Gestione lavori, servizi e beni: Giovinazzo stringe un patto con altri tre Comuni
Capofila sarà Bitonto. Nell'accordo anche Corato e Ruvo di Puglia
martedì 5 gennaio 2016
05.00
Acquisizione di lavori, prestazione di servizi e gestione di beni. Sono questi i campi della vita amministrativa in cui Giovinazzo si consorzierà con altri tre centri della ex provincia barese. La notizia era già trapelata nei giorni scorsi attraverso i media locali e va via via concretizzandosi con atti formali.
Insieme a Bitonto, capofila nel progetto, Ruvo di Puglia e Corato, infatti, Palazzo di Città siglerà una convenzione, composta da 32 articoli, che ha l'unico obiettivo di ottimizzare i costi in quegli ambiti, in un'epoca in cui i tagli alle casse dei Comuni sono sostanziosi e bisogna far fronte comune per esigenze simili. Si andrà così incontro ad una forte e complessa sinergia tra realtà di uno stesso territorio.
La durata della convenzione, già approvata dal Consiglio comunale bitontino, ma non ancora da quello giovinazzese, sarà massimo di tre anni e resta aperta anche ad altri Comuni del circondario. La cosiddetta Centrale unica di committenza sarà a Bitonto, che avrà il privilegio, come Comune capofila, di nominare i dirigenti di questa nuova struttura. Entrate e spese gestite dalla Centrale unica di committenza saranno iscritte nel piano esecutivo di gestione del Comune di Bitonto, sebbene, come è logico, con una contabilizzazione differenziata rispetto allo stesso Ente bitontino, garantita da una sezione apposita.
Tommaso Depalma o chi per lui, dovrà poi incontrare, almeno una volta l'anno, gli altri Sindaci che sigleranno la convenzione, al fine di perfezionare le scelte in relazione al buon funzionamento della Centrale unica di committenza, prendendo visione delle attività svolte e dei costi sostenuti, passando per la progettazione dei nuovi obiettivi unitari da perseguire. I costi generali saranno quantificati sulla base della sommatoria degli importi a base d'asta per i procedimenti presi in carico dalla Centrale unica.
Quanto invece ai cosiddetti costi comuni, questi ammonteranno a 4.000 euro annui, divisi in 1.000 euro per ciascun Comune aderente. Entro il 30 ottobre di ogni anno, sarà poi compito del responsabile della Centrale unica di committenza, sulla base delle comunicazioni dei fabbisogni e dei programmi presentati da ciascun Comune associato, predisporre un riparto preventivo delle spese relative all'esercizio successivo. Ciascun Comune, in questo modo, potrà provvedere alla formazione oppure all'adeguamento del proprio bilancio di previsione.
Per quel che concerne gli aspetti meramente giuridici, invece, la convenzione prevede, in caso di dissidi e controversie tra i quattro Comuni aderenti, un tentativo primario di risoluzione in via bonaria (una sorta di auto-arbitrato). Se questo non dovesse essere sufficiente a dirimere le controversie, come è ovvio che sia, sarà la giustizia amministrativa ad essere competente, ed in particolare in Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia.
Un passaggio importante riguarda, infine, il possibile scioglimento della convenzione stessa, che interverrebbe solo se dovesse essere modificata la legislazione in materia di acquisizione di lavori, beni o servizi. Quanto ad un eventuale recesso, Giovinazzo potrà richiederlo ed applicarlo con un preavviso congruo di almeno sei mesi.
Insieme a Bitonto, capofila nel progetto, Ruvo di Puglia e Corato, infatti, Palazzo di Città siglerà una convenzione, composta da 32 articoli, che ha l'unico obiettivo di ottimizzare i costi in quegli ambiti, in un'epoca in cui i tagli alle casse dei Comuni sono sostanziosi e bisogna far fronte comune per esigenze simili. Si andrà così incontro ad una forte e complessa sinergia tra realtà di uno stesso territorio.
La durata della convenzione, già approvata dal Consiglio comunale bitontino, ma non ancora da quello giovinazzese, sarà massimo di tre anni e resta aperta anche ad altri Comuni del circondario. La cosiddetta Centrale unica di committenza sarà a Bitonto, che avrà il privilegio, come Comune capofila, di nominare i dirigenti di questa nuova struttura. Entrate e spese gestite dalla Centrale unica di committenza saranno iscritte nel piano esecutivo di gestione del Comune di Bitonto, sebbene, come è logico, con una contabilizzazione differenziata rispetto allo stesso Ente bitontino, garantita da una sezione apposita.
Tommaso Depalma o chi per lui, dovrà poi incontrare, almeno una volta l'anno, gli altri Sindaci che sigleranno la convenzione, al fine di perfezionare le scelte in relazione al buon funzionamento della Centrale unica di committenza, prendendo visione delle attività svolte e dei costi sostenuti, passando per la progettazione dei nuovi obiettivi unitari da perseguire. I costi generali saranno quantificati sulla base della sommatoria degli importi a base d'asta per i procedimenti presi in carico dalla Centrale unica.
Quanto invece ai cosiddetti costi comuni, questi ammonteranno a 4.000 euro annui, divisi in 1.000 euro per ciascun Comune aderente. Entro il 30 ottobre di ogni anno, sarà poi compito del responsabile della Centrale unica di committenza, sulla base delle comunicazioni dei fabbisogni e dei programmi presentati da ciascun Comune associato, predisporre un riparto preventivo delle spese relative all'esercizio successivo. Ciascun Comune, in questo modo, potrà provvedere alla formazione oppure all'adeguamento del proprio bilancio di previsione.
Per quel che concerne gli aspetti meramente giuridici, invece, la convenzione prevede, in caso di dissidi e controversie tra i quattro Comuni aderenti, un tentativo primario di risoluzione in via bonaria (una sorta di auto-arbitrato). Se questo non dovesse essere sufficiente a dirimere le controversie, come è ovvio che sia, sarà la giustizia amministrativa ad essere competente, ed in particolare in Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia.
Un passaggio importante riguarda, infine, il possibile scioglimento della convenzione stessa, che interverrebbe solo se dovesse essere modificata la legislazione in materia di acquisizione di lavori, beni o servizi. Quanto ad un eventuale recesso, Giovinazzo potrà richiederlo ed applicarlo con un preavviso congruo di almeno sei mesi.