato la sua testimonianza. Un momento altissimo di comunione tra i cattolici terlizzesi, molfettesi, ruvesi e giovinazzesi presieduto da Mons. Cornacchia.
I MESSAGGI
Prima della partenza era stato Edgardo Bisceglie della Caritas diocesana a ricordare l'importanza dell'impegno quotidiano a favore dei deboli, di chi scappa dalle guerre e della fame, spesso causata da quei conflitti. La presenza della Caritas continua ad essere per queste quattro città faro in fondo al tunnel dell'egoismo umano e della barbarie. Per chi arriva ed anche per chi è del posto.
Proprio il vescovo si è voluto soffermare sul concetto di "popolo in cammino" e citando il profeta Sofonia ha rimarcato l'importanza dell'"andare in cerca" della Pace, del bene comune, senza mai stancarsi. Un buon cristiano e tale se "cerca" il dialogo, senza mai dare spazio alla violenza.
Il sindaco di Terlizzi, Michelangelo De Chirico, ha quindi dato il benvenuto agli amministratori giunti nelle Città dei Fiori, rimarcando come la sua sia una città che vuole dar spazio al valore della Pace e evidenziando il lavoro instancabile della Caritas diocesana, che interagendo con le istituzioni cittadine riesce quotidianamente ed "instancabilmente" a dare risposte alle grandi povertà, economiche e umane, di questi tempi grami.
Tempi in cui le comunità locali della Diocesi si sono già ritrovati, come ha evidenziato Michele Sollecito, una vita trascorsa nel mondo associativo cattolico, all'indomani dello scoppio del conflitto russo-ucraino. Sollecito ha altresì chiamato a raccolta tutti i cittadini e le cittadine delle quattro città per sostenere con l'invio di coperte, generatori di corrente, generi di conforto e di prima necessità la popolazione ucraina, stremata anche dal freddo, prima ancora che dalle bombe dell'invasore. Citando Tacito ha spronato le popolazioni locali a non lasciarsi abbindolare dal messaggio secondo cui inviando altre armi, azzerando lo scompenso bellico tra le due forze in campo, si possa trovare la via della Pace. Per Sollecito in quella terra bisogna ristabilire l'idea di libertà e di democrazia che rappresenta il cuore del progetto politico e sociale in Europa. Il pericolo ulteriore è che ci si abitui alla guerra, senza dar più rilievo alle notizie che giungono dal fronte.
Per Ruvo di Puglia era presente l'assessore alle Politiche Sociali, Damiano Savio Curci, anch'egli emozionato per il grande afflato tra le città della Diocesi.
Quella terlizzese è stata una meravigliosa gelida serata di gennaio, in cui i cattolici hanno fatto sentire tutto il peso del loro pensiero pacifista, un pensiero supportato non dalla vuota retorica di altri ambienti, ma concreto, che segue l'insegnamento di Gesù Cristo e percorre l'unica strada che lui ha tracciato.
Per Crucem ad Lucem, dalla sofferenza, dal male, dal buio dei conflitti verso l'unica possibile via d'uscita che è sempre e solo l'unità tra i popoli e la pace in Terra.