Gemmato e Fratelli d'Italia al fianco dei lavoratori della Mercatone Uno
Ieri sit-in davanti al Ministero dello Sviluppo Economico
mercoledì 7 agosto 2019
Ieri mattina davanti al Ministero dello Sviluppo Economico, l'Onorevole Marcello Gemmato era con il gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia per il sit-in organizzato dal partito, a Roma e in tutta Italia, sul tema della crisi delle aziende italiane, con un occhio particolare alla situazione della Mercatone Uno, che coinvolge anche sei famiglie giovinazzesi.
«Ciascun territorio ha scelto una delle aziende per le quali è stato istituito un "tavolo di crisi" nazionale presso il Ministero dello Sviluppo Economico (in Puglia la manifestazione si è svolta davanti alla sede dell'ex Ilva di Taranto): ne esistono quasi duecento, con quasi trecentomila lavoratori a rischio e quasi seicentomila nell'indotto. Mercatone Uno è uno degli emblemi della crisi industriale che il Ministero non riesce a gestire. La a maggior parte di questi 200 tavoli, che riguardano aziende medio-grandi, a oggi non sono neanche mai stati riuniti dal dicastero di Luigi Di Maio. Il Ministero al massimo ha predisposto la proroga della "cassa integrazione" in attesa di "accompagnare" i lavoratori verso il "reddito di cittadinanza"», sono state le considerazioni del deputato terlizzese.
«Per Fratelli d'Italia però - ha continuato Gemmato - non servono politiche passive di accompagnamento verso il reddito di cittadinanza ma politiche attive di impresa per prevenire e salvaguardare il tessuto produttivo. Bisogna strutturare un sistema che incentivi la reindustrializzazione, preservando il tessuto imprenditoriale».
Il partito guidato da Giorgia Meloni sintetizza così le sue proposte:
- Commissariamo Di Maio, incapace di gestire le crisi industriali perché non ha alcuna visione e politica di impresa;
- Integrazione dei tavoli devono con chi conosce davvero le imprese e il territorio: 4 parlamentari del territorio (due maggioranza, due di opposizione), come lo stesso Di Maio aveva annunciato ad inizio di legislatura in Parlamento e mai realizzato; i rappresentanti delle Associazioni di impresa con i rappresentanti dei sindacati, di Regioni ed enti locali; i rappresentanti di CDP e Invitalia, che possono essere elementi di una diversa politica industriale non occasionale ma progettuale
- Creazione del "Pronto Soccorso Aziendale": va istituita una nuova Struttura Crisi di Impresa: coordinamento stabile tra Mise, Regione, Associazioni di impresa e Sindacati non solo per gestire le emergenze ma per prevenire le crisi, utilizzando appieno i fondi europei e gli altri strumenti finanziari di cui spesso gli attori, anche pubblici, non sono a conoscenza. Questo consentirebbe di arrivare in tempo, prima che i danni aziendali e occupazionali diventino irrecuperabili.
«Ciascun territorio ha scelto una delle aziende per le quali è stato istituito un "tavolo di crisi" nazionale presso il Ministero dello Sviluppo Economico (in Puglia la manifestazione si è svolta davanti alla sede dell'ex Ilva di Taranto): ne esistono quasi duecento, con quasi trecentomila lavoratori a rischio e quasi seicentomila nell'indotto. Mercatone Uno è uno degli emblemi della crisi industriale che il Ministero non riesce a gestire. La a maggior parte di questi 200 tavoli, che riguardano aziende medio-grandi, a oggi non sono neanche mai stati riuniti dal dicastero di Luigi Di Maio. Il Ministero al massimo ha predisposto la proroga della "cassa integrazione" in attesa di "accompagnare" i lavoratori verso il "reddito di cittadinanza"», sono state le considerazioni del deputato terlizzese.
«Per Fratelli d'Italia però - ha continuato Gemmato - non servono politiche passive di accompagnamento verso il reddito di cittadinanza ma politiche attive di impresa per prevenire e salvaguardare il tessuto produttivo. Bisogna strutturare un sistema che incentivi la reindustrializzazione, preservando il tessuto imprenditoriale».
Il partito guidato da Giorgia Meloni sintetizza così le sue proposte:
- Commissariamo Di Maio, incapace di gestire le crisi industriali perché non ha alcuna visione e politica di impresa;
- Integrazione dei tavoli devono con chi conosce davvero le imprese e il territorio: 4 parlamentari del territorio (due maggioranza, due di opposizione), come lo stesso Di Maio aveva annunciato ad inizio di legislatura in Parlamento e mai realizzato; i rappresentanti delle Associazioni di impresa con i rappresentanti dei sindacati, di Regioni ed enti locali; i rappresentanti di CDP e Invitalia, che possono essere elementi di una diversa politica industriale non occasionale ma progettuale
- Creazione del "Pronto Soccorso Aziendale": va istituita una nuova Struttura Crisi di Impresa: coordinamento stabile tra Mise, Regione, Associazioni di impresa e Sindacati non solo per gestire le emergenze ma per prevenire le crisi, utilizzando appieno i fondi europei e gli altri strumenti finanziari di cui spesso gli attori, anche pubblici, non sono a conoscenza. Questo consentirebbe di arrivare in tempo, prima che i danni aziendali e occupazionali diventino irrecuperabili.